Risultati da 1 a 10 di 10

Discussione: I giganti delle Orobie e la diga del mistero

Visualizzazione Elencata

Messaggio precedente Messaggio precedente   Nuovo messaggio Nuovo messaggio
  1. #1
    L'avatar di travel
    Data Registrazione
    11-09-2009
    Località
    -
    Messaggi
    7,531
    Thumbs Up/Down
    Received: 199/0
    Given: 9/0

    Predefinito I giganti delle Orobie e la diga del mistero

    Vi propongo un percorso in cui la realtà del nostro mondo contemporaneo mi è sembrata distanziarsi alle mie spalle, dove ho visto la presenza umana rarefarsi sempre più, sostituita da scenari immaginifici, in cui una natura aspra e prorompente domina incontrastata.

    Questo il percorso:
    Sarnico
    Lovere
    Via Mala di Scalve
    Dezzo di Scalve
    Santuario madonnina di Colere
    Vilminore
    Teveno (Osteria Bastioli)
    Passo della Presolana
    Castione della Presolana
    Clusone
    Gromo
    Spiazzi
    Fiumenero

    Parto da Sarnico risalendo la sponda bergamasca del Lago d’Iseo, che già non manca di colpire la mia immaginazione: a destra mi accompagna lo spettacolo di Monte Isola, mentre sulla costa ammiro paesi gioiello come Tavernola Bergamasca, resi ancor più suggestivi dal clima del Natale.



    Lasciato il Lago d’Iseo per Darfo-Boario Terme, inizio la salita della sp294 verso Angolo Terme, da cui mi addentro (è la parola più giusta) nel Canyon della Via Mala di Scalve. Per chi vuole saperne di più … https://www.viamala.net/viamala/storia/


    Qui, tra due gallerie, c’è un parcheggio per lasciare la moto (Canyon bar) da cui percorro a piedi qualche centinaio di metri nel vecchio tracciato della Via Mala, per ammirare l’impressionante precipizio dell’orrido del Gleno.




    Proseguo per Vilminore e mi fermo nella minuscola frazione di Teveno per una felice pausa presso l’Osteria Bastioli.


    Dalla sp58, appena lasciata la frazione di Teveno, sul ponticello della vallata del Dezzo, guardando a destra, in alto, posso scorgere i ruderi della diga del Gleno, un Vajont dimenticato, che nel 1923 causò quasi quattrocento morti e portò distruzione nel fondovalle.



    Oggi ciò che resta della diga somiglia a certe fantastiche costruzioni di foggia medievale che si vedono nei film fantasy, maestose opere difensive tra montagne selvagge in luoghi che paiono incontaminati dall’uomo: i bastioni di Moria, la torre di Isengard. La diga presenta uno squarcio nell’opera muraria, mai sanato, che ne accresce il monito di forze sovrumane contro la pochezza dei viventi ed evoca suggestioni fantastiche: potremmo ben immaginare che sia stato provocato dalle Orde del Signore Oscuro del primo film della trilogia di Peter Jackson “Il Signore degli Anelli”.




    Con gli occhi impastati da queste architetture possenti e scollegate da qualsiasi nesso urbanistico, mi dirigo verso il Passo della Presolana (1297 metri) che unisce la Val di Scalve alle Valli Borlezza e Seriana e scendo fino a Clusone per la ss671, bellissima strada dal punto di vista paesaggistico e ricchissima di curve piacevoli. Da qui, risalgo l’alta Val Seriana fino a Fiumenero lungo la sp49.

    Dopo una sosta d’obbligo a Gromo, piccolo borgo alpina dove sorgono ben due castelli medievali, mi dirigo verso la frazione di Spiazzi: la strada, poco più di 7 km, è tortuosa come poche e offre vedute bellissime correndo attraverso i boschi e per le balze. Si tratta di un percorso molto tecnico, con curve impegnative e in sensibile pendenza (con tratti fino al 18%) che gli appassionati delle curve di montagna non devono perdere l’occasione di percorrere. A Spiazzi la strada finisce (inizia una funivia per sciatori) e ritorno a Gromo discendendo dal percorso fatto in salita.
    Da Gromo riprendo la sp49 fino a Fiumenero, minuscola località montana dal paesaggio favoloso.
    Di fronte a me posso ammirare i giganti delle Alpi Orobie: il Pizzo Coca, il Pizzo Redorta alti più di 3000 metri, il Pizxo di Petto con la sua possenza di un massiccio e più a destra il Pizzo Camino.



    Qui è già inverno, nelle zone a ponente le cascatelle si sono trasformate in candelieri di ghiaccio, ma chi viene d’estate può ammirare le cascate del Serio (le più alte d’Europa) raggiungibili da questa strada con una mezz’ora di facile camminata (aperte dall’Enel solo la domeniche di giugno e luglio).

    Un Vajont dimenticato


    Cento anni fa crollò la diga del Gleno, dieci arcate si sbriciolarono in pochi minuti. Oltre 400 morti e storie di famiglie rovinate per sempre. Un disastro causato dall’uso di materiali scadenti e armature esili, con un rivestimento esterno ben fatto come a mascherare le parti non a regola d’arte. Sembra che nessuno dei condannati abbia mai trascorso un solo giorno in carcere.
    Di quella tragedia restano ancora tracce visibili nel paesaggio e zone ancora instabili. Un paesaggio complesso, fatto di bellezza e tragedia.
    La diga è per me un monumento e monito contro la corruzione e i lavori mal eseguiti, che contribuisce alla formazione di una consapevolezza civica, perché non può davvero definirsi “cittadino” chi non abbia acquisito un’autonomia di giudizio circa questioni che entrano prepotentemente nella formazione dell’uomo occidentale.


    Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk

    6 Not allowed! Not allowed!
    Ultima modifica di travel; 13-12-2023 alle 17:56
    meNbro della CELLULA LIGURE "BELIN T'AMII"

    Presidente del Movimiento CDC

    MEMBRO FONDATORE DELLA CELLULA LOMBARDA "I CIUCIANEBIA"

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •