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Visto il caldo di quest'estate, con quattro amici enduristi abbiamo pensato di andare in montagna.
Ma verso quali monti? Per evitare le restrizioni che affliggono i motociclisti sulle principali mete dell'arco alpino, ci siamo orientati verso i monti più alti del centro Italia, in un itinerario tra Toscana, Marche, Umbria e Abruzzo. Là si trovano anche altitudini ragguardevoli, raggiungibili da strade impervie e sentieri off-road, che non conoscono i divieti e vincoli imposti da molte amministrazioni locali del nord Italia.
Ho condiviso questa avventura con Federica, Alessio e Luca mentre le vere protagoniste di questo viaggio sono le nostre moto: due Afrika Tween, una Transalp e un GS.
Per i percorsi e le tracce abbiamo usato un mix di riferimenti:
- Tom Tom rider 5, per i percorsi on road;
- Whip per le tracce off-road;
- carte IGM dell'area di Teramo e L'Aquila per il Gran Sasso d'Italia.
La partenza.
Provenendo da quattro diversi punti cardinali, il luogo di riunione è l'area di servizio Cantagallo sulla A1, da cui ci dirigiamo subito verso il Passo della Futa
Queste le nostre tracce:
Giorno 1, da A1 a Urbino
https://maps.app.goo.gl/s2yGzYdRM23vLo4T9?g_st=ic
Waypoint del giorno 1:
- Area di servizio Cantagallo
- Passo della Futa
- Stia
- Anghiari
- San Sepolcro*
- Bocca Trabaria*
- Urbania
- Urbino
* per raggiungere la Bocca Trabaria da S. Sepolcro sconsiglio la SP200 e suggerisco di imboccare l'impervio ma bellissimo percorso della SS 73bis dirigendosi verso una casa cantoniera con la lapide che ricorda il passaggio di Giuseppe Garibaldi nella sua epica ritirata da Roma, che costò la vita alla moglie Anita, incinta.
La magnifica veduta del nucleo storico di Anghiari dalla SP45
La lapide, punto di riferimento per la Bocca Trabaria, il passo che a 1050 metri sul mare unisce Toscana e Marche, meta tra le più apprezzate dai motociclisti toscoromagnoli-marchigiani, dove borghi, natura, storia, arte e cucina sono uniti da un impegnativo percorso di tornanti in quota, che ci riporta indietro nel tempo e nelle temperature. La Bocca Trabaria offre un tracciato fantastico per curve e colpi d'occhio.
Dopo tutti questi km accumulati già al primo giorno, un tuffo nella piscina del nostro agriturismo e una cena con prodotti a km/0, hanno un effetto rigenerante.
Giorno 2, da Urbino a Isola del Gran Sasso passando per la Gola del Furlo e il Valico di Pintura di Bolognola.
https://maps.app.goo.gl/CLwDjWDTU654HvCs9?g_st=ic
I nostri w/p
- via nazionale 64 Canavaccio-Urbino
- SS 3 Fermignano - Furlo
- Acqualagna
- Bolognola Ski (1340 m)
- Teramo
- Isola del Gran Sasso
È seguendo il corso del fiume che raggiungiamo la Gola del Furlo, mettendo le nostre ruote sull'antica via Flaminia, la strada consolare romana che da sempre unisce Roma con l'Adriatico e da qui, seguendo la costa, il nord Italia. La Gola del Furlo è uno spettacolo dove il tempo sembra essersi fermato.
Proseguiamo verso Fabriano e a pochi passi dalle Grotte di Frasassi, percorrendo l'omonima gola, ci imbattiamo nel tempio di Valadier e il Santuario di S.Maria infra Saxa, ma le meraviglie si susseguono e troviamo ancora luoghi di grande bellezza imboccando la spettacolare SP120 che, curva dopo curva, tornante dopo tornante, ci porta da valle fino al valico di Pintura (1340 m.) nel cuore dei Sibillini. Siamo circondati dal fascino delle alte vette che ci attorniano, mentre la calura è ormai un ricordo e nel cielo si librano i deltaplani.
Ormai immersi in una natura splendida e selvaggia, ci inerpichiamo per un affascinante percorso sulle strade solcate dai pastori transumanti, in cui si osserva un legame tra il territorio e il tratturo ancora vivo, testimoniato da sculture e cartelli che ricordano la via armentizia.
Arriviamo quindi ai piedi del Gran Sasso d'Italia, dove possiamo riprendere fiato e godere il panorama e il fresco di questo luogo unico e solitario.
Giorno 3, da Isola del Gran Sasso ad Ascoli Piceno con attraversamento del Parco dei Monti Sibillini.
I nostri w/p:
- Campo Imperatore;
- Lago di Campotosto;
- Amatrice;
- Castelluccio
- Isola San Biagio
- Gole dell'Infernaccio
- Ascoli Piceno.
La giornata inizia presto, con la salita a Campo Imperatore, il vasto altopiano, di origine glaciale situato tra i 1 500 e i 2 100 m di quota s.l.m. in provincia dell'Aquila, in Abruzzo, nel cuore del massiccio del Gran Sasso, che il noto giornalista e alpinista Fosco Maraini paragonò, su piccola scala, alla valle di Phari Dzong, dandogli l'appellativo di "Piccolo Tibet" che è ancora oggi d'uso comune.
L'intera vallata è stata spesso scenario d'eccezione di vari film.
Il nostro viaggio ormai si è trasformato in emozioni e se prima era la strada protagonista dei nostri pensieri, ora è il paesaggio a prenderci il cuore.
Attraversando il meraviglioso Parco Nazionale del Gran Sasso (SP 86) raggiungiamo il Lago di Campotosto, che sembra un piccolo mare, ma posto dall'uomo alla vertiginosa quota di 1420 metri d'altezza!
Qui un pit-stop porchetta è d'obbligo, l'arietta frizzante e i baracchini ai lati del ponte rendono irresistibile la voglia di una sosta.
Proseguiamo poi per la SR260 ed entriamo in una zona che è stata al centro di una tragedia costellata di ritardi, difficoltà e cicatrici. Con ansia seguiamo i tornanti che ci portano ad Amatrice, Accumoli e su fino alla Forca di Presta. Da qui magica, si staglia in tutta la sua bellezza l' incomparabile visione della Piana di Castelluccio (m. 1400 s.l.m) mentre sulla sinistra s'innalza la cima del Monte Vettore, a 2500 metri di quota.
Attraversare in moto l'altopiano di Castelluccio è un'emozione fantastica e non solo perché ci troviamo a percorrere il fondo di un antico lago appenninico scomparso nelle ere geologiche, c'è dell'altro: è un mondo magico, libero dalla confusione che qui arriva in giugno per ammirare la "Fiorita" ed è ora restituito alla solitudine e al silenzio dei ritmi della pastorizia.
Proseguiamo per una trentina di km sulla SP89 in direzione di Montefortino ed entriamo nel mondo della Sibilla. Proseguendo per la Frazione di Isola San Biagio troviamo una strada bianca densa di tornanti, che ci porta in alto, a 1540 metri, in prossimità del monte della Sibilla
Questi luoghi devono avere sempre ispirato negli uomini un insieme di fascino e di paura. dall'antro della profetessa, ai luoghi dai nomi inquietanti, come Pizzo del diavolo, Passo Cattivo, Gole dell'Infernaccio, tra oracoli, negromanti... anche il navigatore qui fa i capricci e per fortuna c'è la cartina IGM che ci dà la strada.
Sarà forse per questo strano influsso che intorno a questa zona magica sorgono in ogni angolo chiese, conventi e santuari?
L'orrida gola dell'Infernaccio è una meta da non mancare anche se per goderne, ad un certo punto, bisogna lasciare le moto e fare una passeggiata di 800 metri fino alla "Pisciarelle" un fenomeno di cascate a goccia che si trovano davanti all'ingresso dell'orrido e che ci riserva il piacere di una doccia rinfrescante alla fine del nostro trekking.
Si è fatto tardi, il sole sparisce presto tra queste gole ed è ora di raggiungere la nostra meta serale. A causa dell'ultimo sisma alcune strade dell'entroterra sibillino sono ancora interdette, così fatichiamo un po' a trovare la via per Ascoli Piceno, ma il girovagare per le campagne ci regala la vista delle cascate dell'Arena.
Volendo riassumere Ascoli Piceno in sole tre parole, mi vengono in mente: architettura, olive e anisetta. Le sue "forme" la rendono indubbiamente una città da passeggio.
Giorno 4, da Ascoli Piceno a Firenzuola (FI).
https://maps.app.goo.gl/2KybBijpn6P8SpVSA?g_st=ic
I nostri w/p:
- Norcia;
- Passo di Viamaggio (1000 m);
- Premilcuore*
- San Benedetto in Alpe*
- Passo del Muraglione*
- Barberino del Mugello.
La lavorazione delle carni del maiale ha in queste zone una antica tradizione, tanto da aver dato nome all'arte del "Norcino". Tante le possibilità di mangiare "on the road" da camioncini e negozi con degustazioni.
* Per raggiungere il Passo del Muraglione percorrendo una strada sterrata ma non interdetta al traffico, bisogna raggiungere l'ingresso principale dell'ospedale di Premilcuore, quindi al piazzale d'ingresso svoltare decisamente a destra per Via Valbura e dopo un breve tratto cementato inizia una salita a sfondo sterrato che dei vecchi cartelli indicano come SP25. La strada è ricca di tornanti e quasi sempre scorre completamente coperta da fitti tunnel di alberi che creano giochi di luce e la rendono a tratti buia, quindi prestare attenzione a passanti e m-bike!
Da questa "bretella" (ex SP25) che congiunge Premilcuore con San Benedetto in Alpe, si raggiunge il mitico Passo del Muraglione da un passaggio diverso e forse più antico della sua strada costruita nell'800, il cui muraglione segna esattamente 53 km sia da Forlì che da Firenze.
Da qui, nel cuore del Parco delle Foreste Casentinesi (soprannominate "Mura d'alberi") entriamo in Toscana e dopo Barberino di Mugello, ci dirigiamo alla nostra meta serale percorrendo una mulattiera che partendo dal Passo della Futa serve la vasta area agro-pastorale di Firenzuola.
Non c'è altra strada, perché il nostro punto di arrivo di oggi è la fattoria di un altro amico motociclista, che ha insistito per ospitarci. Perchè deludere gli slanci di generosità tra biker? E posso assicurarvi che la méta vale la pena dello sterrato! Questa volta siamo giunti a destinazione grazie a Whip, che fortunatamente mantiene la traccia anche in offline!
Abbiamo capito che questa non è una famiglia di vegani? Anche per chi non li conosceva già la conferma è arrivata molto presto.
La partenza del quinto giorno cela un po' di tristezza per l'imminenza del distacco. Ognuno pianifica il suo rientro verso case ad opposti punti cardinali, ma c'è ancora un po' di divertimento da fare insieme: ci aspetta il ritorno sulla mulattiera dell'andata e dopo una buon lavaggio alle moto seguirà un immancabile arrivederci alla prossima motocavalcata!
Appunti di viaggio.
Per le soste abbiamo scelto posti dove dormire/mangiare senza più dover riprendere le moto dopo l'arrivo:
- Urbania, Agriturismo Orsaiola, https://www.orsaiola.it/ ottima base di partenza per escursioni off-road;
- Isola del Gran Sasso, Albergo Ristorante Casale, 0861 978106. Punto strategico per il Gran Sasso;
- Ascoli Piceno, Hotel Pennile, https://www.hotelpennile.it
Bagaglio. Dovendo sostare ogni sera in un posto diverso il bagaglio è sempre con noi e quindi è ridotto all'indispensabile. Un rapido coordinamento sulle attrezzature ci ha permesso di evitare eccessi, ma un compressore, un booster, una lampada di emergenza, un kit ripara gomme e un kit carburante sono dotazioni irrinunciabili per off-road.
"La bellezza della vita è fatta d’ombra e di luce" (proverbio siciliano).