Fender
16-12-2010, 10:10
Ciao ragà,
da oggi, ogni giorno (se ci riesco), posterò un capitolo di un libro che ho appena letto. E' scorrevole e veloce, scritto con caratteri molto grandi e si legge tutto d'un fiato. Sono delle lettere che l'autore scrive agli amici più cari. Leggete (se volete) e commentate...
Titolo: Lettere dalla Kirghisia
Autore: Silvano Agosti
Edizioni l'immagine
Kirghisia, 3 luglio. Prima lettera.
Cari amici,
non sono venuto in Kirghisia per mia volontà o per trascorrere le feria, ma per caso.
Improvvisamente ho assistito al miracolo di una società nascente, a misura d'uomo, dove ogniuno sembra poter gestire il proprio destino e la serenità permanente non è un'utopoia, ma un bene reale e comune.
Qui sembra essere accaduto tutto cio che negli altri paese del mondo, da secoli, non riesce ad accadere.
Arrivando in Kirghisia ho avoto la sensazione di ''tornare'' in un luogo nel quale in realtà non ero mai stato. Forse perchè da sempre sognavo che esistesse.
Per ragioni tecniche, l'aereo sul quale viaggiavo ha dovuto fare scalo due giorni nella capitale.
Qui in Kirghisia, in ogni settore pubblico e privato, non si lavora più di tre ore al giorno, a pieno stipendio, con la riserva di un'eventuale ora di straordinario. Le rimanenti 20 o 21 ore della giornata vengono dedicate al sonno, al cibo, alla creatività, all'amore, alla vita, a se stessi, ai propri figli e ai propri simili.
La produttività si è così triplicata, dato che una persona felice sembra essere in gardo di produrre, in un giorno, più di quanto un essere sottomesso riesca a produrre in una settimana. In questo contesto, il concetto di ''ferie'' appare goffo e perfino insensato, qui dove tutto sembra essere organizzato per festeggiare ogni giorno la vita.
L'attuale concetto occidentale di ferie, invece, risulta feroce, quanto la concezione stessa del alvoro, non soltanto perchè interferisce in modo profondo con il senso della libertà, ma perchè ne trasforma e deforma il significato. Nel periodo delle ferie, milioni di persone sono obbliagte a divertirsi, così come nel resto dell'anno sono obbligate a lavorare senza tregua, a sognae di trovare un lavoro o a guarire dai guasti delle malattie, causate da un'attività lavorativa coatta e quotidiana.Questo meccanismi delle otto ore lavorative ogni giorno, produce da sempre tensioni sociali, nevrosi, depressioni, malattie e soprattutto la sensazione precisa di perdere per sempre l'occasione della vita.
La proposta risanatrice di questi invisibili orrori, si è risolta nello stato della Kirghisia, dove è stata realizzata una serie di riforme che in pochi anni hanno modificato le abitudini e i comportamebti dei suoi cittadini.
La corruzione politica si è azzerata perchè in questo paese, chi appartiene all'apparato governativo, esercita il proprio ruolo in forma di volontariato, semplicemente continuando a mantenere per tutta la durata del mandato politico lo stessi stipendio che percepiva nella sua precedente attività. Quando ho saputo che ogni realtà politica nasce da una forma di volontariato, ho finalmente capito perchè, ogni volta che vedo un rappresentante del parlamento italiano parlare alla televisione, c'è qualcosa sul suo volto che rivela un'incolmabile lontananza da quello che sta dicendo. Ecco, ora mi è chiaro che chiunque abbia, come in nostri deputati occidentali, uno stipendio minimo di quaranta milioni di lire (circa 20.000 euro) al mese, non può in alcun modo essere convincente, in ciò che dice, pensa o fa.
Qui in Kirghisia, la possibilità di dedicare quotidianamente alla vita almeno mezza giornata ha consentito la realizzazione di rapporti completamente nuovi tra padri e figli, tra colleghi di lavoro e vicini di casa.
Finalmente i genitori hanno il tempo di conoscere veramente i loro figli.
I parchi sono ogni giorno ricolmi di presone e il traffico stradale è oltre quattro volte inferiroe, dato il variare degli orari di lavoro. Le fabbriche sono in attività produttiva continua, ma chi fa i turni di notte lavora solo due ore.
Già al terzo anno di questa singolare esperienza è stato rilevato un fenomeno molto importante. Il consumo di droghe, sigarette, alcoolici è dimonuito in modo quasi totale e i farmaci rimangono in gran parte invenduti.
Certo, tutto ciò può sembrare incredibile a chi, come voi cari amici, è costretto a credere che l'attuale organizzazione dell'esistenza in occidente sia la sola possibile.
In Kirghisia, la gestione dello stato, oltre a essere una forma di volontariato, si esprime in due governi, uno si occupa della gestione quotidiana della cosa pubblica, l'altro si dedica esclusivamente al miglioramento delle strutture.
Ho incontrato il Ministro per il Miglioramneto delle Attività lavorative che ha in progetto, nel prossimo quinquennio, di ridurre ulteriormente per tutti il lavoro obbligatorio a due ore al giorno invece delle attuali tre. Il Ministro è convinto che solo una umanità libera dal lavoro possa essere veramente produttiva.
E' anche certo che si possa scoprire l'operosità del fare, solo realizzando, nel tempo libero, ciò che si desidera.
Ho fatto bene a decidere di rimanere in Kirghisia, e non me ne andrò finchè continuerò ad avere questa strana sensazione di vivere, qui, all'interno di un sogno comune.
Un abbraccio a tutti.
da oggi, ogni giorno (se ci riesco), posterò un capitolo di un libro che ho appena letto. E' scorrevole e veloce, scritto con caratteri molto grandi e si legge tutto d'un fiato. Sono delle lettere che l'autore scrive agli amici più cari. Leggete (se volete) e commentate...
Titolo: Lettere dalla Kirghisia
Autore: Silvano Agosti
Edizioni l'immagine
Kirghisia, 3 luglio. Prima lettera.
Cari amici,
non sono venuto in Kirghisia per mia volontà o per trascorrere le feria, ma per caso.
Improvvisamente ho assistito al miracolo di una società nascente, a misura d'uomo, dove ogniuno sembra poter gestire il proprio destino e la serenità permanente non è un'utopoia, ma un bene reale e comune.
Qui sembra essere accaduto tutto cio che negli altri paese del mondo, da secoli, non riesce ad accadere.
Arrivando in Kirghisia ho avoto la sensazione di ''tornare'' in un luogo nel quale in realtà non ero mai stato. Forse perchè da sempre sognavo che esistesse.
Per ragioni tecniche, l'aereo sul quale viaggiavo ha dovuto fare scalo due giorni nella capitale.
Qui in Kirghisia, in ogni settore pubblico e privato, non si lavora più di tre ore al giorno, a pieno stipendio, con la riserva di un'eventuale ora di straordinario. Le rimanenti 20 o 21 ore della giornata vengono dedicate al sonno, al cibo, alla creatività, all'amore, alla vita, a se stessi, ai propri figli e ai propri simili.
La produttività si è così triplicata, dato che una persona felice sembra essere in gardo di produrre, in un giorno, più di quanto un essere sottomesso riesca a produrre in una settimana. In questo contesto, il concetto di ''ferie'' appare goffo e perfino insensato, qui dove tutto sembra essere organizzato per festeggiare ogni giorno la vita.
L'attuale concetto occidentale di ferie, invece, risulta feroce, quanto la concezione stessa del alvoro, non soltanto perchè interferisce in modo profondo con il senso della libertà, ma perchè ne trasforma e deforma il significato. Nel periodo delle ferie, milioni di persone sono obbliagte a divertirsi, così come nel resto dell'anno sono obbligate a lavorare senza tregua, a sognae di trovare un lavoro o a guarire dai guasti delle malattie, causate da un'attività lavorativa coatta e quotidiana.Questo meccanismi delle otto ore lavorative ogni giorno, produce da sempre tensioni sociali, nevrosi, depressioni, malattie e soprattutto la sensazione precisa di perdere per sempre l'occasione della vita.
La proposta risanatrice di questi invisibili orrori, si è risolta nello stato della Kirghisia, dove è stata realizzata una serie di riforme che in pochi anni hanno modificato le abitudini e i comportamebti dei suoi cittadini.
La corruzione politica si è azzerata perchè in questo paese, chi appartiene all'apparato governativo, esercita il proprio ruolo in forma di volontariato, semplicemente continuando a mantenere per tutta la durata del mandato politico lo stessi stipendio che percepiva nella sua precedente attività. Quando ho saputo che ogni realtà politica nasce da una forma di volontariato, ho finalmente capito perchè, ogni volta che vedo un rappresentante del parlamento italiano parlare alla televisione, c'è qualcosa sul suo volto che rivela un'incolmabile lontananza da quello che sta dicendo. Ecco, ora mi è chiaro che chiunque abbia, come in nostri deputati occidentali, uno stipendio minimo di quaranta milioni di lire (circa 20.000 euro) al mese, non può in alcun modo essere convincente, in ciò che dice, pensa o fa.
Qui in Kirghisia, la possibilità di dedicare quotidianamente alla vita almeno mezza giornata ha consentito la realizzazione di rapporti completamente nuovi tra padri e figli, tra colleghi di lavoro e vicini di casa.
Finalmente i genitori hanno il tempo di conoscere veramente i loro figli.
I parchi sono ogni giorno ricolmi di presone e il traffico stradale è oltre quattro volte inferiroe, dato il variare degli orari di lavoro. Le fabbriche sono in attività produttiva continua, ma chi fa i turni di notte lavora solo due ore.
Già al terzo anno di questa singolare esperienza è stato rilevato un fenomeno molto importante. Il consumo di droghe, sigarette, alcoolici è dimonuito in modo quasi totale e i farmaci rimangono in gran parte invenduti.
Certo, tutto ciò può sembrare incredibile a chi, come voi cari amici, è costretto a credere che l'attuale organizzazione dell'esistenza in occidente sia la sola possibile.
In Kirghisia, la gestione dello stato, oltre a essere una forma di volontariato, si esprime in due governi, uno si occupa della gestione quotidiana della cosa pubblica, l'altro si dedica esclusivamente al miglioramento delle strutture.
Ho incontrato il Ministro per il Miglioramneto delle Attività lavorative che ha in progetto, nel prossimo quinquennio, di ridurre ulteriormente per tutti il lavoro obbligatorio a due ore al giorno invece delle attuali tre. Il Ministro è convinto che solo una umanità libera dal lavoro possa essere veramente produttiva.
E' anche certo che si possa scoprire l'operosità del fare, solo realizzando, nel tempo libero, ciò che si desidera.
Ho fatto bene a decidere di rimanere in Kirghisia, e non me ne andrò finchè continuerò ad avere questa strana sensazione di vivere, qui, all'interno di un sogno comune.
Un abbraccio a tutti.