Assieme a quattro colleghi e un paio di loro amici decidiamo di andare in Sardegna una volta consegnata la gold di MotoGP19 (il videogioco) a fine Aprile.
Detto fatto si parte da Milano alla volta di Genova (strana la vita a volte) per imbarcarci alla volta di Porto Torres. Nuvoloni minacciosi ci accompagnano fino al terminal traghetti dove, inaspettatamente, ci imbarchiamo senza neanche un minuto di attesa intorno alle 19. Di lì a poco si scatena l'inferno di pioggia che ci fa pensare ad una traversata burrascosa (che invece si è rivelata più che tranquilla).
Giungiamo a Porto Torres alle 9 del mattino, con le ossa un po' accartocciate dalla notte in nave, ma pronti ad affrontare l'agognata isola.
Giorno 1
Porto Torres - Mogoro (340 km ca.)
Pronti via si parte! Direzione Stintino, dove ci aspetta la prima colazione ed il sole della Sardegna, che ci accompagnerà per tutta la vacanza.
Ripartenza da Stintino, passiamo veloci da Alghero e via sulla Alghero - Bosa, semplicemente fantastica!
Pranzo a Riola Sardo in un baretto con annessi anziani del loco, che ci consigliano di andare a mangiare il porceddu in un agriturismo lì vicino.
Arriviamo a casa nel pomeriggio inoltrato, tempo di disfare i bagagli e ripartiamo direzione agriturismo, dove ci accoglie Maurizio, sardo matto con una passione per le moto da cross.
Cena devastante a base di prodotti casalinghi (filu ferru incluso) e rientro a casa in sella alle nostre motorette (che ti fai mancare una 40ina di km a tornare nel buio totale sardo?)
Giorno 2
Mogoro - San Priamo (345 km ca.)
Sveglia quasi presto e colazione al baretto del paese.
Si caricano le moto e via, direzione dune di Piscinas.
Qualche migliaio di curve e arriviamo finalmente a mettere le ruote sulla terra. Qualche km di sterrato e si arriva a Piscinas, posto fantastico dove le dune di sabbia caratterizzano interamente il paesaggio.
Camion preparati per la Dakar, qualche camper con moto da enduro annessa e noi disperati siamo la popolazione totale di questa meravigliosa oasi sarda. L'amico Stefano con la sua Africa Twin da sfogo all'esuberanza e mi fa capire cosa serve il controllo di trazione quando apri il gas a manetta.
Si riparte da Piscinas in direzione Sant'Antioco, isola nell'isola.
Sosta pranzo con l'idea di mangiare un panino al volo che tanto la sera c'è la grigliata a casa... finiamo con le gambe sotto il tavolo a dividerci muscoli e Ichnusa.
Ripartenza, passiamo veloci attorno a Cagliari, altre mille curve e ci inerpichiamo sul monte dove si trova la nostra dimora per la seconda notte. Carne e varie libagioni comperate dal padrone di casa ci attendono!
Grigliatona nel camino in casa (fuori era veramente troppo freddo) e qualche birretta ci accompagnano dolcemente verso un fine serata davanti al fuoco a parlare di videogiochi, moto, e videogiochi di moto.
Verso l'una andiamo a dormire con la promessa di andare a fare fuoristrada alle sette il giorno dopo.
Giorno 3
San Priamo - Olbia (380 km ca.)
Sveglia alle sette, pronti via si parte per fare fuoristrada..... seeee... Mi sono fatto un caffè e li ho salutati: andare tra le pietre con una moto da 280kg dopo aver dormito poche ore non è nelle prime pagine del mio manuale delle cose sagge da fare.
Atteso il ritorno dei tre temerari (che confermano quanto io abbia fatto bene a gustarmi il mio caffè), partiamo per quello che è stato senz'altro il giorno più duro dei quattro passati in terra Sarda: quasi 400 km di curve attraverso strade mozzafiato, tra querce da sughero, paesi arroccati e pecore bianche come la neve.
Arriviamo la sera a Capo coda cavallo dove ci attende un amico di Genova che gestisce un residence con 1893 come codice per entrare nella sbarra (i genoani capiranno).
Buttiamo le moto nel piazzale con un misto di odio e amore e andiamo a fare una doccia in previsione della cena nel ristorante del villaggio. Spillucchiamo qualcosa, beviamo qualcosina e andiamo a dormire. Devastati ma felici.
Giorno 4
Olbia - Porto Torres (300 km ca)
Ultimo giorno all'insegna del niente organizzato.
Dirigiamo le moto verso la Costa Smeralda, sosta a Santa Teresa di Gallura per un veloce spuntino a base di.... focaccia genovese?!?
Ebbene sì, trovo un negozietto gestito da un attempato e grintoso ristoratore savonese che 14 mesi fa "sì è rotto il c...o della Liguria" e ha venduto tutto per vendere focaccia e ripieni ai turisti.
Cameo: il ragazzo che gli fa la focaccia è un mio amico di Rapallo che non vedevo da tempo. Passiamo una mezzoretta a parlare dei bei tempi andati e, prima di salutarci, ci consiglia di andare a Capo Testa: "non potete perdervelo".
Effettivamente....
Si riparte dopo una lunga sosta in direzione Porto Torres, o quasi... prima è d'obbligo una sosta-merenda a Castelsardo dalla nonna di uno dei nostri amici. Salumi nostrani, pane carasau, dolci al vino cotto e cannonau ghiacciato sono la ricetta perfetta per la nostra definitiva debacle enogastronomica. La ripartenza in direzione traghetto Porto Torres è quantomeno ardita, ma lo abbiamo preso.
Il resto è colazione in corso Italia a Genova e rapido ritorno al nord per rivedere la mia famiglia.
Che bella vacanza di amicizia e libertà!