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Visualizza Versione Completa : carlo talamo



metallico
17-09-2008, 22:06
c'è qualcuno che mi sa raccontare un pò la storia?
in giro spesso sento giudizzi diversi...
ho cercato su net,ma ho trovato poco e niente...

Fat King
17-09-2008, 22:13
http://www.harleyvillage.it/k-talamo.htm

bafio76
17-09-2008, 22:15
Hai provato qui (http://www.fedrotriple.it/carlotalamo.htm)?

Ciao
:byby:

metallico
17-09-2008, 22:22
grazie fat,in parte sono cose che sapevo
non della triumph però.

ma come mai c'è chi lo ama e chi lo odia?
dall'articolo si capisce solo che era un grande manager e "pubblicitario" se mi passate il termine!

metallico
17-09-2008, 22:28
Hai provato qui (http://www.fedrotriple.it/carlotalamo.htm)?

Ciao
:byby:

qui è molto più interessante...

Fat King
17-09-2008, 22:30
Bisogna che intervengano i Vecchi Harleysti del forum che l'hanno conosciuto di persona

Io sono vecchio anagraficamente ma come harleysta sono ancora adolescente e mi faccio ancora le pugnette (mentali)

metallico
17-09-2008, 22:48
Bisogna che intervengano i Vecchi Harleysti del forum che l'hanno conosciuto di persona

Io sono vecchio anagraficamente ma come harleysta sono ancora adolescente e mi faccio ancora le pugnette (mentali)

ti dirò lui è nato il 18 novembre io il 19..
già qui capisco perchè è odiato o amato :happy7:

di sicuro tanti gli devono qualcosa...

io poi sono ancora uno spermatozooo harleista... :happy4:

bell412
18-09-2008, 03:35
ti dirò lui è nato il 18 novembre io il 19..
già qui capisco perchè è odiato o amato :happy7:

di sicuro tanti gli devono qualcosa...

io poi sono ancora uno spermatozooo harleista... :happy4:

Peche che abbiamo di strano noi nati il 19 novembre????? :beer:

l'impicciona
18-09-2008, 06:09
...sono passati + di 12 anni quando in un edicola sull'ultima pagina di una rivista lessi questa:

Era nera.
Come una locomotiva.
E profumava d’olio.
Di chilometri.
Il calore che emanava lo potevi sentire a dieci passi.
Fango e sporco testimoniavano di strade lontane.
Io avevo otto anni. quella motocicletta, sola nel caldo
di un pomeriggio di tanto tempo fa, quella motocicletta
io non posso dimenticarla.
La pelle delle vecchie borse doveva aver visto temporali,
vento e lunghe giornate di sole.
Vivevo allora in un paesino del sud dell’Italia.
Motociclette ce n’erano poche.
Di una Parilla mi ricordo. E di una Guzzi. Rossa.
La vecchia motocicletta straniera che odorava di territori
lontanissimi riempiva la piazza.
Ed i miei occhi di bambino.
Forza. Nei suoi grandi cilindri rigati d’olio.
Solitudine. Nella sella di cuoio che non poteva ospitare passeggeri.
Qualcuno, dietro di me, mormorò un nome. Con rispetto mi sembrò.
Io non lo sapevo allora, ma quel nome avrebbe accompagnato la mia vita.
È con me da tanto tempo.
Mi vive accanto.
Fortemente.
Era l’estate del ‘59. In Calabria.
Era una Harley-Davidson.
Aveva attraversato l’oceano.
E probabilmente la guerra.
Un uomo traversò la piazza.
Forse mi sorrise.
E quando la polvere si dissolse dietro al profondo suono di quel vecchio motore,
poche macchie d’olio sulla terra ricordavano dolcemente il suo passaggio.
Un caldo odore di benzina mi circondò per un attimo.
(Carlo Talamo )


ricorderò sempre quell'attimo

ora ho un harley ..........

fabioRR
18-09-2008, 07:15
...e vissero felici e contenti !!!


...sono passati + di 12 anni quando in un edicola sull'ultima pagina di una rivista lessi questa:

Era nera.
Come una locomotiva.
E profumava d’olio.
Di chilometri.
Il calore che emanava lo potevi sentire a dieci passi.
Fango e sporco testimoniavano di strade lontane.
Io avevo otto anni. quella motocicletta, sola nel caldo
di un pomeriggio di tanto tempo fa, quella motocicletta
io non posso dimenticarla.
La pelle delle vecchie borse doveva aver visto temporali,
vento e lunghe giornate di sole.
Vivevo allora in un paesino del sud dell’Italia.
Motociclette ce n’erano poche.
Di una Parilla mi ricordo. E di una Guzzi. Rossa.
La vecchia motocicletta straniera che odorava di territori
lontanissimi riempiva la piazza.
Ed i miei occhi di bambino.
Forza. Nei suoi grandi cilindri rigati d’olio.
Solitudine. Nella sella di cuoio che non poteva ospitare passeggeri.
Qualcuno, dietro di me, mormorò un nome. Con rispetto mi sembrò.
Io non lo sapevo allora, ma quel nome avrebbe accompagnato la mia vita.
È con me da tanto tempo.
Mi vive accanto.
Fortemente.
Era l’estate del ‘59. In Calabria.
Era una Harley-Davidson.
Aveva attraversato l’oceano.
E probabilmente la guerra.
Un uomo traversò la piazza.
Forse mi sorrise.
E quando la polvere si dissolse dietro al profondo suono di quel vecchio motore,
poche macchie d’olio sulla terra ricordavano dolcemente il suo passaggio.
Un caldo odore di benzina mi circondò per un attimo.
(Carlo Talamo )


ricorderò sempre quell'attimo

ora ho un harley ..........

henzo
18-09-2008, 07:54
Una sua poesia...
“C’è una motocicletta che se ne frega delle mode, e dagli altri non ha copiato niente. E’ in giro da cent’anni. Ma non è cambiata cento volte. Ha due cilindri e un carburatore e poche valvole e pochi pezzi per restare una motocicletta, per durare nel tempo. C’è un motore che vibra e che vive, che è vero, che non divide nulla con la tecnologia spaziale. C’è ancora qualcuno che misura la leggenda in secoli e non in secondi, c’è un sistema di essere felici a 30 all’ora, c’è un modo di andare in motocicletta senza sfidare il mondo intero, ci sono spazi che vale la pena ancora di vedere al rallentatore, senza record casello-casello, senza duecentosettanta all’ora, senza spaccare una gomma in mille chilometri, c’è una motocicletta che non batterà limiti di accelerazione, che ha sconfitto tutti gli attacchi. Una motocicletta che può girare senza il nome sul serbatoio e senza essere scambiata per qualcun altro. Sono ancora in giro per il mondo e per l’Italia, quelle belle motociclette semplici, sane, robuste, figlie del cuore e non del computer. Quelle motociclette alle quali voglio bene.”

freddy.dj
18-09-2008, 08:02
Odiato, amato...
Era una persona tenace, che ha inseguito un sogno per tutta la vita, fregandosene di quello che potevano pensare gli altri. Per questo ci sono stati amici e nemici.
A volte forse se ne fregava un pochino troppo ma, come al solito, tutti diventano santi quando scompaiono.

Fuzdyna
18-09-2008, 08:17
mi interessa molto il suo modo e la sua passione di essere imprenditore

john denver
18-09-2008, 08:24
Prima che conoscessi l'harley mi lasciò molto perplesso una sua frase:



SE HAI I SOLDI TI COMPERI L'HARLEY ALTRIMENTI NO.....


Penso che questo era l'essenza un pò milanese di vedere l'harleysta italiano, oggi c'è la AGOS che permatte a tutti di averne una.....

Littleblack
18-09-2008, 08:25
...sono passati + di 12 anni quando in un edicola sull'ultima pagina di una rivista lessi questa:

Era nera.
Come una locomotiva.
E profumava d’olio.
Di chilometri.
Il calore che emanava lo potevi sentire a dieci passi.
Fango e sporco testimoniavano di strade lontane.
Io avevo otto anni. quella motocicletta, sola nel caldo
di un pomeriggio di tanto tempo fa, quella motocicletta
io non posso dimenticarla.
La pelle delle vecchie borse doveva aver visto temporali,
vento e lunghe giornate di sole.
Vivevo allora in un paesino del sud dell’Italia.
Motociclette ce n’erano poche.
Di una Parilla mi ricordo. E di una Guzzi. Rossa.
La vecchia motocicletta straniera che odorava di territori
lontanissimi riempiva la piazza.
Ed i miei occhi di bambino.
Forza. Nei suoi grandi cilindri rigati d’olio.
Solitudine. Nella sella di cuoio che non poteva ospitare passeggeri.
Qualcuno, dietro di me, mormorò un nome. Con rispetto mi sembrò.
Io non lo sapevo allora, ma quel nome avrebbe accompagnato la mia vita.
È con me da tanto tempo.
Mi vive accanto.
Fortemente.
Era l’estate del ‘59. In Calabria.
Era una Harley-Davidson.
Aveva attraversato l’oceano.
E probabilmente la guerra.
Un uomo traversò la piazza.
Forse mi sorrise.
E quando la polvere si dissolse dietro al profondo suono di quel vecchio motore,
poche macchie d’olio sulla terra ricordavano dolcemente il suo passaggio.
Un caldo odore di benzina mi circondò per un attimo.
(Carlo Talamo )


ricorderò sempre quell'attimo

ora ho un harley ..........

quoto, anch'io ho questo ricordo di un'ultima pagina, tutta nera, di rivista di moto, con una prosa di talamo e la figura di un'HD... ma dovevo essere alle elementari... indimenticabile comunque.

:happy5:

pisanji
18-09-2008, 08:32
..che dire, l'ho conosciuto nel corso degli ultimi palle quadre, poi frequentando le mangiate al vecchio porco con Lamberto e Marzia..ecc.ecc...
forse un personaggio sopra le righe ma comunque capace di farsi voelre bene dai suoi collaboratori, grande oratore e stimolatore....a livello imprenditoriale e' sotto gli occhi di tutti quello che ha fatto

numero uno - numero tre - gialloquaranta - 13/quaranta -

forse il suo essere sopra le righe e il conoscerlo in maniera superficiale faceva si che non lo amassi ma nemmeno odiassi in maniera particolare

comunque grazie a lui giro in Harley dal 1991.:ok:

ciao.

Bart
18-09-2008, 08:34
...e vissero felici e contenti !!!

nessuno ha comprato l'harley con la testa, ma solo per quello che gli ha evocato. poi la ha interpretata. ma la radice è la stessa.
il biker più vero, quello più duro, il commercialista si sono tutti seduti sulla moto col sorriso da ebete.

talamo ha enfatizzato questa nostra debolezza, l'ha fatta uscire allo scoperto, l'ha tramutata in un concreto impulso all'acquisto. insomma ha fatto quello che la MoCo, il cinema, la musica, il mito fanno di continuo.

ora possiamo dirci che noi ne siamo indenni, che no, non vale per noi, che l'harley di un fighetto non è come la nostra, che quell'harley è un oggetto e questa una scelta di vita. ma è una bugia.

bobrock62
18-09-2008, 08:38
...sono passati + di 12 anni quando in un edicola sull'ultima pagina di una rivista lessi questa:

Era nera.
Come una locomotiva.
E profumava d’olio.
Di chilometri.
Il calore che emanava lo potevi sentire a dieci passi.
Fango e sporco testimoniavano di strade lontane.
Io avevo otto anni. quella motocicletta, sola nel caldo
di un pomeriggio di tanto tempo fa, quella motocicletta
io non posso dimenticarla.
La pelle delle vecchie borse doveva aver visto temporali,
vento e lunghe giornate di sole.
Vivevo allora in un paesino del sud dell’Italia.
Motociclette ce n’erano poche.
Di una Parilla mi ricordo. E di una Guzzi. Rossa.
La vecchia motocicletta straniera che odorava di territori
lontanissimi riempiva la piazza.
Ed i miei occhi di bambino.
Forza. Nei suoi grandi cilindri rigati d’olio.
Solitudine. Nella sella di cuoio che non poteva ospitare passeggeri.
Qualcuno, dietro di me, mormorò un nome. Con rispetto mi sembrò.
Io non lo sapevo allora, ma quel nome avrebbe accompagnato la mia vita.
È con me da tanto tempo.
Mi vive accanto.
Fortemente.
Era l’estate del ‘59. In Calabria.
Era una Harley-Davidson.
Aveva attraversato l’oceano.
E probabilmente la guerra.
Un uomo traversò la piazza.
Forse mi sorrise.
E quando la polvere si dissolse dietro al profondo suono di quel vecchio motore,
poche macchie d’olio sulla terra ricordavano dolcemente il suo passaggio.
Un caldo odore di benzina mi circondò per un attimo.
(Carlo Talamo )


ricorderò sempre quell'attimo

ora ho un harley ..........

Ma per favore!!!Roba da baci Perugina:smashfreakb:

bobrock62
18-09-2008, 08:39
Odiato, amato...
Era una persona tenace, che ha inseguito un sogno per tutta la vita, fregandosene di quello che potevano pensare gli altri. Per questo ci sono stati amici e nemici.
A volte forse se ne fregava un pochino troppo ma, come al solito, tutti diventano santi quando scompaiono.

Ottima definizione!:ok:

john denver
18-09-2008, 08:40
nessuno ha comprato l'harley con la testa, ma solo per quello che gli ha evocato. poi la ha interpretata. ma la radice è la stessa.
il biker più vero, quello più duro, il commercialista si sono tutti seduti sulla moto col sorriso da ebete.

talamo ha enfatizzato questa nostra debolezza, l'ha fatta uscire allo scoperto, l'ha tramutata in un concreto impulso all'acquisto. insomma ha fatto quello che la MoCo, il cinema, la musica, il mito fanno di continuo.

ora possiamo dirci che noi ne siamo indenni, che no, non vale per noi, che l'harley di un fighetto non è come la nostra, che quell'harley è un oggetto e questa una scelta di vita. ma è una bugia.

:happy6::happy6::happy6::happy6::happy6::happy6::h appy6::happy6::happy6:

questo intendo quando parlo di me come un FIGHETTO IMPOMATATO

bobrock62
18-09-2008, 08:41
Prima che conoscessi l'harley mi lasciò molto perplesso una sua frase:



SE HAI I SOLDI TI COMPERI L'HARLEY ALTRIMENTI NO.....


Penso che questo era l'essenza un pò milanese di vedere l'harleysta italiano, oggi c'è la AGOS che permatte a tutti di averne una.....

Ecco la tipica filosofia che aleggiava in Numero UNO alla fine degli anni 80. :fuck2:

fabioRR
18-09-2008, 08:43
..non conosco talamo e la sua storia (se non molto marginalmente)...all'Harley ci sono arrivato lo stesso e senza farmi raccontare quello che avrei voluto essere guidandola...questa e' la mia storia.

per il resto ti do' ragione ...e' solo la legge del mercato e del marketing......
e per questo che sto trattando l'acquisto di un FZR 100 ex up...l'ultima vera moto sportiva:happy3:





nessuno ha comprato l'harley con la testa, ma solo per quello che gli ha evocato. poi la ha interpretata. ma la radice è la stessa.
il biker più vero, quello più duro, il commercialista si sono tutti seduti sulla moto col sorriso da ebete.

talamo ha enfatizzato questa nostra debolezza, l'ha fatta uscire allo scoperto, l'ha tramutata in un concreto impulso all'acquisto. insomma ha fatto quello che la MoCo, il cinema, la musica, il mito fanno di continuo.

ora possiamo dirci che noi ne siamo indenni, che no, non vale per noi, che l'harley di un fighetto non è come la nostra, che quell'harley è un oggetto e questa una scelta di vita. ma è una bugia.

freddy.dj
18-09-2008, 08:51
Io di Talamo ho conosciuto quello che ha fatto, ma delle Harley ero appassionato fino da piccolo, i miei quaderni delle elementari (fine anni 70) lo testimoniano, con le ultime pagine colme di disegni di chopperini stilizzati, dettagli di fari e forcelle, disegni di improbabili garage nel deserto.
Apprezzo la tenacia di un uomo che é riuscito a fare del suo piú grande sogno il suo lavoro, ma la moto io la sognavo prima che lui la importasse. Sono passati 25 anni dai disegnetti sui quaderni ad avere la possibilitá di guidarne una e poterlo fare lo devo solo a me stesso e alle scelte che ho fatto.

Joker
18-09-2008, 08:57
Io di Talamo ho conosciuto quello che ha fatto, ma delle Harley ero appassionato fino da piccolo, i miei quaderni delle elementari (fine anni 70) lo testimoniano, con le ultime pagine colme di disegni di chopperini stilizzati, dettagli di fari e forcelle, disegni di improbabili garage nel deserto.
Apprezzo la tenacia di un uomo che é riuscito a fare del suo piú grande sogno il suo lavoro, ma la moto io la sognavo prima che lui la importasse. Sono passati 25 anni dai disegnetti sui quaderni ad avere la possibilitá di guidarne una e poterlo fare lo devo solo a me stesso e alle scelte che ho fatto.

Freddy e la sua fidanzatina ai tempi delle elementari

http://www.fedrotriple.it/agg_gen2004/N-Uno-2-ann_92b.jpg


:talk1::talk1::talk1:

monegasque
18-09-2008, 09:15
Prima che conoscessi l'harley mi lasciò molto perplesso una sua frase:

SE HAI I SOLDI TI COMPERI L'HARLEY ALTRIMENTI NO.....

Penso che questo era l'essenza un pò milanese di vedere l'harleysta italiano, oggi c'è la AGOS che permette a tutti di averne una.....

Ecco, partirei da qui.
Carlo Talamo NON era milanese di nascita e del milanese ( per voi non lombardi bauscia, strafottente, bullo etc... ) non aveva proprio niente secondo me, se non la capacità di pensare al lavoro 24/7 !
Personaggio controcorrente dotato di rara fantasia, estro e certamente di intelligenza superiore, Talamo intuì che per vendere un marchio ormai morto, sotto forma di moto obsolete piene di difetti e che "costavano come un appartamento", bisognava posizionare il prodotto in maniera alternativa. Essendo all'inizio, se non erro nel 1984, Talamo agì sulla leva del prezzo e sull'esclusività, per tentare di vendere sulla piazza di Milano, le prime poche e timide HD. Conoscendo molto bene le leve del mkt e la testa degli appassionati meneghini, puntò proprio sulla rarità e sulla diversità della moto HD; non solo iniziò ( sosteneva per mancanza di mezzi economici, ma io non ci credo ) a creare le prime campagne pubblicitarie dedicate alla carta stampata, fatte anche solo di testo ( le famose poesie ), ma ebbe la fortuna di solleticare la fantasia di molti opinion leader e/o personaggi dello spettacolo che comprarono una HD diventando involontari ma entusiasti testimonial. ( vedi anche il libro Cilindri,bulloni&Facce )
La fortuna si materializzò sotto forma di un nuovo motore, l'EVO che conferì a HD una nuova vita e una dignità di mercato molto più accettabile. Un successo, la strada divenne in discesa.
Da quì l'escalation strepitosa. Concessionarie in tutta italia, l'invenzione dei raduni pallequadre con lui, certamente eccentrico-egocentrico, sempre in primo piano.
Non solo: l'avventura come importatore Rolls Royce/Bentley ( fu troppo avanti sui tempi ) e Triumph, con la quale, seppure con modalità differenti, confermò il successo precedente di HD.
La mia attenzione si rivolgeva alle special che realizzava per se stesso; moto sempre interessanti e piene di spunti intelligenti e originali.
Non dimentico ad esempio che a lui si deve la creazione del Softail Night Train. La moda del total-nero opaco anche sulle auto: ricordo una Rolls Silver Shadow almeno 15 anni fa, fece scalpore e orrore! Oggi si verniciano anche le Ferrari nuove così.
Raccontare tutta la storia qui sarebbe troppo lungo.
Io ammiravo tanto Talamo per il coraggio di essere controcorrente e bastian contrario, ma anche per la straordinaria concretezza imprenditoriale unita a una passione per auto e moto, difficilmente riscontrabile ai giorni nostri.
Riprendo dall'affermazione quotata qui sopra: "SE HAI I SOLDI TI COMPERI L'HARLEY ALTRIMENTI NO.." Affermazione allora inevitabile e a mio avviso sacrosanta. Io avrei detto la stessa cosa. Sarebbe come oggi affermare : " SE vuoi un Chrono Richard Mille, paghi! Altrimenti indossa pure uno Swatch !" All'inizio Talamo fece benissimo a posizionare HD nell'ambito dell'esclusività; il fenomeno dopo pochi anni gli esplose tra le mani e vario' di conseguenza anche la strategia commerciale, addirittura creando una seconda rete di vendita parallela chiamata "Americana" per vendere Sportster, attirando però le ire della MOCO !
Le ombre secondo me : a pelle non mi era simpatico; gli atteggiamenti da guru sfacciato e il modo di porsi eccessivamente fuori dagli schemi, me lo facevano vedere come un attore triste ma arrogante, più che un imprenditore. Sbagliavo, anche perchè non considerai che era un timido fondamentalmente. Comunque troppo lontano da me per apprezzarlo a fondo; successivamente confessai a me stesso di ammirarlo e stimarlo proprio perchè gli opposti si attraggono!
Per contro devo ammettere che nelle poche occasioni in cui ho avuto a che fare con lui, si dimostrò gentilissimo e molto disponibile.
Un genio straordinario, dotato di tutte le contraddizioni presenti nelle testa e nel modo di porsi appunto dei genii.

M.

73's B.M.F.
18-09-2008, 09:24
anche io di storie ne ho sentite tante, ma ho avuto la fortuna di conoscerlo e mi ha anche dato una gran mano...estate '97, fermo ad un semaforo a Roma intento a scappare verso il mare per non pensare avendo appena dato l'ultimo saluto a mia nonna...il potato, potato, mi tira un pò su...verde, riparto, uno zelante vigile motociclista si butta in mezzo alla strada rischiando di farmi cadere pur di bloccarmi...appena fermo mi fa vedere tre libretti di harley sequestrati in giornata e capisco come sarebbe andata a finire...nonostante le marmitte fossero le originali ed i numeri delle stesse erano quelli riportati sul libretto me lo ritirò...a nulla valsero le mie spiegazioni...al mare andai uguale e rischiai di squagliare l'evo...il giorno dopo iniziò la mia battaglia legale supportata proprio da Talamo, per il tramite del gentleman Fabrizio Farinelli allora dealer di via Spaventa, che mi procurò le schede tecniche della moto, foto delle marmitte montate di serie e spoprattutto un dichiarazione autografa che certificava che le mie marmitte ed i numeri impressi sulle stesse erano proprio quelli....GIUSTI!!! Vinsi il ricorso:bootyshake:, mi ripresi il libretto senza passare per la revisione e ringraziai Talamo di persona la prima volta che venne a Roma...
A prescindere da tutte le chiacchiere credo che oggi un" servizio" del genere sarebbe inimmaginabile e che con storie di questo tipo il marketing e qualsivoglia forma di customer care moderne non c'entrino niente...quella era PASSIONE!!! :happy5:

Fat King
18-09-2008, 09:52
"...........La fortuna si materializzò sotto forma di un nuovo motore, l'EVO che conferì a HD una nuova vita e una dignità ................"

Alla faccia di tutti gli SPA

(Shovelisti Perennemente Appiedati)

Ih! Ih! Ih! :happy7::happy7::happy7::happy7:



Mi spiegate cos'era "Americana" ?

Sono anni che ne sento parlare ma non ho mai capito chi fossero

migs
18-09-2008, 09:53
da cliente dal 93 della Numero Uno l'ho incontrato più volte e al di la di un rapporto cliente/fornitore è sempre stato una figura affascinante... da frequentatore quotidiano della concessionaria ancora oggi posso dire che i pareri (sui quali non voglio entrare) sono assai discordanti ma ormai la figura è assurta a mito come, forse giustamente, capita a tutte le persone che dopo aver combinato molto scompaiono prematuramente

mi è capitato di fare ordine per una raccolta di suoi scritti e materiale vario, pubblicità foto etc ect... ho sul pc questo... copyright permettendo vi posterò se interessa anche altro materiale

Quando ero piccolo abitavo in una grande casa che stava lontano da qui.
Alle volte ero felice. Alle volte no.
Nella mia camera c'era un grande armadio.
Ne avevo sgombrato una piccola parte. Ci avevo messo dei cuscini,
della cioccolata, un po di biscotti, i giornalini e una lampada tascabile.
Anche l'aranciata, il fucile a tappi ed i Dinky Toys.
Quando il mondo diventava inospitale entravo nell'armadio.
Il mio armadio era il rifugio a cui tornare quando le tempeste della mia piccola vita parevano insopportabili.
Nel mio armadio cessava la paura, non mi rosicavo piu' le unghie,
mio padre non sembrava poi cosi' severo e le cose ritrovavano una prospettiva che io potevo affrontare.
L'armadio era la mia sicurezza, la mia forza, il mio rifugio e la mia energia.
Magari il mio psicoanalista.
Ogni tanto mi manca il mio armadio.
Come manca a tutti noi.
Perchè crescendo, le tempeste sembrano sempre piu' spaventose.
Perchè nel mondo degli adulti si vive in corsia di sorpasso e le cose succedono molto in fretta.
Ecco perchè un giorno amai una Harley.
Bassa, nera, strana come il buio, mi sembrò amica e sorella.
Presente e silenziosa anche se vibrava da terremoto e aveva voce da bombardiere. L'Harley è ancora con me.
Ed è il mio armadio. Con lei scappo dalla vita quando c'è bisogno di un minuto, di un ora, un giorno di assenza. Di respiro.
Quando le cose che sembrano sbagliate hanno bisogno di riprendere il verso naturale.
Perche l'Harley è serena, cosi' tranquilla,
cosi' forte dopo cento anni passati fuori dal mucchio e dalla competizione,
lei era gia' qui prima di me e restera'.
In questo mondo che va di corsa per la sua strada. Senza copiare nessuno.
Copiata senza dignita' da tutti quelli che non sapranno mai copiare il suo grande cuore

Succede così.
Succede molto spesso.
Che il mondo diventi scuro.
E le giornate di ferro.
Io me ne frego.
Io c'ho la moto.
Che è bassa.
Con le cromature.
Nerissima.
Che con le vibrazioni ci sposto la dentiera a quella del quarto piano.
Io con la mia moto ci vado a spasso.
Da solo.
Non guardo nessuno.
Soltanto quello che sta oltre la strada.
Mi piaccione le pecore.
E molto le galline.
I contadini nei campi.
E se vedo le margherite tiro su forte col naso.
Spesso non sento nulla.
A volte mi aspiro un moscerino.
Quando ci sono le curve guardo l'asfalto e le sue buche.
Il suo colore.
E quando piove tiro due bestemmie e poi penso che non importa.
E dopo sull'autostrada mentre me ne torno a casa, mi allungo sulla sella e godo il suono di sto motorone che gira basso.
E spinge forte.
Come quando mio padre mi prendeva a calci.
Il mondo è dolce stasera.
la vita è bella stasera.
La città la attraverso a zigozago per fare più lunga la strada del ritorno


Io lo vedo dalle ombre della ruggine.
Dal brillare che manca da troppo tempo.
Lo vedo da tutto il nero che sta, sempre più nero, sotto al tuo motore.
Io lo vedo che invecchi.
Vedo l’olio che abbraccia lievemente tutto il lucido che avevi.
Sento che ogni tanto sei stanca. Come me.
Una ruga, un filo di grasso che ieri non c’era.
Forse un pensiero. Che ieri era dolce ed oggi è come temporale.
Non c’entrano gli anni. Non c’entra la fatica.
C’entra quello che abbiamo visto.
Il male che ci hanno fatto.
Ma il sole torna sempre.
E delle volte ti vedo bambina.
Ti vedo come quel giorno, quando nascesti nella mia vita.
Con i raggi che brillavano nel sole.

La vernice che scottava e toccarla era un piacere.
Il motore incerto e pigro nei primi chilometri.
Ne è passato di tempo e di strada.
Ne abbiamo visto di mondo.
Ne abbiamo avuto di freddo.
E abbiamo riso.
E una volta ti ho spinta per sei chilometri.
E però ci siamo divertiti.
E le rughe non le sento più.
E quel fumo leggero che vien fuori dagli scarichi è senz’altro allegria.
Non può essere olio.
Ma poi ti guardo nel tappo e capisco che hai sete.
Ho sete anch’io e siamo in un bar.
Io dentro che bevo e tu fuori che stai lì.
C’è una ragazza bionda che mi parla.
Io intanto bevo.

E lei dice che mi conosce.
E io penso che ho sete.
E lei dice cosa fai dopo.
E tu stai lì.
E forse fa freddo.
E più tardi torneremo a casa assieme.
E guiderai tu.
Piano, pianino, con quel suonaccio irriverente che fai tu.
E la notte sarà più calda.
Abitata dagli scoppi che si perdono chissà dove
E dormiremo poi.
Nel mio letto io.
Nel tuo garagino tu.

C'e' una motocicletta che se ne frega delle mode.
E dagli altri non ha copiato niente.
E' in giro da cent'anni.Ma non e' cambiata cento volte.
Ha due cilindri e un carburatore.E poche valvole e pochi pezzi.
Per restare una motocicletta.
Per durare nel tempo.
C'e' un motore che vibra e vive.che e' vero.
Che non divide nulla con la tecnologia spaziale.
C'e ancora qualcuno che misura la leggenda in secoli e non in secondi.
C'e' un sistema di essere felici a 30 all'ora.
C'e un modo di andare in motocicletta senza sfidare il mondo intero.
Ci sono spazi che vale la pena ancora di vedere al rallentatore.senza record casello-casello.Senza duecentosettantaallora. senza spaccare una gomma in mille kilometri.c'e una motocicletta che non battera' limiti di accelerazione.
Che ha sconfitto tutti gli attacchi.
Una motocicletta tanto imitata.
Che e' rimasta se stessa.
Che ha superato le mode.
Andando per la sua strada con dignita'.
Una motocicletta che puo' girare senza il nome sul serbatoio.
E senza essere scambiata con qualcun 'altro.
Sono ancora in giro per il mondo e per l'Italia, quelle belle motociclette semplici,sane,robuste.figlie del cuore,non del computer.
Quelle motociclette alle quali voglio bene.

Ho cominciato a desiderare una Harley che ero piccolo
Ma così piccolo che mi sembrava non sarei diventato grande mai
La patente pareva più lontana dell’America. E i soldi dper averla
Non sarebbero mai entrati nella cassafortina dei miei risparmi
Però io l’Harley la volevo. E questa idea è rimasta con me
Mentre giocavo e crescevo, mentre mi annoiavo sui banchi di scuola.
Mentre dolcemente spiavo le prime bellissime bambine
Che mi facevano battere il cuore. Poi improvvisamente il tempo cominciò
Ad accelerare. Arrivò la patente. I primi lavoretti stentati
E i risparmi crescevano lentamente e un po’ li spendevo con le ragazze
E in discoteca. Poi un giorno, davanti al mio naso
E sotto le mie mani la mia prima Harley. Che la mia vita
non fu più la stessa Perché l’Harley è come un amico
forte e sincero. Che ti sta accanto facendoti stare bene
E se tu che mi leggi sei bambino come lo sono io,
io spero tanto che una Harley un giorno possa esserti
fortemente accanto come lo è stata a me

Io lo vedo dalle ombre della ruggine.
Dal brillare che manca da troppo tempo.
Lo vedo da tutto il nero che sta, sempre più nero,
sotto al tuo motore.
Io lo vedo che invecchi.
Vedo l'olio che abbraccia lievemente tutto il lucido che avevi.
Sento che ogni tanto sei stanca. Come me.
Una ruga, un filo di grasso che ieri non c'era.
Forse un pensiero. Che ieri era dolce ed oggi è come temporale.
Non c'entrano gli anni. Non c'entra la fatica.
C'entra quello che abbiamo visto.
Il male che ci hanno fatto.
Ma il sole torna sempre.
E delle volte ti vedo bambina.
Ti vedo come quel giorno, quando nascesti nella mia vita.
Con i raggi che brillavano nel sole.



La vernice che scottava e toccarla era un piacere.
Il motore incerto e pigro nei primi chilometri.
Ne è passato di tempo e di strada.
Ne abbiamo visto di mondo.
Ne abbiamo avuto di freddo.
E abbiamo riso.
E una volta ti ho spinta per sei chilometri.
E però ci siamo divertiti.
E le rughe non le sento più.
E quel fumo leggero che vien fuori dagli scarichi è senz'altro allegria.
Non può essere olio.
Ma poi ti guardo nel tappo e capisco che hai sete.
Ho sete anch'io e siamo in un bar.
Io dentro che bevo e tu fuori che stai lì.
C'è una ragazza bionda che mi parla.
Io intanto bevo.



E lei dice che mi conosce.
E io penso che ho sete.
E lei dice cosa fai dopo.
E tu stai lì.
E forse fa freddo.
E più tardi torneremo a casa assieme.
E guiderai tu.
Piano, pianino, con quel suonaccio irriverente che fai tu.
E la notte sarà più calda.
Abitata dagli scoppi che si perdono chissà dove
E dormiremo poi.
Nel mio letto io.


Titolo?


Era nera.
Come una locomotiva.
E profumava d'olio.
Di chilometri.
Il calore che emanava lo potevi sentire a dieci passi.
Fango e sporco testimoniavano di strade lontane.
Io avevo otto anni. quella motocicletta, sola nel caldo
di un pomeriggio di tanto tempo fa, quella motocicletta
io non posso dimenticarla.
La pelle delle vecchie borse doveva aver visto temporali,
vento e lunghe giornate di sole.
Vivevo allora in un paesino del sud dell'Italia.
Motociclette ce n'erano poche.
Di una Parilla mi ricordo. E di una Guzzi. Rossa.
La vecchia motocicletta straniera che odorava di territori
lontanissimi riempiva la piazza.
Ed i miei occhi di bambino.
Forza. Nei suoi grandi cilindri rigati d'olio.
Solitudine. Nella sella di cuoio che non poteva ospitare passeggeri.
Qualcuno, dietro di me, mormorò un nome. Con rispetto mi sembrò.
Io non lo sapevo allora, ma quel nome avrebbe accompagnato la mia vita.
È con me da tanto tempo.
Mi vive accanto.
Fortemente.
Era l'estate del '59. In Calabria.
Era una Harley-Davidson.
Aveva attraversato l'oceano.
E probabilmente la guerra.
Un uomo traversò la piazza.
Forse mi sorrise.
E quando la polvere si dissolse dietro al profondo suono di quel vecchio motore,
poche macchie d'olio sulla terra ricordavano dolcemente il suo passaggio.
Un caldo odore di benzina mi circondò per un attimo.



Mi piacciono le pecore. E molto le galline. Dieci anni di pubblicità Harley Davison), Numero Uno - Milano 1995
Nel 1995 vengono raccolte le pubblicità di Talamo in un volume, pubblicità ma anche piccole poesie e pensieri legati al mondo della motocicletta. La rivista Super Wheels ha pubblicato mensilmente uno o due brani tratti da questa raccolta. Qui di seguito, a titolo di esempio, vi riporto una di quelle che mi sono piaciute di più.
Titolo?

C'è una strada.
Questa strada sta da qualche parte.
C'era luce, fino a poco tempo fa.
Ma ora è notte.
Piove.
Sulla strada, nessuno.
Forse, per molto tempo ancora, non passerà nessuno.
Accanto alla strada, sta una motocicletta.
Immobile.
La vernice è opaca di chilometri.
Lucida di pioggia.
La scena è vuota.
Oppure sembra.
Perché, a ben vedere, c'è un uomo.
Quest'uomo sta seduto sotto ad un albero, poco più in là.
E' tranquillo.
Quietamente beve qualcosa da un recipiente.
Potrebbe essere caffè.
Potrebbe essere birra.
Forse è soltanto un gesto.
L'uomo guarda la motocicletta.
Con gli occhi accarezza le ruote consumate, il motore, la parte scura dei grandi tubi di scarico.
La pioggia, poggiandosi sul metallo caldo, frigge dolcemente nel silenzio.
L'uomo si muove, ma impercettibilmente.
Forse, se potesse, toccherebbe quella vecchia motocicletta stanca.
Ma tra la sua mano e lei c'è il bosco.
E la quiete infinita di una notte d'inverno.
Nella vita dell'uomo e della motocicletta, ci sono state giornate di sole.
Molti chilometri, e odori forti di olio e di velocità.
E c'è stato un tempo colorato, quando le ragazze si fermavano a guardare.
A parlare.
Gli occhi dell'uomo, adesso, sono chiusi.
Delle ore, o magari molti anni, sono passati.
Adesso è notte.
Fa più freddo.
La strada è vuota.
In lontananza, assorbito dal bosco ma scandito nel freddo, si fa più lieve il suono di un rumore.
Da qualche parte sta una città.
E l'allegria.


Titolo?

Non desideravo molto, dalla vita.
Soltanto morire un pò meno scemo di come ero nato.
Un traguardo non troppo impegnativo.
Mi sono sforzato in questi ormai troppi anni.
Ho cercato di crescere.
Di sviluppare delle qualità minime.
Ho tentato tutto per evolvermi, modificarmi.
Ho letto libri ed ho viaggiato tanto.
Mi sono interrogato e ho interrogato gli altri.
Qualche volta, un pò di blu sull´orizzonte mi ha dato la speranza.
Ma poi, ma poi mi osservo meglio, guardo più profondamente in quel che sono e la verità torna a vincere sulla menzogna.
Non sono Cambiato.
Nulla è cambiato.
Morirò scemo così come sono nato.
Avevo due anni e correvo per la casa come una Formula Uno ubriaca urlando il rumore del motore e facendo il verso delle gomme che fischiavano quando giravo l´angolo del corridoio.
Avevo otto anni e dormivo con la bicicletta nel letto e la collezione di Dinky Toys sotto il cuscino.
A quattordici anni la scia d´olio che andava dalla porta di ingresso alla porta di camera mia faceva scoprire immediatamente a mia madre dove stava nascosto il motore dell´Italjet.
E adesso che a vele spiegate volo verso i miei quarant´anni, adesso capisco che nulla è cambiato.
Gioco come allora.
Con le stesse cose che mi appassionavano allora.
Ero più piccolo ed erano più piccoli i miei giochi.
Ecco, non sono cambiato.
Nè migliorato.
E forse è peggio di così: una volta per un compleanno, per Natale o per un dentino perso piovevano regali.
Adesso anche se appoggiassi tutta la dentiera sul balcone nessun topolino pagherebbe le rate dell´ultimo gioco.

Titolo?

C´e una linea precisa.
Cosi´ netta.
Che divide la citta´ dal Mondo.
Questa linea non ha un nome.
Nessuno l´ha disegnata mai.
Nessuno puo´ vederla.
Chi sta dentro un´automobile non puo´ conoscerla.
E io pero´ la conosco bene.
E la riconosco.
Tutte le volte che vado piu´ in la´.
Quando, con la moto, lascio la citta´
di notte per andare a vedere cosa c´e´ oltre.
E l´aria si fa piu´ fredda.
Umida.
E appaiono i profumi. Profumi che non so dire, che attraversano l´universo davanti al mio naso.
E mi avvolgono in un mondo piu´ tranquillo.
Nel quale entro sereno, guidato dalla luce innocente del mio piccolo faro.
La linea adesso e´ lontana.
I chilometri si arrotolano pigramente nell´orologione illuminato appena.
La lancetta si muove, oscilla ed indica una velocita´ come indecisa.
Ma fuori dalla linea la velocita´ non conta piu´. Nessuno ha fretta.
Nessuno aspetta.
Con gli occhi,distrattamente,seguo un pensiero.


Titolo?

Succede così.
Succede molto spesso.
Che il mondo diventi scuro.
E le giornate di ferro.
Io me ne frego.
Io c'ho la moto.
Che è bassa.
Con le cromature.
Nerissima.
Che con le vibrazioni ci sposto la dentiera a quella del quarto piano.
Io con la mia moto ci vado a spasso.
Da solo.
Non guardo nessuno.
Soltanto quello che stà oltre la strada.
Mi piaccion le pecore.
E molto le galline.
I contadini nei campi.
E se vedo le margherite tiro su forte col naso.
Spesso non sento nulla.
A volte mi aspiro un moscerino.
Quando ci son le curve guardo l'asfalto e le sue buche.
Il suo colore.
E quando piove tiro due bestemmie e poi penso che non importa.
E dopo sull'autostrada mentre me ne torno a casa,mi allungo sulla sella e godo il suono di sto motorone che gira basso.
E spinge forte,come quando mio padre mi prendeva a calci.
Il mondo è dolce stasera.
La vita è bella stasera.
La città la attraverso a zigozago per fare più lunga la strada del ritorno.


Titolo?

Ma c'è ancora un pò d'amore.
Un pò di quel caldo ricordo di pomeriggi passati
ad ascoltare il battito di un motore.
E' rimasto un lieve attimo che ancora scalda il cuore
con un dolce profumo d'olio.
Un brivido sottile,agitato appena
da una vibrazione.
Un suono cupo che scuote e non disturba.
Qualcosa c'è ancora di quelle domeniche spese
a guardare l'asfalto scorrere lento
sotto le ruote.
Un pò di passione è rimasta ancora
in questo mondo
di motori senz'anima e senza carburatori,
con più valvole che centimetri cubici.
Qualcosa,oh si qualcosa è rimasto e stà di casa qui da noi.
In questa Factory fatta da gente
che con i motori vive.
Come tanto tempo fà.
Quando le cose si facevano con orgoglio.
Quando ci si sentiva bene.
Quando era molto bello giocare con testate
e marmitte e gente che amava tutto questo.
C'è ancora questa gente e ci sono ancora questi motori.
Gente con il cuore e la passione.
E motori con pistoni da camion
e valvole che si schiudono spinte fortemente
da bilanceri che accompagnano la storia
del bicilindrico più vecchio del mondo.


Titolo?

Forse è un incantesimo.
Forse m'hanno fatto la fattura.
Forse devo andare dal medico.
Forse lo trovo bravo.Il medico.
Forse mi guarisce.
Forse torno ad apprezzare la vita.
Forse capisco finalmente che il mondo corre avanti.
Forse scopro che non ci si può rintanare tra le braccia di tre quintali
di ferro e saldature.
Forse mi evolvo e mi intelligentisco un poco.
Forse lo faccio per davvero.
Forse lo faccio già domani.
Forse,invece me ne frego.
E continuo così.
A scuotere il culo su stò telaio senza sospensioni.
A godere di quanto sei nera.
A sbattermene di quelli che ti prendono in giro.
Che prendono in giro anche mè.
Continuerò a parlarti aspettando le tue risposte.
E continuerò a dirlo sapendo che nessuno mi crede.
Me ne fregherò di sembrare scemo o furbo.
E' il momento di essere chiari.Come sei chiara tu.
Credo sia il momento di tirare fuori quel che si è.
Anche se non piace.
Anche se convince solo pochi.
Me ne frego.
Me ne frego del target,delle masse, dei numeri,dei "pezzi" da vendere.
Io sono stupido.
Continuo a chiamarle persone.Continuo a chiamarle Motociclette.
Perchè a me le persone piacciono.
Perchè a me le motociclette piacciono.
Come mi piaci tu.Che sei così nera.
Che t'ho raccattata da sotto un camion tutta pesta dopo un incidente.
E non t'ho buttata via.Non t'ho venduta a pezzi.E non ti vendo
neanche adesso.
Sto assieme a te.
Me ne vado in giro per i viali di periferia quando fa buio.
E guardo i palazzoni con le finestre illuminate.
E sento le buche di questa città.
E penso che c'è qualcuno che crede in quel che dico.
E penso che mi sento meno solo.
Eppoi smetto di pensare perchè è tardi.
Fa freddo.
Sono in riserva.
L'inverno è cominciato.
Domani ti scalderò più a lungo prima di uscire.




Titolo?

A volte i ricordi scolorano nella mente.
Sarà il tempo che è passato.
Sarà un pò di malinconia che m'accompagna.
Chiudo gli occhi più forte e penso a te.
Rossa.
Eri rossa.
Con quel cilindro sabbiato.
E il tubozzo di scarico corto e cromato.
Una emozione che non tornerà.
Il mio primo giorno con te quando avevo pochi anni.
Le valvole che picchiettavano.
E gli scoppi innocenti del tuo pistone.
Come un cucciolo che abbaia.
Quattro tempi avevi.Proprio come le moto vere.
Ed io mi svegliavo la notte e correvo nella
rimessa a vedere che fossi sempre lì.
Avevo paura per te.
Avevo paura di tutto.
Ma quando correvamo verso il fiume,
sulle curve della statale,
mi sentivo grande.
Io non avevo più paura.
Il contachilometri segnava gli ottanta.
Le tue ruotine sottili giravano.
Velocissime.
I raggi brillavano nella luce.
E come era bello.
E come stavamo bene insieme.
Per ore a guardare il fiume che scorreva calmo.
E la vernice si scaldava al sole del tramonto.
La luce debole del tuo piccolo fanale illuminava
l'asfalto della notte.
Tornavamo a casa dolcemente.
Io ti pulivo un pò,prima di lasciarti sul cavalletto.
Con un sospiro chiedevo che venisse presto domani.


Titolo?
Quest'estate ce ne andiamo via.
Io e Te.
motorona mia.
Se ti dovessi dire quanti pezzi stanno dentro sto motore.
Non te lo saprei dire.
Ti posso dire quanti ombrelloni ci sono sulla spiaggia.
Quanta gente felice comprerà il gelato.
Oggi ho fatto mille chilometri.
C'erano un milione di cartelli.
Non ne ricordo uno.
Vibravo troppo per vederli.
Ci sarà una strada.
L'asfalto come cartavetra.
Se il sole s'abbassa laggiù,stringo forte il motore tra i piedi.
E c'ho più caldo.
Ad ogni incrocio ho girato verso il mare.
E adesso è tutto blù.
Qualche volta mi serve di star solo.
Più lontano sulla costa ci sono luci.
Tremano al vento.
Se ci sono le campane non le ho sentite.
Tutti i vizi del mondo stanno in un fiasco di vino.
In tutto sto ferro che mi porto dietro.
Oggi me ne vado via.
Non torno più.
A cent'allora.
O poco su..
Forse fa freddo e forse manchi tu.
Stò nascosto dietro a questo vino.
E il mondo mi sembra molto buono.
Il suono che sento viene da lontano.
Molto rumore e molto vento.
Molta gente e tanta compagnia.
Una chitarra suona nella testa.
Un sacco di stelle parlano a me.
Ma che m'importa se sei cattiva.
Un lampo attraversa il cielo.
Forse domani non pioverà.
Aspettami qui che adesso dormo.
Aspettami forte.
Domani andiamo via.




Titolo?

Molto spazio.
Molto freddo.
Molto bello.
Forse perchè è inverno.
perchè in giro c'è nessuno.
perchè la luna non è mai stata così chiara.
E il freddo così pulito.
La strada che scavalca le montagne specchia in modo innaturale
il bianco della neve che mi tiene compagnia.
Vado.
Vado in giro di notte.
Scappo da una città che fa troppo rumore.
Posti affollati dove mi sento straniero.
Scappo solo.
Assieme agli scoppi del motore.
Che stanotte paiono più nitidi.
Ancora più dolci.
Nel ghiaccio di solitudine che circonda la valle stò al caldo.
E sereno.
Finalmente.
Le mani perdute nel profondo dei buffi coprimani pelosi.
La pancia coperta da cento chili di lana.
Penso che mi piace tanto.
Penso che vorrei avere più tempo.
E mano gente che spinge e grida.
La faccia brucia e gli occhi si difendono con qualche lacrima chiara.
che va a perdersi chissadove.
I tornanti della strada hanno il fondo di lucide pietre scivolose.
Lontano,lucine che brillano,indicano un posto piccolino
dove la gente stà dormendo.
Sogno che tutta l'aria del mondo sia così brillante.
Sogno che persone limpide e forti tornino a vivere
nella citta dalla quale sempre più spesso vado via.
Sogno di incontrare occhi scuri e amici.
Sogno di vivere un tempo tranquillo.
E il suono di questo vecchio motore.
Sogno una notte come stanotte.


Titolo?

Ogni tanto entri in quella parte di mondo che io sto guardando.
E tutto s'accende.
Di luce,di brillare,di voce che avvolge.
Ed ogni volta mi dico che sei soltanto una motocicletta.
Come te n'ho viste tante.
Che cento anni assieme a te dovrebbero avermi stancato.
Od almeno abituato.
E però non riesco.
Mi distraggo dal resto della scena ed i miei occhi stanno su dite.
Che sei lì.Fredda e distante per chi non sà guardare.
Calda e vibrante per chi ti conosce così bene.
Per chi se ne frega che capiscano anche gli altri.
Che di te parlano male.Che di notte ti sognano.
Tu sei così tranquilla.
Forse saranno sti novant'anni che c'hai.
Forse perchè ne hai viste tante.
Forse che hai capito che t'arrangerai a vivere e sarai
ancora qui quando tutti quelli che ridono di te se ne saranno andati.
Mah.Io ti voglio bene così come sei.
Non vivo per te.Vivo con te.
Da tanto tempo,sono abituato ai tuoi difetti e ai tuoi capricci.
Da cent'anni sopporto gli scherzi e la malattie
immaginarie che tanto inquietano chi non ti conosce.
Sto qui.Sto con te.Me ne vado a spasso con te.
Traffico con tutti quei pezzi che hai.
E mi diverto.E vibro. E vivo.



Titolo?

Ci sono vicoli.
intricati.Oscuri.
Forse con l'asfalto rovinato da milioni di ruote.
E passi frettolosi.Spaventati.
Ci sono vicoli bui che esplodono su vie modernissime.
Acciao.
Giganteschi tubi metallici che trasportano aria da un cielo infuocato.
giù,giù in un mondo misterioso dove non c'è luce.
Ma un buio senza fine.
Ci sono spazi immensi.
Cromature e tagli di sole violento.
Un calore immane copre questa città di ferro.
Un disperato,ordinato sistema di vita.
Che di vita si tratta.
Un rombo profondo sale da non so dove.
Come una voce.Come un terremoto..Come paura.
Sento un mondo incerto vibrare da distanze lontanissime.
Forse non c'è futuro qui giù.
Ma c'è qualcosa che non muore.
Un fiume d'olio denso attraversa in un attimo il cuore della città.
Avvolgendo il metallo e le sue grida.
C'è silenzio intorno adesso.Quiete.
E benzina.
Scoppi sordi.Contenuti appena da mura generose.
Forse c'è follia.E ribellione.
Perso d'amore giro questa città di metallo.
Fuori dal tempo.
Vecchia.
Così bella.
Nel labirinto di tubi e cilindri e pazzia cerco un senso.
Vorrei vedere.
Capire.
Perchè ho trovato amore,una vita,
milioni di persone smarrite in questo motore.
Che pare una città.
Che senz'altro lo è.
Potrei uscirne.Ma non voglio.


Titolo?

Oh per Giove!
Una sera di queste,ci scommetto,comincerà a parlare.
Non sò perchè ma sento che sarà così.
Che devo dire,forse perchè quando la posteggio mi pare che col faro
segue i miei movimenti.
Sarà che quando si raffredda scricchiola come un veccio pavimento
di assi minato dai tarli. O più semplicemente perchè sulla sua sella
c'ho lasciato tanto culo.
Forse siamo una cosa sola.
Forse siamo tanto soli.
Eppure quando andiamo a spasso lei grugnisce e starnuta,
vibra e si contorce,a me pare che voglia dirmi qualcosa.
O magari è soltanto carburazione.
Ed io sono scemo.Come quei padri un pò rimbecilliti davanti al
marmocchio che mugola versi squilibrati e loro col sorriso da ebete:Hai sentito?hai sentito ha detto che mi vuole tanto bene,che carino,che carino,il mio picciiiino.."
Beh,forse sono anch'io così.
Ma non sono rimbecillito,devo essere stato sempre imbecille perchè da mille anni sono su questi vecchi motori e da sempre ho saputo che un giorno,uno di loro,avrebbe cominciato a parlare.
Dapprima piccole frasi.."buono l'olio oggi" e poi sempre più sciolto e padrone della parola:"Come và?Dove andiamo oggi?Hai intenzione di portarmi su quella strada piena di curve e buche a fare il cretino coi miei freni e la mia frizione?"E ancora.."Stà attento pezzo d'idiota..non vedi che non azzecchi una marcia giusta?".
Beh..forse sarebbe meglio continuare tutto come ora.Con me che ti guardo proprio nel fanale e aspetto che tu parli e tu che te ne stai sul cavalletto zitta zitta protestando soltanto con qualche cigolio quando ti fuorigiro durante un sorpasso inutile.
Si, penso che sia meglio così.
Le motociclette in fondo sono solo motociclette.Ed io lo so.Però stasera faceva freddo in garage ed io t'ho coperta bene bene perchè tu stessi calda.E quando ho chiuso la luce t'ho detto buonanotte.


Titolo?

A te ti avevo già vista.
Correvi su strade polverose.
Con la gente assiepata attorno.
Facce ingenue e tant'allegrezza.
Strade di un'Italia che non c'è più.
Facce che fatico a trovare ancora.
Ci morivo accanto a te.
Specchiavo la mia faccia di bambino in cromature
che parevano accecarmi.
M'incantavo al suono calmo e onesto del tuo motore.
Io non lo sapevo che avevi gli alberi in testa.
Io ti volevo bene così.Senza quasi conoscerti.
Spargevi olio dappertutto e la gente diceva
che era normale,che era così.
Quel sapore caldo di vernice e freni ammazzati di fatica.
mi avvolgeva come un abbraccio amico.
Mio padre non capiva,mia madre sorrideva.
Io correvo a piedi nudi sulla strada che
andava alla montagna per vedere i corridori.
La strada era vuota,poi come un terremoto e la gente
si scostava impaurita:un corridore appariva sulla curva
con gli occhi nascosti dietro lenti annerite dai chilometri.
Chissà quante belle motociclette ho visto passare
sulla piccola stradina accanto al paese.

Ma oggi qualcuna di voi è qui.In questa bella giornata di festa.
Su questa bella pista d'asfalto.
In questo mondo di oggi che vi ha messo in disparte.
Che ha preteso da voi regole e fanali.Frecce e silenziatori.
E voi,io lo so,non potevate piegarvi.
Chissà dove avete vissuto per tutto questo tempo.
Forse in un garage a sentir la vita correre lontana.
Ma oggi siete qui.E mamma mia che belle che siete.
Profumate e cromate.Verniciate.
Ah,e non siete qui in patetica mostra per un mondo che ride di voi.
Ah no,io vi vedo correre e frenare.Qualche volta saltare sui cordoli
e qualche volta tirare dritto con i freni esausti.
Epperò vi vedo fiere.Lucenti.
Vi vedo ringhiare e scoppiettare.Mostrare allegria e velocità.
Che bella giornata passata con voi.
Io vi voglio tanto bene.
Perchè fate fatica per stare in questo mondo di gente tutta uguale.
Perchè i vostri vecchi motori vibrano,parlano e si ribellano.
E voglio bene alle facce che vi accompagnano.
Che sembrano facce che non ci sono più.Entusiasmo e ingenuità.



Titolo?

Cominciai a parlare che avevo tre anni.
Beh,si,un pò in ritardo.
E non dissi" mamma".
"Bruuummm"dissi.
Allora chiamarono il medico.
Mia madre pianse.
Mio padre pensò che ero scemo.
Forse me lo disse.E ci accompagnò due sberle.
A me importava poco di parlare.
Mi piacevano i motori.
Abitavo in campagna.
E mi piaceva il trattore,un Ford azzurro,che era vecchio vecchio
e faceva pum pum pum pum quando andava.
A me venivano i brividi.
Ci sono cresciuto coi motori nel cuore.
E più sono grandi,più sono forti,più gli voglio bene.
Al tempo della scuola non studiavo.Disegnavo però.
Cilindri,carburatori e marmitte strampalate.
Mio padre era ormai sicuro che ero scemo.
"Non farai mai niente nella vita" mi diceva.
E mi ammollava un paio di sberloni che servivano secondo lui,
a liberare il meccanismo inceppato della mia idiozia.
Io me ne fregavo.
Ogni giorno di più mi appassionavo
all'odore d'olio della vicina autorimessa.
Tanti motori mi hanno fatto vibrare le ossa.
Io li ho amati.E smontati.E maledetti.
E ho continuato.
E continuo oggi.
Che vivo insieme al più vecchio motore motociclistico del mondo.
Vivo nel profumo di pistoni grandi come fiaschi.
Mi incanto al suono di valvole che paiono tegami.
Mio padre pensa sempre che sono scemo ma non mi rifila più ceffoni.
Perchè abitiamo lontani.
Adesso stò a Milano
In questa factory che da sei anni importa,vende,modifica
e aggiusta le Harley-Davidson in Italia.
Stò a Milano.
E gioco tutti i giorni.
Ma non faccio più Bruuumm..
Non ad alta voce per lo meno.


Titolo?

A volte i ricordi scolorano nella mente.
Sarà il tempo che è passato.
Sarà un pò di malinconia che m'accompagna.
Chiudo gli occhi più forte e penso a te.
Rossa.
Eri rossa.
Con quel cilindro sabbiato.
E il tubozzo di scarico corto e cromato.
Una emozione che non tornerà.
Il mio primo giorno con te quando avevo pochi anni.
Le valvole che picchiettavano.
E gli scoppi innocenti del tuo pistone.
Come un cucciolo che abbaia.
Quattro tempi avevi.Proprio come le moto vere.
Ed io mi svegliavo la notte e correvo nella
rimessa a vedere che fossi sempre lì.
Avevo paura per te.
Avevo paura di tutto.
Ma quando correvamo verso il fiume,
sulle curve della statale,
mi sentivo grande.
Io non avevo più paura.
Il contachilometri segnava gli ottanta.
Le tue ruotine sottili giravano.
Velocissime.
I raggi brillavano nella luce.
E come era bello.
E come stavamo bene insieme.
Per ore a guardare il fiume che scorreva calmo.
E la vernice si scaldava al sole del tramonto.
La luce debole del tuo piccolo fanale illuminava
l'asfalto della notte.
Tornavamo a casa dolcemente.
Io ti pulivo un pò,prima di lasciarti sul cavalletto.
Con un sospiro chiedevo che venisse presto domani.

fabioRR
18-09-2008, 09:57
...anni fa,in palestra, ho conosciuto Valentine Demi'....anche lei aveva molto fascino.....:happy7::happy7::happy7:

monegasque
18-09-2008, 09:57
"...........La fortuna si materializzò sotto forma di un nuovo motore, l'EVO che conferì a HD una nuova vita e una dignità ................"
Alla faccia di tutti gli SPA

(Shovelisti Perennemente Appiedati)

Ih! Ih! Ih! :happy7::happy7::happy7::happy7:

Mi spiegate cos'era "Americana" ?

Sono anni che ne sento parlare ma non ho mai capito chi fossero

Ciao Fat King !

1) Fu Talamo ad affermare che : " La fortuna si materializzò sotto forma di un nuovo motore, l'EVO ...."
2) Americana era una iniziativa ideata per creare una seconda rete di vendita in Franchising che si occupasse Sporster, abbigliamento e accessori.

M.

freddy.dj
18-09-2008, 10:00
Freddy e la sua fidanzatina ai tempi delle elementari

http://www.fedrotriple.it/agg_gen2004/N-Uno-2-ann_92b.jpg


:talk1::talk1::talk1:

... io disegnavo solo piccoli chopperini, ma non conoscendo allora l'esistenza dei motori bicilindrici disegnavo spesso motorizzazioni tipo quello di questo disegno. Non mi importava di ritrarre me e improbabile fidanzatina...
Ricordo anche che ai miei compagni di classe facevano impazzire i vari caballero o altre moto simili, io ci vedevo solo qualcosa da poter rifare da zero, abbassare (forse perché all'epoca arrivavo col naso solo alla sella...) e rendere unico, nella mia fantasia come poi ho potuto fare nella realtá. Sognatore? Forse, ma nessun uomo vive troppo a lungo quando muoiono i suoi sogni.

Littleblack
18-09-2008, 10:08
grande migs. scritti stupendi!!


:ok:

john denver
18-09-2008, 10:18
Ecco, partirei da qui.
Carlo Talamo NON era milanese di nascita e del milanese ( per voi non lombardi bauscia, strafottente, bullo etc... ) non aveva proprio niente secondo me, se non la capacità di pensare al lavoro 24/7 !
Personaggio controcorrente dotato di rara fantasia, estro e certamente di intelligenza superiore, Talamo intuì che per vendere un marchio ormai morto, sotto forma di moto obsolete piene di difetti e che "costavano come un appartamento", bisognava posizionare il prodotto in maniera alternativa. Essendo all'inizio, se non erro nel 1984, Talamo agì sulla leva del prezzo e sull'esclusività, per tentare di vendere sulla piazza di Milano, le prime poche e timide HD. Conoscendo molto bene le leve del mkt e la testa degli appassionati meneghini, puntò proprio sulla rarità e sulla diversità della moto HD; non solo iniziò ( sosteneva per mancanza di mezzi economici, ma io non ci credo ) a creare le prime campagne pubblicitarie dedicate alla carta stampata, fatte anche solo di testo ( le famose poesie ), ma ebbe la fortuna di solleticare la fantasia di molti opinion leader e/o personaggi dello spettacolo che comprarono una HD diventando involontari ma entusiasti testimonial. ( vedi anche il libro Cilindri,bulloni&Facce )
La fortuna si materializzò sotto forma di un nuovo motore, l'EVO che conferì a HD una nuova vita e una dignità di mercato molto più accettabile. Un successo, la strada divenne in discesa.
Da quì l'escalation strepitosa. Concessionarie in tutta italia, l'invenzione dei raduni pallequadre con lui, certamente eccentrico-egocentrico, sempre in primo piano.
Non solo: l'avventura come importatore Rolls Royce/Bentley ( fu troppo avanti sui tempi ) e Triumph, con la quale, seppure con modalità differenti, confermò il successo precedente di HD.
La mia attenzione si rivolgeva alle special che realizzava per se stesso; moto sempre interessanti e piene di spunti intelligenti e originali.
Non dimentico ad esempio che a lui si deve la creazione del Softail Night Train. La moda del total-nero opaco anche sulle auto: ricordo una Rolls Silver Shadow almeno 15 anni fa, fece scalpore e orrore! Oggi si verniciano anche le Ferrari nuove così.
Raccontare tutta la storia qui sarebbe troppo lungo.
Io ammiravo tanto Talamo per il coraggio di essere controcorrente e bastian contrario, ma anche per la straordinaria concretezza imprenditoriale unita a una passione per auto e moto, difficilmente riscontrabile ai giorni nostri.
Riprendo dall'affermazione quotata qui sopra: "SE HAI I SOLDI TI COMPERI L'HARLEY ALTRIMENTI NO.." Affermazione allora inevitabile e a mio avviso sacrosanta. Io avrei detto la stessa cosa. Sarebbe come oggi affermare : " SE vuoi un Chrono Richard Mille, paghi! Altrimenti indossa pure uno Swatch !" All'inizio Talamo fece benissimo a posizionare HD nell'ambito dell'esclusività; il fenomeno dopo pochi anni gli esplose tra le mani e vario' di conseguenza anche la strategia commerciale, addirittura creando una seconda rete di vendita parallela chiamata "Americana" per vendere Sportster, attirando però le ire della MOCO !
Le ombre secondo me : a pelle non mi era simpatico; gli atteggiamenti da guru sfacciato e il modo di porsi eccessivamente fuori dagli schemi, me lo facevano vedere come un attore triste ma arrogante, più che un imprenditore. Sbagliavo, anche perchè non considerai che era un timido fondamentalmente. Comunque troppo lontano da me per apprezzarlo a fondo; successivamente confessai a me stesso di ammirarlo e stimarlo proprio perchè gli opposti si attraggono!
Per contro devo ammettere che nelle poche occasioni in cui ho avuto a che fare con lui, si dimostrò gentilissimo e molto disponibile.
Un genio straordinario, dotato di tutte le contraddizioni presenti nelle testa e nel modo di porsi appunto dei genii.

M.



spero di non essere stato frainteso con la mia citazione,

non ho espresso pareri o giudizi su una politica aziendale che comunque condivido.

Parlare di talamo come un "milanese" è solo dovuto alla mentalità imprenditoriale e snob e non è una critica.


Da parte mia c'è comunque ammirazione e gratitudine per chi ha fatto della propria passione una professione(anche perchè conosco un tizio che vive allo stesso modo facendo borse per moto:happy7:)

migs
18-09-2008, 10:24
e visto che si parla di CT, credendo di farvi cosa gradita vi riporto la versione integrale della STORIA DEL PALLEQUADRE che ha scritto un mio "amico" pare candidato al nobel per la letteratura... tra ricerche sul campo (con viaggi e fotografie sui luoghi) interviste ai protagonisti e indagini di archivio (ha recuperato magliette, piantine e buste originali dell'epoca) è costata circa un paio di mesi è stata pubblicata in varie versioni su diversi siti e giornali ma questa è il DIRECTOR'S CUT...

La prima volta che ho sentito parlare del famigerato “Pallequadre” è stato una sera di tanti anni fa, ero nel soggiorno di un tipo col quale stavo concludendo l’acquisto della mia prima Harley, una 883… lui chiaramente entusiasta di tutto quanto girava intorno al bicilindrico e desideroso di rendermene partecipe mi magnificava le occasioni di incontro, la dimensione sociale, il senso del gruppo che ruota insieme ai pneumatici a banda bianca delle nostre creature, ad un certo punto mi disse “…e poi c’è anche il palle quadre”…
Lo guardai con un sorrisino un po’ ebete come se capissi perfettamente quello che stava dicendo, poi cambiai discorso per non svelare la mia ignoranza in materia e conclusi l’acquisto…

In anni e anni di Harley ho incontrato più volte persone che parlavano del Pallequadre (si tutto attaccato) come di una leggenda, di una storia passata ammantata di mistero e di mito, persone che davano per scontato che tutti sapessero, anche se chi lo aveva fatto o vissuto direttamente era merce rara; così quando mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sull’evento la cui idea è all’origine dell’attuale Hog Inverno non me lo sono fatto ripetere due volte.

L’ho fatto con entusiasmo per conoscere e per fare luce su una storia che molti dicono di aver condiviso ma che pochi conoscono veramente.. per raccontare una realtà per forza di cose avvolta nelle nebbie del tempo e in un’aura di leggenda, con poche foto disponibili perché quelle fatte, con la macchina e il rullino non con i telefonini e con le digitali, spesso sono ingiallite ingloriosamente dimenticate in qualche cassetto, perché chi partecipava oggi non lo fa più, ingrassato, ingrigito, imborghesito o semplicemente più saggio o con altri interessi… quello che ho scoperto indagando, frugando nella memoria dei reduci e solleticando l’orgoglio di chi lo ha fatto è stato tremendamente affascinante...

Machismo, rito propiziatorio, prova di coraggio nei confronti delle nostre ancestrali paure motociclistiche o esibizione di un gruppetto di bauscia milanesi traviati dalla spaccona romanità talamiana, il Pallequadre nasce 20 anni fa in una buia notte nebbiosa tra il caffè e l’ammazzacaffè ad un tavolo del solito ristorante-covo, il Vecchio Porco…
E’ il Capo (quello di allora e di sempre harleysticamente parlando, Carlo Talamo) a tirarne fuori una delle sue e tutti gli altri, gli amici, gli ammiratori, i discepoli, i leccaculo o aspiranti tali ad annuire e a dirsi entusiasti… Oddìo… sotto sotto erano disperati, pensavano, anzi speravano fosse la solita boutade, ma dalla sua bocca erano poche le cose che uscivano senza poi concretizzarsi e il Pallequadre nel momento stesso in cui fu ideato cominciò minacciosamente a prendere forma…
Il desiderio, quello ufficiale almeno, era quello di riaffermare una già chiara diversità, era la voglia di tirare fuori le moto dal box e girare la chiave dell’avviamento nel momento stesso in cui la maggior parte dei motociclisti stacca il cavetto della batteria e ripone la due ruote per il letargo invernale; dimostrare al mondo motociclistico che chi guida una Harley, soprattutto a quei tempi, è un personaggio strano, unico, e condividere questa esperienza con la propria motocicletta e con altri motociclisti, non necessariamente “amici” nel senso più stretto del termine (anche se molti del nucleo originario erano amici per la pelle) ma comunque uomini con una base comune costituita dal bicilindrico più famoso del mondo.

L’idea era esageratamente elementare e forse proprio la sua nuda semplicità fu la base di un successo travolgente che permise a una guasconata di temerari e incoscienti di diventare uno dei miti popolari del motociclismo italiano.
Partenza da Milano, via Niccolini il venerdì dopo cena, itinerario notturno, destinazione sconosciuta svelata soltanto pochi istanti prima del via, arrivo in un albergo nel pieno della notte dove ad attendere i sopravvissuti c’era un fumante piatto di tortellini in brodo, completamento in relax (si fa per dire) del giro nei due giorni successivi… tutto qui, senza regole, senza scuse.. quando fuori fa freddo quando in giro non c’è nessuno…
Se già il mondo Harley a quei tempi era un universo esclusivo per pochi, per iniziati, quello dei partecipanti ai primissimi Pallequadre è addirittura un priveè, un corpo scelto di incoscienti orgogliosi di staccarsi dalla normalità, da chi già aveva fatto del distinguersi e del separarsi dalla massa un credo e un modo di essere...
E’ un’epoca nella quale goliardia, gioia di vivere e di mettersi alla prova sono gli ingredienti principali, dove la dimensione imprenditoriale del fenomeno HD è ancora lontana (anche se puntualissima l’officina dopo ogni Pallequadre si riempie e il business decolla) e dove prevalgono le pacche sulle spalle e le prese per il culo…

5-7 dicembre 1986, 700 km al freddo, per pochi privilegiati, non più di una dozzina: la prima avventura nasce così… una destinazione conosciuta solo dal Capo, un giro per raggiungerla il più tortuoso possibile che lo costringe a consultare continuamente le cartine anche se l’itinerario lo aveva provato più volte perché irresistibile è il fascino dell’improvvisazione e dell’imprevisto.. piove e fa freddo, è la prima volta e la maggior parte non è preparata, né fisicamente né psicologicamente... la gita notturna diventa subito impresa...
Si diceva dell’imprevisto, su tutti quello meteorologico naturalmente, il protagonista assoluto: quando la destinazione prometteva bene (mare) il cielo si divertiva a scaricare acqua e neve e il passaggio sul traghetto col mare agitato per raggiungere l’isola d’Elba (meta ripetuta perché tra le preferite) era la ciliegina di una torta davvero difficile da digerire… quando le premesse erano tremende e la meta, la montagna, incuteva timore e preoccupazioni un sole beffardo spesso accompagnava i pellegrini durante il loro viaggio. .

Ciascuno dei protagonisti del Pallequadre ha qualche aneddoto, qualche personale ricordo, qualche flash che conserva più gelosamente di altri; indimenticabile per Lamberto (che se li è fatti tutti tranne il primo perché fu assunto alla Numero Uno il lunedì dopo!!) quell’edizione del 94, in cui, in rotta verso Montecatini Terme, perso il riferimento davanti, Davide l’allora director del Milano Chapter, l’albergo apparve davanti ai suoi fari solo alle sei e un quarto del mattino… “ci sdraiammo nel letto, sfiniti, senza nemmeno toglierci l’antipioggia fradicio, alle otto e mezza eravamo di nuovo in piedi ad accendere le moto…”
Fu un vero massacro, fisico e mentale, anche se fu la decima edizione, quella del canto del cigno a rivelarsi la più costosa in termini di danni provocati.

Anche se sulle carte ufficiali è annunciata come 10° Pallequadre Millemiglia, chi c’era la chiama semplicemente “Legendary”; fu l’edizione che segnò la fine in bellezza, il degno sipario che cala su una epopea leggendaria appunto, con 1000 miglia esatte percorse da Milano verso l’Elba...
Carlo da un po’ di tempo temeva che la sua creatura potesse soccombere sotto il peso del suo stesso successo, troppe moto da gestire, troppi gruppi provenienti da ogni angolo del paese; la goliardata era diventata un evento con oneri organizzativi che spesso superavano il piacere di parteciparvi, decise di chiudere con una ultima edizione annunciata in largo anticipo in grado di sintetizzarne ed esaltarne lo spirito...
Per questo scelse la destinazione più classica, l’Elba appunto; peccato che per arrivare alla cifra tonda di mille miglia da percorrere quell’uomo dagli occhiali tondi e dal sorriso beffardo si inventò una deviazione un po’ ampia, Trento, Canazei, Falzarego, Cortina, Pordoi; è proprio sul Pordoi che Marzia e Lamberto misurano l’asfalto uno dopo l’altra, Mauro Rivoltella, oggi responsabile di HOG Italia, è lestissimo a scattare una foto che poi invierà nei giorni successivi a tutti i concessionari italiani… pare che Carlo abbia gradito poco anche se un ghigno gli sarà sicuramente scappato…
Nel desiderio di toccare tutte le località che ne hanno fatto la storia la Legendary tocca Venezia e San Marino (Hotel Titano, seconda tappa) e infine su per il passo del Muraglione prima di arrivare all’imbarco del traghetto.
Era il primo dicembre 1995... immaginatevi le station wagon incolonnate sui tornanti, il portascì sul tetto, le famigliole in gita pronte per la prima discesa della stagione superate di slancio da un gruppo di disgraziati vestiti di nero; immaginatevi automobilisti fermi sul ciglio della strada intenti a maledire le catene da neve che non si infilano giuste sul pneumatico distratti increduli dal rombo del bicilindrico più bello del mondo... Il tempo inizialmente non sembrava poi così tremendo ma presto le condizioni, il freddo soprattutto, divennero da tregenda come se, consapevole che non li avrebbe più rivisti, anche il cielo pretendesse l’estremo tributo da una carovana di motociclisti ingrossata come non mai proveniente da tutta italia… non si contarono le moto per terra, i ruzzoloni, le scivolate sui lastroni di ghiaccio in agguato dietro ogni tornante, i danni… quando un sole caldo tornò a splendere beffardo il lunedì mattina le strade del nord Italia erano costellate di frammenti delle nostre preziose e maltrattate creature..
I premi del Pallequadre erano sostanzialmente due oltre naturalmente al più importante, all’orgoglio del “io c’ero” che valeva più di mille attestati: i tortellini in brodo all’arrivo in albergo la prima notte e la medaglietta commemorativa al termine del fine settimana…
Sul perchè il compito di riscaldare i guerrieri della notte sia stato demandato ad un piatto di tortellini fumanti invece che, per esempio, a una minestra, un passato di verdura o una spaghettata si sono sprecati interpretazioni e teorie tra le più bizzarre… ancora una volta ci viene in soccorso Lamberto che con disarmante semplicità spiega che la scelta di Carlo non aveva altra ragione che i suoi terribili gusti culinari, “mangiava semplice e male, taleggio e tortellini erano tra i suoi piatti preferiti, la scelta fu naturale, quasi obbligata..”
E poi c’era la medaglietta, il pin, motociclistica versione della Legion d’Onore, portata con orgoglio quasi ostentata sul gilet, incollata sul serbatoio della moto o riposta gelosamente in un cassetto da aprire nelle occasioni importanti, in quelle serate in cui gli amici e la moto sono lontani e osservare i propri trofei ti riporta indietro con la memoria e ti strappa un sorriso…
Ci fu una edizione, la quarta quella del 1989, in cui la medaglietta venne consegnata a rate, divisa in due perché per averla completa era necessaria una prova aggiuntiva, l’ennesima conferma, se mai ce ne fosse bisogno, della follia dei pallequadristi… nel gelo di una strada deserta passate le due di notte venne richiesto a tutti di fare gli ultimi trecento metri prima dell’albergo a torso nudo… solo i coraggiosi avrebbero avuto l’altra metà della medaglietta… quasi nessuno si tirò indietro anche se il Capo aveva biecamente barato sulla distanza da percorrere… non erano 300 i metri ma molti di più….
Lui però in prima fila non si è mai tirato indietro, anzi, spesso si cercava di imbrigliare invano il suo entusiasmo che a volte gli si ritorceva contro: presentatosi una volta con un pastrano nero e il travestimento da dittatore tedesco si accorse troppo tardi che di motociclistico quell’abbigliamento non aveva nulla, esposto agli spifferi e agli spruzzi come non mai, non venne però meno al suo ruolo di guida anche se poi ripose per sempre l’indumento nel suo garage a far bella mostra di se tra le fuoriserie a due e quattro ruote…

Con l’ingresso negli anni novanta il Pallequadre assume i contorni di un evento nazionale, si evolve e coinvolge tutta Italia di pari passo con l’espansione della rete Numero Uno, mantenendo intatte le caratteristiche sostanziali ma dovendo ovviamente fare i conti con un volume di partecipanti in costante crescita… “arrivavano da tutta Italia per essere pronti a partire il venerdì sera”, spesso cenavano al Vecchio Porco dopo aver parcheggiato le moto lungo tutta la Niccolini, tentando di annegare nell’ultimo bicchierino i residui di paura, di logica e prudenza e di lasciarli a casa al caldo insieme alla famiglia, al cane, alla giacca e alla cravatta… gruppo più numeroso, facce non tutte conosciute ma davanti sempre gli stessi, una decina di temerari più degli altri che tiravano come ossessi e che davano sfoggio di grande abilità motociclistica.. erano i primi a partire, i primi a sparire nel buio con il grosso del gruppo dietro a seguire…
A volte la doccia comincia prima ancora di essere montati in sella, già perché i motori si evolvono, i modelli aumentano ma gli abitanti sopra alla Numero Uno non cambiano mai e quando il rumore si fa eccessivo cominciano a bersagliare con gavettoni improvvisati il gruppo di pallequadristi… a volte non si limitano all’acqua e aumentano il calibro dei proiettili, a qualcuno una sera toccò addirittura un vaso di fiori, terra bagnata, concime e geranio compreso…
Alla partenza ci sono anche quelli che parcheggiano la moto, salutano tutti e stringono le mani anche degli sconosciuti ma poi difficilmente superano la cerchia dei Navigli, girano la moto non appena le case si diradano e tornano a casa, felici di essersi fatti vedere o anche di aver mostrato un po’ di cameratesca solidarietà a quelli più incoscienti che la notte la affrontano a muso duro senza parabrezza…
Non appena si parte si comincia a sgomitare, tutti vogliono stare vicino a Carlo, non davanti giammai, non a fianco troppo oneroso, ma almeno immediatamente dietro, a litigarsi il ruolo di damigelle d’onore incuranti degli altri e delle manovre azzardate per mantenere l’agognato posto al sole, poi il gruppo si snoda e la strada si fa buia, umida, spesso ghiacciata ed è inevitabiile se per raggiungere il mare si passa sopra quota 2000 metri…
Ovviamente non tutti mostrano lo stesso “manico”, c’è chi si sopravvaluta, chi non sa dire di no, chi fa il passo più lungo della gamba e diventa irrimediabilmente vittima dei lazzi degli altri… “una volta uno rimase in bilico su una leggera scarpata in un cumulo di neve, chiedeva aiuto per tornare sulla strada… tutto quello che ottenne fu l’ultima e definitiva spinta al di la della sede stradale tra le risate di tutti”
Ma anche gli imbranati nel loro piccolo si in****ano e a volte va in scena la rivincita dei nerds: indimenticabile quell’occasione in cui il meno dotato del gruppo ingrana la quarta e stacca il gruppone bloccato su una rampa bianca di neve.. poi non vedendo arrivare nessuno si stufa di aspettare e torna giù indietro a cercarli… quando li trova arrancanti in salita fa l’errore di toccare il freno per bloccarsi davanti a loro “…cadde e cominciò a scivolarci incontro, ci tirò giù tutti come birilli, uno strike come si vedono solo al bowling”…

Come detto poche le regole perché sono le cose semplici quelle che funzionano meglio… la destinazione e l’albergo li sceglie Carlo (e una volta che si dorme in un hotel in quello non si ritornerà più) e le autostrade sono bandite o ridotte al minimo indispensabile per le fasi di trasferimento anche se qualche furbetto lo si pesca sempre con le mani nel sacco intento a tagliare il percorso e a imbrogliare più se stesso che i suoi compagni di avventura…
Primi all’arrivo, dopo le “lepri”, quasi sempre quelli con l’Electra perché pur pagando dazio in termini di agilità e maneggevolezza alla fine quello che conta è la capacità di resistere ai rigori della notte invernale, poi man mano tutti gli altri, i dyna, le softail rigorosamente 1340 e rigorosamente a carburatore e gli sportster, rigidi e cattivi come solo i vecchi sporty sapevano essere.
Tortura finita? Meritato riposo? Non sempre, soprattutto se il riscaldamento dell’albergo (spesso strappato al periodo di chiusura stagionale solo per l’occasione) è stato acceso solo qualche ora prima… Mauro ricorda quell’occasione in cui l’acqua della doccia era appena tiepida e dalle bocchette spirava un venticello più gelido di quello appena digerito per strada… nessuno osò lamentarsi ma ogni tanto nel profondo della notte tra i corridoi bui risuonavano le sue urla che imploravano di chiudere l’’aria condizionata… dormirono tutti pochissimo impegnati a scaldarsi …e a sghignazzare…

Sono passati 12 anni dall’ultimo Pallequadre e il suo nipotino, l’Hog Inverno, ha già celebrato con meritato successo il suo borghese e affollato ingresso nel terzo lustro di vita.

Pur cambiati, diversi, maturati o semplicemente invecchiati dobbiamo ammettere che il Pallequadre ci manca, manca a chi lo ha fatto e manca a chi come me ne ha solo sentito parlare. Diversi sono stati i tentativi di riportarlo in vita sotto diverse forme e il Milano Chapter, il Chapter che fu di Carlo Talamo e di tanti protagonisti di questa folle fiaba, ogni anno da tempo ripercorre, nel “Barcollo ma non Mollo” i medesimi riti e i medesimi gesti di allora tenendo in vita un legame stretto ed evidente già nel nome: fu infatti Carlo Talamo a battezzarlo così, proprio come il patriarca capofamiglia individua l’erede e lo nomina davanti a tutto il parentado nel momento di tracciare una via per gli anni che verranno.
E poi i modi, i tempi e i luoghi richiamano inevitabilmente la storia che abbiamo appena raccontato, partendo alle sette di sera dalla via Niccolini davanti alla vetrina della Numero Uno, infilandosi nella notte verso una destinazione sconosciuta mentre la città incredula scuote la testa e ci compatisce, riscaldandosi con gli stessi tortellini in brodo e terminando in un luogo che il mattino dopo sembra così diverso da come ci era apparso nelle tenebre umide solo poche ore prima.
Non lo si fa tanto per scimmiottare il passato o per cercare di replicare una magia che non c’è più (o che è perlomeno diversa, come naturale) quanto per ricordare una tradizione che assume col passare degli anni i contorni sempre più ingialliti della storia.
Ogni anno, a partire dai primi weekend del mese di ottobre c’è chi si prende la briga di organizzare una nuova edizione, si eclissa e scompare come investito da una sacra missione, comincia ad esplorare ogni sentiero e ogni stradina che da Milano, lungo le deviazioni più assurde, i passi più sconosciuti e i paesini più suggestivi possono portare il Chapter e tutti quelli che si vogliono unire verso la meta scelta per l’Hog Inverno.
Per settimane si ricerca un albergo pronto ad accogliere decine di persone nel pieno della notte, un cuoco che accetti di aprire la sua cucina quando fuori i lupi ululano, un gruppo di camerieri disposti ad alzarsi dal letto e a servire la cena ad un’ora più adatta alla prima colazione. Rubando preziosi momenti al suo lavoro esplora, custodendoli poi gelosamente per non rovinare la sorpresa finale, i percorsi più originali facendo lo slalom tra i gitanti della domenica in cerca di funghi, castagne e trattorie fuori porta, immaginandosi le stesse curve alla luce dei potenti fari delle nostre moto, gli stessi tornanti deserti al chiaro di luna, gli stessi scorci ovattati nel silenzio di una notte di metà inverno che si fa sempre più vicina.
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Ma che senso ha ci si potrebbe chiedere?
Spesso ci si avvicina ad una esperienza del genere come fanno i bambini con una medicina amara, sai che la devi prendere, sai quando la devi prendere, ma senza grande entusiasmo… ci si dice che va fatto, che visto che tutti lo fanno e poi passano mesi a raccontarlo non si può mancare ma, sotto sotto, il timore di far scivolare l’amata moto per una pura esibizione fa sorgere più di qualche dubbio…
…succede che però una sera mentre il cimento invernale si avvicina inesorabile come la scadenza di una cambiale qualcuno a tavola con gli amici tiri fuori un libro con un sacco di foto dei tempi che furono… un annuario che racconta i primi anni con le pagine piene di foto sgranate, immagini non appartenenti all’era digitale che basta fare un copia e incolla ma di quando c’era ancora il rullino, con sopra raffigurati uomini e ragazzi che già dieci, quindici anni fa prendevano le loro belle moto e si infilavano nella notte buia e fredda per barcollare e non mollare, battendo i denti, bagnandosi, a volte scivolando malfermi sulla neve ma decisi a scrivere una pagina personale su quel libro dalla copertina nera
… succede che si guarda attentamente quelle foto riconoscendo delle persone che girano ancora con te, si vede tanta gente che negli anni ha diradato le sue presenze, molti che non riconosci che non vengono più e allora ci si rende conto che uscire di notte in gruppo non è solo un mettersi alla prova, un voler dimostrare qualcosa ma è anche un mantenere una tradizione che va al di la di se stessi e delle singole altre persone…
…succede che allora si capisce che quando tra dieci anni se non barcollerai tu barcollerà qualche altro, quella notte anche seduto in poltrona col vestaglione di flanella e la frittatona di cipolle davanti alla televisione avrai comunque molto in comune con un motociclista vestito di pelle, infreddolito, a cavallo di una moto uguale da cento anni, che in quello stesso momento sta cercando sulle curve di un passo sconosciuto di raggiungere una tazza di brodo caldo e un letto per riposare qualche ora…
…succede che allora si torna a casa animati da uno spirito nuovo, vogliosi di mettersi in moto, sono andato a casa a preparare meticolosamente tutta l’attrezzatura, contando con ansia le ore che separano dalla partenza per essere alle sei e mezza di venerdì già in via Niccolini pronto ad accendere il bicilindrico al momento giusto…

Non c’è voglia di imitare o di mandare in onda repliche annacquate anche se per esempio l’edizione del 2005 del “Barcollo” è stata, a detta di tutti, forse più coraggiosa e temeraria di tanti Pallequadre originali, neve, ghiaccio, montagna e tornanti come e più di allora piuttosto c’è il desiderio di rinnovarsi lungo la medesima rotta tracciata tanti anni fa, mantenendo vivi quei valori e quella voglia di divertirsi che, a differenza delle strade, delle buche nell’asfalto e dei limiti di velocità, delle motociclette a carburatore o a iniezione, delle quattro, cinque o sei marce, dei passeggeri e dei compagni di avventura non cambieranno mai nemmeno in cento anni.

Il Pallequadre resta patrimonio di chi cavalca un’Harley, di chi ne ha sentito parlare, di chi mettendosi in moto per raggiungere la meta designata per la cena del sabato ogni anno sceglie di partire il venerdì al buio invece che il sabato mattina alla luce del sole; è soprattutto patrimonio di chi, almeno una volta, lo ha provato e portato a termine e che, ripercorrendo oggi da solo quelle strade fatte al buio tanti anni fa, si ferma in un bar di provincia per dissetarsi e nel silenzio pigro e assolato della campagna aspetta fiducioso che dalla curva là in fondo compaia uno sciame di esaltati infreddoliti con al comando ancora lui, Carlo, quell’omino un po’ stempiato e dagli occhiali rotondi con una strana espressione sul volto a metà tra il ghigno satanico e l’innocente sorriso da bambino mai cresciuto...

LE DIECI EDIZIONI DEL PALLEQUADRE

1986: Piovve per tutto il percorso che col senno di poi era relativamente semplice (Abetone – Lucca – Cisa) ma considerando che era una prima assoluta l’impreparazione e il senso dell’ignoto forte come non mai contribuirono a renderlo mitico;

1987: la riedizione dell’anno precedente punta decisa verso est, via Brescia, Bolzano e Merano con un cielo limpido e gelido sempre per pochissimi intimi;

1988: La carovana questa volta va a Sud su strade “classiche” del motociclismo, lungo il Passo Penice poi Bobbio e la Val d’Aveto fino a Viareggio;

1989: Fedeli al principio dell’alternanza si punta nuovamente verso la montagna vera per poi chiudere sul lago. Tempo variabile con condizioni meteo inizialmente buone ma in peggioramento sui passi di montagna: l’itinerario prevedeva la Valsassina, Margno e la Val Taleggio, passaggio per S.Pellegrino, salita al Passo Crocedomini (chiuso per neve), poi di corsa a Riva del Garda e arrivo a Salò. E’ la famosa edizione della medaglietta spezzata...

1990: La meta finale è la Versilia ma il passaggio da Bobbio e lungo la Cisa è costellato da una fitta nevicata prima dell’arrivo a Forte dei Marmi: 15 anni dopo, nel 2005, i nipotini del Milano Chapter ripercorreranno le stesse strade nelle medesime condizioni meteo.

1991:La partecipazione si fa massiccia ma nella nebbia che avvolge il nord Italia non è facile tenere d’occhio tutti i partecipanti: da via Niccolini si punta a Salsomaggiore prima dell’arrivo finale a Santa Margherita

1992: Ancora nebbia per l’edizione del 1992, quella delle 700miglia, che punta verso Firenze (Certosa), poi si piega verso Follonica per traghettare sull’ Isola d’Elba

1993: Continuano le serate di freddo umido che talvolta diventa nebbia: la strada prevede una puntata a sud in Emilia Romagna a Brisighella con deviazione poi verso il Tirreno e il classico Forte dei Marmi da cui si parte per un paio di tormentoni motociclistici quali il Bracco e la Scoffera;

1994: Quando già nella mente di Carlo c’è l’idea di una edizione finale a chiudere l’epopea del Pallequadre, la nona edizione avvolta in una nebbia tra le più fitte ripercorre il percorso dell’anno prima a ritroso, si passa dal Bracco puntando su Montecatini Terme verso la meta finale piazzata stavolta a Civitanova Marche

1995: L’edizione finale richiede uno sforzo multiplo… si percorrono 1000 miglia in 4 giorni con un tempo bello e un cielo sereno ma di un freddo veramente intenso… prima tappa a TRENTO poi Pordoi, Falzarego, Cortina, S Marino, passo del Muraglione, deviazione su Siena, Massa e Follonica per approdare all’ISOLA D’ELBA. Ritorno via Bracco e Scoffera a salutare i percorsi fatti più volte.

Un ringraziamento particolare a Lamberto, Marzia e Giovanni Valla della Numerouno Milano e a Mauro Rivoltella che mi hanno permesso, abusando della loro pazienza, di frugare in un remoto angolo della memoria custodito gelosamente, a Max Brun pronto ad aprire il baule dei ricordi e utilissimo nell’aiutarmi a fare ordine e a ricostruire il calendario delle diverse edizioni, a Ettore Puglisi e a tutta la redazione di Freeway per avermi messo a disposizione il loro preziosissimo archivio.

PT

l'impicciona
18-09-2008, 10:43
Ma per favore!!!Roba da baci Perugina:smashfreakb:


:ok:

:happy5:

monegasque
18-09-2008, 11:11
Le idee di chiunque sono da rispettare.
Io però preferisco di gran lunga i Baci Perugina alle cambiali o ai bollettini postali.

M.

Littleblack
18-09-2008, 11:14
Le idee di chiunque sono da rispettare.



Incredibile vedere da quali inaspettati pulpiti possano venire le prediche...

:sad4:

pisanji
18-09-2008, 11:15
monegasque
Le idee di chiunque sono da rispettare.
Io però preferisco di gran lunga i Baci Perugina alle cambiali o ai bollettini postali.

quoto al 100%:ok:

monegasque
18-09-2008, 11:20
Incredibile vedere da quali inaspettati pulpiti possano venire le prediche...

:sad4:

Sai com'è, un predicatore come me deve essere bugiardo e doppio per forza......devo accontentare anche i detrattori!
Se fossi però più attento alla sostanza avresti scritto un commento intelligente sui Baci Perugina.


M.

paolobeato
18-09-2008, 11:22
1995: L’edizione finale richiede uno sforzo multiplo… si percorrono 1000 miglia in 4 giorni con un tempo bello e un cielo sereno ma di un freddo veramente intenso… prima tappa a TRENTO poi Pordoi, Falzarego, Cortina, S Marino, passo del Muraglione, deviazione su Siena, Massa e Follonica per approdare all’ISOLA D’ELBA. Ritorno via Bracco e Scoffera a salutare i percorsi fatti più volte.


IO C'ERO!!! :)

bobrock62
18-09-2008, 11:27
Sai com'è, un predicatore come me deve essere bugiardo e doppio per forza......devo accontentare anche i detrattori!
Se fossi però più attento alla sostanza avresti scritto un commento intelligente sui Baci Perugina.


M.

Scusa cosa ci sarebbe di intelligente da commentare su delle poesie da 4 soldi?:happy5:

monegasque
18-09-2008, 11:56
Scusa cosa ci sarebbe di intelligente da commentare su delle poesie da 4 soldi?:happy5:

Sui testi di Talamo hanno scritto,commentato e apprezzato in moltissimi da venti anni a qui.
Su affermazioni come la tua credo sia molto meglio far scendere il silenzio.



M.

bob wolf
18-09-2008, 11:58
Sui testi di Talamo hanno scritto,commentato e apprezzato in moltissimi da venti anni a qui.
Su affermazioni come la tua credo sia molto meglio far scendere il silenzio.



M.





Quotone.................il silenzio assoluto!!

futurmedia17
18-09-2008, 12:08
A me piacevano quelle "poesie" o forse è meglio dire pensieri...avevo 12 anni in meno e i capelli lunghi...ma onestamente non era la solita pubblicita con i kw e i km/h sparati dalle case giapponesi. Penso che un pò di curiosità la suscitasse. Poi non penso che i nostri figli o nipoti lo studieranno al posto di Pascoli.

bobrock62
18-09-2008, 12:11
Sui testi di Talamo hanno scritto,commentato e apprezzato in moltissimi da venti anni a qui.
Su affermazioni come la tua credo sia molto meglio far scendere il silenzio.



M.

Infatti è entrato nei sacri testi di letteratura! Guarda che non tutti apprezzavano le cose che scriveva ed esiste una larga fetta di motociclisti (Harleysti) che non si è MAI riconosciuta nel mondo HD ufficiale ed anzi lo disprezza profondamente! Nonostante una certa antipatia nei confronti del personaggio ho apprezzato molte sue scelte e la sua capacità imprenditoriale, ma molti lati del suo carattere mi hanno sempre dato fastidio e sicuramente le sue storielle mi facevano abbastanza ridere! Questa ovviamente è una mia opinione. Poi se volete avviare la causa di beatificazione per Talamo nel calendario c'è sempre posto per un santo in più! :byby:

bob wolf
18-09-2008, 12:16
Infatti è entrato nei sacri testi di letteratura! Guarda che non tutti apprezzavano le cose che scriveva ed esiste una larga fetta di motociclisti (Harleysti) che non si è MAI riconosciuta nel mondo HD ufficiale ed anzi lo disprezza profondamente! Nonostante una certa antipatia nei confronti del personaggio ho apprezzato molte sue scelte e la sua capacità imprenditoriale, ma molti lati del suo carattere mi hanno sempre dato fastidio e sicuramente le sue storielle mi facevano abbastanza ridere! Questa ovviamente è una mia opinione. Poi se volete avviare la causa di beatificazione per Talamo nel calendario c'è sempre posto per un santo in più! :byby:











bene adesso che hai detto la tua..................per quanto riguarda l'uomo penso che tutti abbiamo i nostri lati oscuri o la luna di traverso chiamala come vuoi........per quanto riguarda il gli affari, dai un occhio a quel che sta facendo la mo.co. oggi e quello che ha fatto tempo fa sotto suo suggerimento.
Pero' prima di disprezzare a priori frase o poesie o chiamale come vuoi tu fai la somma completa e al massimo aggiungici "dal mio punto di vista" e lascia stare l enorme fetta di harleysti che hai tirato in ballo.
senza rancore:beer:

KAISER
18-09-2008, 12:19
Lui è stato un Grande genio. E tu hai riassunto, seppur con il tuo punto di vista, il mio similpensiero.

Era un milanese d'adozione. In tutto e per tutto.

Ciao Carlo. E grazie. Seppur in parte, siam tutti figli tuoi.....Moco Ver. 2008 idem.


Ecco, partirei da qui.
Carlo Talamo NON era milanese di nascita e del milanese ( per voi non lombardi bauscia, strafottente, bullo etc... ) non aveva proprio niente secondo me, se non la capacità di pensare al lavoro 24/7 !
Personaggio controcorrente dotato di rara fantasia, estro e certamente di intelligenza superiore, Talamo intuì che per vendere un marchio ormai morto, sotto forma di moto obsolete piene di difetti e che "costavano come un appartamento", bisognava posizionare il prodotto in maniera alternativa. Essendo all'inizio, se non erro nel 1984, Talamo agì sulla leva del prezzo e sull'esclusività, per tentare di vendere sulla piazza di Milano, le prime poche e timide HD. Conoscendo molto bene le leve del mkt e la testa degli appassionati meneghini, puntò proprio sulla rarità e sulla diversità della moto HD; non solo iniziò ( sosteneva per mancanza di mezzi economici, ma io non ci credo ) a creare le prime campagne pubblicitarie dedicate alla carta stampata, fatte anche solo di testo ( le famose poesie ), ma ebbe la fortuna di solleticare la fantasia di molti opinion leader e/o personaggi dello spettacolo che comprarono una HD diventando involontari ma entusiasti testimonial. ( vedi anche il libro Cilindri,bulloni&Facce )
La fortuna si materializzò sotto forma di un nuovo motore, l'EVO che conferì a HD una nuova vita e una dignità di mercato molto più accettabile. Un successo, la strada divenne in discesa.
Da quì l'escalation strepitosa. Concessionarie in tutta italia, l'invenzione dei raduni pallequadre con lui, certamente eccentrico-egocentrico, sempre in primo piano.
Non solo: l'avventura come importatore Rolls Royce/Bentley ( fu troppo avanti sui tempi ) e Triumph, con la quale, seppure con modalità differenti, confermò il successo precedente di HD.
La mia attenzione si rivolgeva alle special che realizzava per se stesso; moto sempre interessanti e piene di spunti intelligenti e originali.
Non dimentico ad esempio che a lui si deve la creazione del Softail Night Train. La moda del total-nero opaco anche sulle auto: ricordo una Rolls Silver Shadow almeno 15 anni fa, fece scalpore e orrore! Oggi si verniciano anche le Ferrari nuove così.
Raccontare tutta la storia qui sarebbe troppo lungo.
Io ammiravo tanto Talamo per il coraggio di essere controcorrente e bastian contrario, ma anche per la straordinaria concretezza imprenditoriale unita a una passione per auto e moto, difficilmente riscontrabile ai giorni nostri.
Riprendo dall'affermazione quotata qui sopra: "SE HAI I SOLDI TI COMPERI L'HARLEY ALTRIMENTI NO.." Affermazione allora inevitabile e a mio avviso sacrosanta. Io avrei detto la stessa cosa. Sarebbe come oggi affermare : " SE vuoi un Chrono Richard Mille, paghi! Altrimenti indossa pure uno Swatch !" All'inizio Talamo fece benissimo a posizionare HD nell'ambito dell'esclusività; il fenomeno dopo pochi anni gli esplose tra le mani e vario' di conseguenza anche la strategia commerciale, addirittura creando una seconda rete di vendita parallela chiamata "Americana" per vendere Sportster, attirando però le ire della MOCO !
Le ombre secondo me : a pelle non mi era simpatico; gli atteggiamenti da guru sfacciato e il modo di porsi eccessivamente fuori dagli schemi, me lo facevano vedere come un attore triste ma arrogante, più che un imprenditore. Sbagliavo, anche perchè non considerai che era un timido fondamentalmente. Comunque troppo lontano da me per apprezzarlo a fondo; successivamente confessai a me stesso di ammirarlo e stimarlo proprio perchè gli opposti si attraggono!
Per contro devo ammettere che nelle poche occasioni in cui ho avuto a che fare con lui, si dimostrò gentilissimo e molto disponibile.
Un genio straordinario, dotato di tutte le contraddizioni presenti nelle testa e nel modo di porsi appunto dei genii.

M.

monegasque
18-09-2008, 12:32
Infatti è entrato nei sacri testi di letteratura! Guarda che non tutti apprezzavano le cose che scriveva ed esiste una larga fetta di motociclisti (Harleysti) che non si è MAI riconosciuta nel mondo HD ufficiale ed anzi lo disprezza profondamente! Nonostante una certa antipatia nei confronti del personaggio ho apprezzato molte sue scelte e la sua capacità imprenditoriale, ma molti lati del suo carattere mi hanno sempre dato fastidio e sicuramente le sue storielle mi facevano abbastanza ridere! Questa ovviamente è una mia opinione. Poi se volete avviare la causa di beatificazione per Talamo nel calendario c'è sempre posto per un santo in più! :byby:

BobRock, forse è vero che per ciò che ti riguarda "nomen omen ".
Hai presente l'infinito ?
Ecco se rispondi si, puoi immaginare quale sia la distanza tra me e te.

M.

l'impicciona
18-09-2008, 12:32
Sui testi di Talamo hanno scritto,commentato e apprezzato in moltissimi da venti anni a qui.
Su affermazioni come la tua credo sia molto meglio far scendere il silenzio.



M.


Quotone.................il silenzio assoluto!!


:happy3:

:ok:

:happy5:

Joker
18-09-2008, 12:33
possibile che in ogni discussione c'è sempre chi deve dimostrare di essere più duro&puro degli altri?

bobrock62
18-09-2008, 12:42
possibile che in ogni discussione c'è sempre chi deve dimostrare di essere più duro&puro degli altri?

Non c'è nessuna dimostrazione di durezza o purezza, sto semplicemente spiegando il mio punto di vista. Le poesie di Talamo secondo me erano delle cagate pazzesche. Poi come ho già detto ho ammirato Talamo per alcune cose e per altre no. Ho detto qualcosa di strano? :byby:

bob wolf
18-09-2008, 12:46
:happy4::happy4::happy4:

Era nera.
Come una locomotiva.
E profumava d'olio.
Di chilometri.
Il calore che emanava lo potevi sentire a dieci passi.
Fango e sporco testimoniavano di strade lontane.
Io avevo otto anni. quella motocicletta, sola nel caldo
di un pomeriggio di tanto tempo fa, quella motocicletta
io non posso dimenticarla.
La pelle delle vecchie borse doveva aver visto temporali,
vento e lunghe giornate di sole.
Vivevo allora in un paesino del sud dell'Italia.
Motociclette ce n'erano poche.
Di una Parilla mi ricordo. E di una Guzzi. Rossa.
La vecchia motocicletta straniera che odorava di territori
lontanissimi riempiva la piazza.
Ed i miei occhi di bambino.
Forza. Nei suoi grandi cilindri rigati d'olio.
Solitudine. Nella sella di cuoio che non poteva ospitare passeggeri.
Qualcuno, dietro di me, mormorò un nome. Con rispetto mi sembrò.
Io non lo sapevo allora, ma quel nome avrebbe accompagnato la mia vita.
È con me da tanto tempo.
Mi vive accanto.
Fortemente.
Era l'estate del '59. In Calabria.
Era una Harley-Davidson.
Aveva attraversato l'oceano.
E probabilmente la guerra.
Un uomo traversò la piazza.
Forse mi sorrise.
E quando la polvere si dissolse dietro al profondo suono di quel vecchio motore,
poche macchie d'olio sulla terra ricordavano dolcemente il suo passaggio.
Un caldo odore di benzina mi circondò per un attimo.

:happy7:

migs
18-09-2008, 13:05
possibile che in ogni discussione c'è sempre chi deve dimostrare di essere più duro&puro degli altri?

:ok::ok:

e quello che vomita sullo scuterista che gli si affianca
e quello che gli fanno sempre le domande assurde
e quello che è un vero baiker
e quello che suo cuggino è un vero baiker
e quello che il mio mikuni è più grosso del tuo
e quello che il flat è l'ultimo vero motore harley

:help::help::help::help::help::help::help::help:

pisanji
18-09-2008, 13:10
Citazione:
Originalmente inviato da Joker
possibile che in ogni discussione c'è sempre chi deve dimostrare di essere più duro&puro degli altri?

:ok::ok:

bobrock62
18-09-2008, 13:11
:happy4::happy4::happy4:

Era nera.
Come una locomotiva.
E profumava d'olio.
Di chilometri.
Il calore che emanava lo potevi sentire a dieci passi.
Fango e sporco testimoniavano di strade lontane.
Io avevo otto anni. quella motocicletta, sola nel caldo
di un pomeriggio di tanto tempo fa, quella motocicletta
io non posso dimenticarla.
La pelle delle vecchie borse doveva aver visto temporali,
vento e lunghe giornate di sole.
Vivevo allora in un paesino del sud dell'Italia.
Motociclette ce n'erano poche.
Di una Parilla mi ricordo. E di una Guzzi. Rossa.
La vecchia motocicletta straniera che odorava di territori
lontanissimi riempiva la piazza.
Ed i miei occhi di bambino.
Forza. Nei suoi grandi cilindri rigati d'olio.
Solitudine. Nella sella di cuoio che non poteva ospitare passeggeri.
Qualcuno, dietro di me, mormorò un nome. Con rispetto mi sembrò.
Io non lo sapevo allora, ma quel nome avrebbe accompagnato la mia vita.
È con me da tanto tempo.
Mi vive accanto.
Fortemente.
Era l'estate del '59. In Calabria.
Era una Harley-Davidson.
Aveva attraversato l'oceano.
E probabilmente la guerra.
Un uomo traversò la piazza.
Forse mi sorrise.
E quando la polvere si dissolse dietro al profondo suono di quel vecchio motore,
poche macchie d'olio sulla terra ricordavano dolcemente il suo passaggio.
Un caldo odore di benzina mi circondò per un attimo.

:happy7:

Guarda ho le lacrime agli occhi dalla commozione!!!!
Senza rancore, ma non mi dice assolutamente niente:beer::byby:

freddy.dj
18-09-2008, 13:21
io nelle prose di Talamo mi ci rispecchio in molti punti, ricordi da bambino e da adolescente. Quante persone di questo forum appena sentono un bicilindrico borbottare in lontananza riescono a resistere all'impulso di girarsi e di seguire con lo sguardo qesti ammassi di ferraglia sul ruote? A loro, a noi, sono dedicate le righe scritte da Talamo, le apprezzo per quello che sono, pagine pubblicitarie un pochino diverse dalle solite. Solo dieci anni piú tardi i creativi italiani si sono svegliati ed hanno capito che per pubblicizzare qualcosa bisognava puntare sull'aspetto emotionale, sul pathos che una insignificante pagina di un giornale poteva trasmettere. Non credo che lui, pur nel suo egocentrismo esagerato, abbia mai pensato a quegli scritti come a "Poesia".
Posso chiudere dicendo che se piacciono possiamo leggerle e rileggerle, appenderle in casa o in garage, farcele pure tatuare sulla schiena, oppure possono non piacere, ma non si dovrebbe mai dire che sono "cagate"...

bobrock62
18-09-2008, 13:31
io nelle prose di Talamo mi ci rispecchio in molti punti, ricordi da bambino e da adolescente. Quante persone di questo forum appena sentono un bicilindrico borbottare in lontananza riescono a resistere all'impulso di girarsi e di seguire con lo sguardo qesti ammassi di ferraglia sul ruote? A loro, a noi, sono dedicate le righe scritte da Talamo, le apprezzo per quello che sono, pagine pubblicitarie un pochino diverse dalle solite. Solo dieci anni piú tardi i creativi italiani si sono svegliati ed hanno capito che per pubblicizzare qualcosa bisognava puntare sull'aspetto emotionale, sul pathos che una insignificante pagina di un giornale poteva trasmettere. Non credo che lui, pur nel suo egocentrismo esagerato, abbia mai pensato a quegli scritti come a "Poesia".
Posso chiudere dicendo che se piacciono le possiamo leggerle e rileggerle, appenderle in casa o in garage, farcele pure tatuare sulla schiena, oppure possono non piacere, ma non si dovrebbe mai dire che sono "cagate"...
Perchè no scusa? E' solo una questione di punti di vista.
Se per te quelle poesie hanno significato molto sono contento e lo rispetto, ripeto che a me non sollecitana nulllo e per quanto mi riguarda chiudo la questione Talamo qui.
Non tutti la pensano alla stessa maniera e non ci vedo nulla di strano:beer:

F77
18-09-2008, 13:33
Perchè no scusa? E' solo una questione di punti di vista.
Se per te quelle poesie hanno significato molto sono contento e lo rispetto, ripeto che a me non sollecitana nulllo e per quanto mi riguarda chiudo la questione Talamo qui.
Non tutti la pensano alla stessa maniera e non ci vedo nulla di strano:beer:

ok tu allora stai dicendo un mare di cagate :beer:

bobrock62
18-09-2008, 13:37
ok tu allora stai dicendo un mare di cagate :beer:

Sicuramente, ma sono in buona compagnia:beer:

freddy.dj
18-09-2008, 13:37
"non suscitano nulla" mi va bene perché é un opinione, e la rispetto.
"sono cagate" denota mancanza di rispetto, e non mi piace.

Ale
18-09-2008, 13:38
Sicuramente, ma sono in buona compagnia:beer:


Forse il problema non è tanto il concetto che esprimi (che in quanto opinione personale è sacrosanto) ma il modo in cui lo fai...

Poi da qui a degenerare mi pare che la cosa sia veloce

bobrock62
18-09-2008, 13:41
"non suscitano nulla" mi va bene perché é un opinione, e la rispetto.
"sono cagate" denota mancanza di rispetto, e non mi piace.

Non c'era nessuna mancanza di rispetto nei tuoi confronti, scusa se hai inteso questo, lungi da me!:beer:

bobrock62
18-09-2008, 13:42
Forse il problema non è tanto il concetto che esprimi (che in quanto opinione personale è sacrosanto) ma il modo in cui lo fai...

Poi da qui a degenerare mi pare che la cosa sia veloce

Forse non si nota ma ho smorzato i toni! Continuare sarebbe stato inutile:byby:

Fuzdyna
18-09-2008, 13:50
http://img140.imageshack.us/img140/4336/womanbigballsep6.th.jpg (http://img140.imageshack.us/my.php?image=womanbigballsep6.jpg)

john denver
18-09-2008, 14:18
Forse non si nota ma ho smorzato i toni! Continuare sarebbe stato inutile:byby:




vuoi davvero smorzare i toni?


non intervenire più in questo 3d, almeno non darai l'impressione di mancare di rispetto a più di qualcuno.

In questo forum (così come penso in qualunque altro) ci vuole veramente poco per essere travisati o mal intepretati quindi spesso è meglio tacere.


E fidati, te lo dico io con tre nick cambiati, due warming e 424 post(su questa nuova piattaforma!!!)

Fat King
18-09-2008, 14:51
".........Poi non penso che i nostri figli o nipoti lo studieranno al posto di Pascoli............"

Quand'ero ragazzo e ascoltavo "Bocca di Rosa" non avrei mai immaginato che Fabrizio de Andrè 30 anni dopo sarebbe finito sui libri di scuola ...........

Mai dire mai .........

maxhd
18-09-2008, 15:31
Sul perchè il compito di riscaldare i guerrieri della notte sia stato demandato ad un piatto di tortellini fumanti invece che, per esempio, a una minestra, un passato di verdura o una spaghettata si sono sprecati interpretazioni e teorie tra le più bizzarre… ancora una volta ci viene in soccorso Lamberto che con disarmante semplicità spiega che la scelta di Carlo non aveva altra ragione che i suoi terribili gusti culinari, “mangiava semplice e male, taleggio e tortellini erano tra i suoi piatti preferiti, la scelta fu naturale, quasi obbligata..”


PT



Scusate ma fra tutta sta poesia io una cosa non l'ho mica capita:

I TORTELLINI COS'HANNO CHE NON VA????????

MA SIETE FULMINATI DAL NITROMETANO??

Dopo i po****i e forse anche prima...:beer:

DIO at ringrazi c'à son 'd Boulagna!

nikdyna1340
18-09-2008, 15:43
Ecco, partirei da qui.
Carlo Talamo NON era milanese di nascita e del milanese ( per voi non lombardi bauscia, strafottente, bullo etc... ) non aveva proprio niente secondo me, se non la capacità di pensare al lavoro 24/7 !
Personaggio controcorrente dotato di rara fantasia, estro e certamente di intelligenza superiore, Talamo intuì che per vendere un marchio ormai morto, sotto forma di moto obsolete piene di difetti e che "costavano come un appartamento", bisognava posizionare il prodotto in maniera alternativa. Essendo all'inizio, se non erro nel 1984, Talamo agì sulla leva del prezzo e sull'esclusività, per tentare di vendere sulla piazza di Milano, le prime poche e timide HD. Conoscendo molto bene le leve del mkt e la testa degli appassionati meneghini, puntò proprio sulla rarità e sulla diversità della moto HD; non solo iniziò ( sosteneva per mancanza di mezzi economici, ma io non ci credo ) a creare le prime campagne pubblicitarie dedicate alla carta stampata, fatte anche solo di testo ( le famose poesie ), ma ebbe la fortuna di solleticare la fantasia di molti opinion leader e/o personaggi dello spettacolo che comprarono una HD diventando involontari ma entusiasti testimonial. ( vedi anche il libro Cilindri,bulloni&Facce )
La fortuna si materializzò sotto forma di un nuovo motore, l'EVO che conferì a HD una nuova vita e una dignità di mercato molto più accettabile. Un successo, la strada divenne in discesa.
Da quì l'escalation strepitosa. Concessionarie in tutta italia, l'invenzione dei raduni pallequadre con lui, certamente eccentrico-egocentrico, sempre in primo piano.
Non solo: l'avventura come importatore Rolls Royce/Bentley ( fu troppo avanti sui tempi ) e Triumph, con la quale, seppure con modalità differenti, confermò il successo precedente di HD.
La mia attenzione si rivolgeva alle special che realizzava per se stesso; moto sempre interessanti e piene di spunti intelligenti e originali.
Non dimentico ad esempio che a lui si deve la creazione del Softail Night Train. La moda del total-nero opaco anche sulle auto: ricordo una Rolls Silver Shadow almeno 15 anni fa, fece scalpore e orrore! Oggi si verniciano anche le Ferrari nuove così.
Raccontare tutta la storia qui sarebbe troppo lungo.
Io ammiravo tanto Talamo per il coraggio di essere controcorrente e bastian contrario, ma anche per la straordinaria concretezza imprenditoriale unita a una passione per auto e moto, difficilmente riscontrabile ai giorni nostri.
Riprendo dall'affermazione quotata qui sopra: "SE HAI I SOLDI TI COMPERI L'HARLEY ALTRIMENTI NO.." Affermazione allora inevitabile e a mio avviso sacrosanta. Io avrei detto la stessa cosa. Sarebbe come oggi affermare : " SE vuoi un Chrono Richard Mille, paghi! Altrimenti indossa pure uno Swatch !" All'inizio Talamo fece benissimo a posizionare HD nell'ambito dell'esclusività; il fenomeno dopo pochi anni gli esplose tra le mani e vario' di conseguenza anche la strategia commerciale, addirittura creando una seconda rete di vendita parallela chiamata "Americana" per vendere Sportster, attirando però le ire della MOCO !
Le ombre secondo me : a pelle non mi era simpatico; gli atteggiamenti da guru sfacciato e il modo di porsi eccessivamente fuori dagli schemi, me lo facevano vedere come un attore triste ma arrogante, più che un imprenditore. Sbagliavo, anche perchè non considerai che era un timido fondamentalmente. Comunque troppo lontano da me per apprezzarlo a fondo; successivamente confessai a me stesso di ammirarlo e stimarlo proprio perchè gli opposti si attraggono!
Per contro devo ammettere che nelle poche occasioni in cui ho avuto a che fare con lui, si dimostrò gentilissimo e molto disponibile.
Un genio straordinario, dotato di tutte le contraddizioni presenti nelle testa e nel modo di porsi appunto dei genii.

M.

:ok::ok::ok: :nuby: .

il bobo
18-09-2008, 15:52
ho avuto il piacere di essere amico di Carlo e un pensiero, tra l'altro già riportato qui da altri utenti mi ha sempre toccato e a mio avviso da l'idea perfetta di chi era il carletto:

"Con le Harley-Davidson, sulle quali nessuno avrebbe scommesso, ho costruito con pazienza e onestà una azienda conosciuta in egual modo per la sua correttezza commerciale e per l'antipatia del suo capo. Che sono io.

Ma non sono antipatico. Scelgo con molta semplicità, le persone con cui desidero stare e lavorare dicendo di no a chi non mi piace."

Cri1450
18-09-2008, 15:52
Bobrock...Vedo che sei di Milano...
Non è che per caso, qualche anno fa sei passato in via Niccolini, e ti hanno trattato male???

:happy4:

motard
18-09-2008, 15:58
Di Talamo ho due ricordi personali: da ragazzino, a piazza Euclide (roma) dove lo chiamavano "pedalino" perchè, non li portava mai neppure in inverno, e al kings, dell'argentario, dove stava fisso l'estate in mezzo a un branco di pazzi. Ricordi. Guidava motorini iperscassati ma non si tirava mai indietro per un giro; anche allora era diverso: o almeno io non riuscivo a capire cosa avesse in testa magari già progettava qualcosa. Su quanto ha creato dopo s'è fatta moltissima mitologia, a cominciare dal fatto che abbia iniziato come ragazzo di bottega nell'agenzia di pubblicità milanese da dove ha preso gli spunti per diventare il grandissimo imprenditore che è stato. ma anche se anche si tratta di mitologia a me piace crederci.

Rudysmilano
18-09-2008, 16:01
[QUOTE=maxhd;268338]Scusate ma fra tutta sta poesia io una cosa non l'ho mica capita:

I TORTELLINI COS'HANNO CHE NON VA????????

MA SIETE FULMINATI DAL NITROMETANO??

:ok::ok::ok::ok::ok::ok::ok:

MagNETo
18-09-2008, 16:22
Io l'ho conosciuto al Salone del Ciclo e Motociclo di Milano una miliardata di anni fa, forse erano i tardi anni '80, allora guidavo una Honda 450 malamente chopperizzata rendendo rigido il telaio con delle sbarre di ferro. Probabilmente di Harley-Davidson non mi sarei potuto permettere nemmeno i jeans, ma anche i miei quaderni di studente erano pieni di disegni di improbabili chopper con motore H-D.
A quel Salone Carlo Talamo osò, per la prima volta, esporre le moto su una altissima pedana invece che in mezzo alla calca come facevano tutti gli altri. Lo stand era sopraelevato, con un unico ingresso chiuso da una catena. Ricordo che quella scelta fu aspramente criticata sulle riviste di settore e dal pubblico, perchè ovviamente non ci si poteva sedere sulle moto nè fare incetta di cataloghi come altrove. Io con il mio "chiodo" di pelle, i jeans sdruciti e gli stivali non sembravo di sicuro un danaroso acquirente, ma quando mi sono avvicinato alla scaletta chiedendo di entrare a vedere le moto da vicino Carlo mi squadrò severamente da testa a piedi, mi sorrise e disse al buttafuori: "fai entrare questo ragazzo"

Sarò stato in quello stand per un'ora, a studiare tranquillamente tutti i dettagli di quelle moto che avevo visto solo sui giornali (ho ancora il numero di Motociclismo di Luglio 1987sul quale Ungaro provava Softail EVO e 883, ora entrambe nel mio garage...) o guidate da qualche tedescone in giro per le Dolomiti. E Carlo Talamo trovò il tempo di scambiare 4chiacchere com me, e mi sorpresi di trovare in quell'uomo tanta passione per le sue moto e il suo lavoro. Solo dopo molti anni ho potuto acquistare un Softail, ma senza dubbio Carlo Talamo mi ha influenzato nella scelta del mio percorso motociclistico.

rum runner
18-09-2008, 16:23
nessuno ha comprato l'harley con la testa, ma solo per quello che gli ha evocato. poi la ha interpretata. ma la radice è la stessa.
il biker più vero, quello più duro, il commercialista si sono tutti seduti sulla moto col sorriso da ebete.

talamo ha enfatizzato questa nostra debolezza, l'ha fatta uscire allo scoperto, l'ha tramutata in un concreto impulso all'acquisto. insomma ha fatto quello che la MoCo, il cinema, la musica, il mito fanno di continuo.

ora possiamo dirci che noi ne siamo indenni, che no, non vale per noi, che l'harley di un fighetto non è come la nostra, che quell'harley è un oggetto e questa una scelta di vita. ma è una bugia.

Questa la proporrei per un nuovo "Live by it" (http://www.harley-davidson.com/wcm/Content/Pages/Riders/Creed_Video.jsp?locale=en_US&locale=en_US&bmLocale=en_US)..............

:ok::ok:

Fat King
18-09-2008, 16:33
"..........nè fare incetta di cataloghi come altrove........"

Pur non avendo vissuto quegli anni, ma con l'esperienza attuale, su punto questo non avrei avuto dubbi ......

Pignasecca & Pignaverde


"........Io con il mio "chiodo" di pelle, i jeans sdruciti e gli stivali non sembravo di sicuro un danaroso acquirente, ma quando mi sono avvicinato alla scaletta chiedendo di entrare a vedere le moto da vicino Carlo mi squadrò severamente da testa a piedi, mi sorrise e disse al buttafuori: "fai entrare questo ragazzo" ..............."

Ma era un motosalone o una discoteca alla moda ?????

MagNETo
18-09-2008, 17:20
...Ma era un motosalone o una discoteca alla moda ?????
Mah io ai tempi ho apprezzato molto il fatto che le moto fossero in un'area protetta, ad ingresso controllato, invece che alla mercè di qualsiasi bambino panzone dalle mani sudaticce come è ancor oggi la norma presso gli altri stand.

Alla fine per entrare (e gustare le moto in modo meno caotico) bastava chiedere.

metallico
18-09-2008, 17:56
leggendo ho capito altre cose...
talamo ha creato il mito harley come status symbol..
cose da ricchi,e credo che lo è stato per un periodo.
sbaglio o vendeva le moto solo a chi pagava in contanti?

poi le sue poesie o altro non fan breccia nel mio cuore,
io mi sono innamorato delle harley da ragazzino con i telefilm renegade o film come harley davidson man e marboro man,easy rider.

nel 2006 dopo un motoraduno ho deciso di comprarne una,prima moto,sogno da bambino,pagata in contanti (oggi non lo rifarei).
è piccola è la moto da donna ma sinceramente non me ne frega niente.
non amo il clima da dealer pacca sulla spalla e mano che mi sfila il portafoglio;e sarà per quello che per me talamo è un grandissimo manager ma nulla altro.

Cava
18-09-2008, 18:13
nessuno ha comprato l'harley con la testa, ma solo per quello che gli ha evocato. poi la ha interpretata. ma la radice è la stessa.
il biker più vero, quello più duro, il commercialista si sono tutti seduti sulla moto col sorriso da ebete.

talamo ha enfatizzato questa nostra debolezza, l'ha fatta uscire allo scoperto, l'ha tramutata in un concreto impulso all'acquisto. insomma ha fatto quello che la MoCo, il cinema, la musica, il mito fanno di continuo.

ora possiamo dirci che noi ne siamo indenni, che no, non vale per noi, che l'harley di un fighetto non è come la nostra, che quell'harley è un oggetto e questa una scelta di vita. ma è una bugia.



ho avuto il piacere di essere amico di Carlo e un pensiero, tra l'altro già riportato qui da altri utenti mi ha sempre toccato e a mio avviso da l'idea perfetta di chi era il carletto:

"Con le Harley-Davidson, sulle quali nessuno avrebbe scommesso, ho costruito con pazienza e onestà una azienda conosciuta in egual modo per la sua correttezza commerciale e per l'antipatia del suo capo. Che sono io.

Ma non sono antipatico. Scelgo con molta semplicità, le persone con cui desidero stare e lavorare dicendo di no a chi non mi piace."

Secondo me, questi due post, riassumono quello che ha rappresentato Talamo......

Un gran comunicatore e imprenditore..........

Oggi le harley effettivamente, si comperano con altre motivazioni ( almeno nel 90/95 % dei casi)...... non certo per le belle parole che scriveva...


:happy5:

bob wolf
18-09-2008, 19:51
leggendo ho capito altre cose...
talamo ha creato il mito harley come status symbol..
cose da ricchi,e credo che lo è stato per un periodo.
sbaglio o vendeva le moto solo a chi pagava in contanti?

poi le sue poesie o altro non fan breccia nel mio cuore,
io mi sono innamorato delle harley da ragazzino con i telefilm renegade o film come harley davidson man e marboro man,easy rider.

nel 2006 dopo un motoraduno ho deciso di comprarne una,prima moto,sogno da bambino,pagata in contanti (oggi non lo rifarei).
è piccola è la moto da donna ma sinceramente non me ne frega niente.
non amo il clima da dealer pacca sulla spalla e mano che mi sfila il portafoglio;e sarà per quello che per me talamo è un grandissimo manager ma nulla altro.






io da buon amico rispetto la tua idea......anche se per me stai dicendo una str....a , non ho voglia di continuare e te lo spieghero' in verticale!
:byby:


metttttaaaaallllaaaaarrrrooo

Sanny
18-09-2008, 19:54
Io l'ho conosciuto al Salone del Ciclo e Motociclo di Milano una miliardata di anni fa, forse erano i tardi anni '80, allora guidavo una Honda 450 malamente chopperizzata rendendo rigido il telaio con delle sbarre di ferro. Probabilmente di Harley-Davidson non mi sarei potuto permettere nemmeno i jeans, ma anche i miei quaderni di studente erano pieni di disegni di improbabili chopper con motore H-D.
A quel Salone Carlo Talamo osò, per la prima volta, esporre le moto su una altissima pedana invece che in mezzo alla calca come facevano tutti gli altri. Lo stand era sopraelevato, con un unico ingresso chiuso da una catena. Ricordo che quella scelta fu aspramente criticata sulle riviste di settore e dal pubblico, perchè ovviamente non ci si poteva sedere sulle moto nè fare incetta di cataloghi come altrove. Io con il mio "chiodo" di pelle, i jeans sdruciti e gli stivali non sembravo di sicuro un danaroso acquirente, ma quando mi sono avvicinato alla scaletta chiedendo di entrare a vedere le moto da vicino Carlo mi squadrò severamente da testa a piedi, mi sorrise e disse al buttafuori: "fai entrare questo ragazzo"

Sarò stato in quello stand per un'ora, a studiare tranquillamente tutti i dettagli di quelle moto che avevo visto solo sui giornali (ho ancora il numero di Motociclismo di Luglio 1987sul quale Ungaro provava Softail EVO e 883, ora entrambe nel mio garage...) o guidate da qualche tedescone in giro per le Dolomiti. E Carlo Talamo trovò il tempo di scambiare 4chiacchere com me, e mi sorpresi di trovare in quell'uomo tanta passione per le sue moto e il suo lavoro. Solo dopo molti anni ho potuto acquistare un Softail, ma senza dubbio Carlo Talamo mi ha influenzato nella scelta del mio percorso motociclistico.


lo ricordo come fosse ieri......e anche le scritte sulle vetrine di via nicolini..

ciao Sanny!

metallico
18-09-2008, 19:55
o bobbuzzo... non esser timido eheh

bob wolf
18-09-2008, 19:58
o bobbuzzo... non esser timido eheh





............timido????.........e de che' te sto a risparmia na figura e'....a
:happy5:

metallico
18-09-2008, 20:02
ma quale figura dai??
non mi faccio problemi!

ps. anni fa ricordo su una rivista la pubblicità harley che diceva... più o meno "meglio un'harley usata che una jap nuova"
sapete l'anno? anche questa era di talamo?

bob wolf
18-09-2008, 20:04
ma quale figura dai??
non mi faccio problemi!

ps. anni fa ricordo su una rivista la pubblicità harley che diceva... più o meno "meglio un'harley usata che una jap nuova"
sapete l'anno? anche questa era di talamo?



invece di tirar su un post che bene o male......e' andato......vai a segnarti dove devi e guarda la sezione opportuna.


BIGUL:smashfreakb:

metallico
18-09-2008, 20:12
ragasso a me piace informarmi:happy1:,sicchè s'è discusso sullo sporty di talamo in precedenza, mi è nata la curiosità di saper più cose su un personaggio a me quasi sconosciuto ma che per altri ha un significato!!son curioso lo so...:happy7::happy4:

belin va che ho postato anche dellààà:beer::smashfreakb:

JammedGeko
18-09-2008, 21:03
Mi spiegate cos'era "Americana" ?

Sono anni che ne sento parlare ma non ho mai capito chi fossero

Concessionarie ufficiali che trattavano SOLO sporty!!!
Non so se era per valorizzarle o ghettizzarle... mah...
Io comunque "Mi piacciono le pecore e molto le galline" ogni tanto me lo leggo...

wildetna
19-09-2008, 09:07
Io l'ho conosciuto al Salone del Ciclo e Motociclo di Milano una miliardata di anni fa, forse erano i tardi anni '80, allora guidavo una Honda 450 malamente chopperizzata rendendo rigido il telaio con delle sbarre di ferro. Probabilmente di Harley-Davidson non mi sarei potuto permettere nemmeno i jeans, ma anche i miei quaderni di studente erano pieni di disegni di improbabili chopper con motore H-D.
A quel Salone Carlo Talamo osò, per la prima volta, esporre le moto su una altissima pedana invece che in mezzo alla calca come facevano tutti gli altri. Lo stand era sopraelevato, con un unico ingresso chiuso da una catena. Ricordo che quella scelta fu aspramente criticata sulle riviste di settore e dal pubblico, perchè ovviamente non ci si poteva sedere sulle moto nè fare incetta di cataloghi come altrove. Io con il mio "chiodo" di pelle, i jeans sdruciti e gli stivali non sembravo di sicuro un danaroso acquirente, ma quando mi sono avvicinato alla scaletta chiedendo di entrare a vedere le moto da vicino Carlo mi squadrò severamente da testa a piedi, mi sorrise e disse al buttafuori: "fai entrare questo ragazzo"

Sarò stato in quello stand per un'ora, a studiare tranquillamente tutti i dettagli di quelle moto che avevo visto solo sui giornali (ho ancora il numero di Motociclismo di Luglio 1987sul quale Ungaro provava Softail EVO e 883, ora entrambe nel mio garage...) o guidate da qualche tedescone in giro per le Dolomiti. E Carlo Talamo trovò il tempo di scambiare 4chiacchere com me, e mi sorpresi di trovare in quell'uomo tanta passione per le sue moto e il suo lavoro. Solo dopo molti anni ho potuto acquistare un Softail, ma senza dubbio Carlo Talamo mi ha influenzato nella scelta del mio percorso motociclistico.


Ricordo il Salone del '95 dietro allo stand numero 1 vi era il video con quel testgames dell'hd,
io la catena non l'ho varcata ma cmq s'è preso il mio nominativo e dopo qualche giorno mi è arrivato il catalogo a casa.
Altro che open,prove,ci posso salire? La vuoi te la compri!!!
Cmq Talamo era un'amante della bella meccanica e un vero appassionato di moto e non solo le harley,
anche sè queste erano le sue preferite e lo si vedeva da come le modificava o dalla collezione che aveva,
dalle gare x 883 o dal pallequadre c'era molta passione......non era soltanto un lavoro.

legio55
19-09-2008, 10:49
...sono passati + di 12 anni quando in un edicola sull'ultima pagina di una rivista lessi questa:

Era nera.
Come una locomotiva.
E profumava d’olio.
Di chilometri.
Il calore che emanava lo potevi sentire a dieci passi.
Fango e sporco testimoniavano di strade lontane.
Io avevo otto anni. quella motocicletta, sola nel caldo
di un pomeriggio di tanto tempo fa, quella motocicletta
io non posso dimenticarla.
La pelle delle vecchie borse doveva aver visto temporali,
vento e lunghe giornate di sole.
Vivevo allora in un paesino del sud dell’Italia.
Motociclette ce n’erano poche.
Di una Parilla mi ricordo. E di una Guzzi. Rossa.
La vecchia motocicletta straniera che odorava di territori
lontanissimi riempiva la piazza.
Ed i miei occhi di bambino.
Forza. Nei suoi grandi cilindri rigati d’olio.
Solitudine. Nella sella di cuoio che non poteva ospitare passeggeri.
Qualcuno, dietro di me, mormorò un nome. Con rispetto mi sembrò.
Io non lo sapevo allora, ma quel nome avrebbe accompagnato la mia vita.
È con me da tanto tempo.
Mi vive accanto.
Fortemente.
Era l’estate del ‘59. In Calabria.
Era una Harley-Davidson.
Aveva attraversato l’oceano.
E probabilmente la guerra.
Un uomo traversò la piazza.
Forse mi sorrise.
E quando la polvere si dissolse dietro al profondo suono di quel vecchio motore,
poche macchie d’olio sulla terra ricordavano dolcemente il suo passaggio.
Un caldo odore di benzina mi circondò per un attimo.
(Carlo Talamo )


ricorderò sempre quell'attimo

ora ho un harley ..........

Si...mi ricordo quelle parole...possedevo un Dyna "Daytona" e prima ancora un 1000 "cafe racers"...Carlo era "il Numero Uno" in un mondo di mangiariso a due ruote...era un mito...una leggenda.... Ciao Carlo! Cieli Blù...

bravado
19-09-2008, 10:53
Concessionarie ufficiali che trattavano SOLO sporty!!!
Non so se era per valorizzarle o ghettizzarle... mah...
Io comunque "Mi piacciono le pecore e molto le galline" ogni tanto me lo leggo...

Le Americana erano officine affiancate alla rete ufficiale non più sufficiente per gestire l'enorme numero di HD venduto negli anni. Con il passaggio da Talamo ad HD Italia sono diventate concessionari ufficiali a tutti gli effetti. Esisteva anche Americana Sport che si occupava solo di Sportster, che io sappia ce n'era solo una qui a milano che ora e diventata la terza concessionaria ufficile di Milano:byby:

Fat King
19-09-2008, 10:54
"...........Concessionarie ufficiali che trattavano SOLO sporty!!!........"

Praticamente delle boutique per donne !!!!:happy7::happy7::happy7:



".........Altro che open,prove,ci posso salire? La vuoi te la compri!!! ........."

E' cambiato qualcosa ??????:happy4::happy4::happy4:

JammedGeko
19-09-2008, 11:07
Le Americana erano officine affiancate alla rete ufficiale non più sufficiente per gestire l'enorme numero di HD venduto negli anni. Con il passaggio da Talamo ad HD Italia sono diventate concessionari ufficiali a tutti gli effetti. Esisteva anche Americana Sport che si occupava solo di Sportster, che io sappia ce n'era solo una qui a milano che ora e diventata la terza concessionaria ufficile di Milano:byby:

Hai ragione...
Se non ricordo male la differenza tra Americana e Numero uno era che Americana era autorizzata a trattare anche HD di importazione parallela mentre Numero Uno no...
:byby:

nikdyna1340
19-09-2008, 11:11
Si...mi ricordo quelle parole...possedevo un Dyna "Daytona" e prima ancora un 1000 "cafe racers"...Carlo era "il Numero Uno" in un mondo di mangiariso a due ruote...era un mito...una leggenda.... Ciao Carlo! Cieli Blù...


:ok::ok::ok:

migs
19-09-2008, 11:17
Si...mi ricordo quelle parole...possedevo un Dyna "Daytona" e prima ancora un 1000 "cafe racers"...Carlo era "il Numero Uno" in un mondo di mangiariso a due ruote...era un mito...una leggenda.... Ciao Carlo! Cieli Blù...


sti****i che bel garagino.... le hai ancora?

bravado
19-09-2008, 11:17
Hai ragione...
Se non ricordo male la differenza tra Americana e Numero uno era che Americana era autorizzata a trattare anche HD di importazione parallela mentre Numero Uno no...
:byby:

Si, si occupavano di tutte le HD sia acquistate dalla rete ufficiale e di qualsiasi altra provenienza. I colori sociali erano il rosso/nero per Americana e giallo/nero per Americana Sport:byby:

L' UOMO NERO
19-09-2008, 11:38
io ho un'opinione personale simile ma anche un po diversa....

io Talamo l'ho sempre visto un gran motociclista con una passione per le due ruote che ben pochi hanno, ricordo che nel 1992 (o '94, bo?) mi trovavo per lavoro a Milano, all'epoca avevo in garage una dominator/motard e le Harley le conoscevo solo per i pochi articoli su motociclismo (PS Monegasque ho anch'io quella prova del softail e 883...:-)) e per le amicizie e frequentazioni...(Taraky...)......
insomma volli fare un giro in via Niccolini......era una mattina come tante, prima "sporcai" la vetrina con la punta del mio naso poi entrai....vidi una Triumph appesa con due corde sul muro dell'officina......io ero rimasto fulminato dalla sue Eve of Distruction......aspettai che Carlo si liberasse del cliente e gli chiesi da cosa era stata partorita l'idea di quella moto post atomica.......nacque una discussione appassionata di moto, di espedienti, di avventure.......
sicuramente un vulcano, un gran imprenditore ma decisamente un gran motociclista!

Sanny
19-09-2008, 13:12
Le Americana erano officine affiancate alla rete ufficiale non più sufficiente per gestire l'enorme numero di HD venduto negli anni. Con il passaggio da Talamo ad HD Italia sono diventate concessionari ufficiali a tutti gli effetti. Esisteva anche Americana Sport che si occupava solo di Sportster, che io sappia ce n'era solo una qui a milano che ora e diventata la terza concessionaria ufficile di Milano:byby:


esatto.....!!!

ciao Bravado...ben tornato!

Sanny!

gianni muso
19-09-2008, 17:12
Non mischiare le Harley con le Evo !

bravado
19-09-2008, 17:14
Non mischiare le Harley con le Evo !

Olà bella Gianni!!:byby::beer:

gianni muso
19-09-2008, 17:14
"...........La fortuna si materializzò sotto forma di un nuovo motore, l'EVO che conferì a HD una nuova vita e una dignità ................"

Alla faccia di tutti gli SPA

(Shovelisti Perennemente Appiedati)

Ih! Ih! Ih! :happy7::happy7::happy7::happy7:



Mi spiegate cos'era "Americana" ?

Sono anni che ne sento parlare ma non ho mai capito chi fossero
Non mischiare le Harley con le evo.

gianni muso
19-09-2008, 17:15
Olà bella Gianni!!:byby::beer:
Mitico Ciste, ci vai sul Garda ?

bravado
19-09-2008, 17:17
Mitico Ciste, ci vai sul Garda ?

Forse alla festa di Low Ride:byby:

gianni muso
19-09-2008, 17:57
Forse alla festa di Low Ride:byby:

Se il tempo regge veniamo anche noi :beer:

goyshorval
19-09-2008, 18:08
...anni fa,in palestra, ho conosciuto Valentine Demi'....anche lei aveva molto fascino.....:happy7::happy7::happy7:

seeee: c'erano ancora maciste, i flinstones e la carrà giovane? maddai: ormai una così non la portano più nemmeno in rettifica :happy4:

fabioRR
19-09-2008, 19:17
...e c'era anche la Venere Bianca appena uscita da una clinica estetica......Fiera Erotica a Silvi Marina.......controlla pure .......Qui non scherziamo...!!!



seeee: c'erano ancora maciste, i flinstones e la carrà giovane? maddai: ormai una così non la portano più nemmeno in rettifica :happy4:

goyshorval
20-09-2008, 07:42
...e c'era anche la Venere Bianca appena uscita da una clinica estetica......Fiera Erotica a Silvi Marina.......controlla pure .......Qui non scherziamo...!!!

se continuiamo qui andiamo OT. e mi spiace sinceramente inquinare un bel post su una figura come Talamo per parlare di vacche da fiera della vacca, ergo la pianto qui. :happy5:

monegasque
20-09-2008, 07:49
se continuiamo qui andiamo OT. e mi spiace sinceramente inquinare un bel post su una figura come Talamo per parlare di vacche da fiera della vacca, ergo la pianto qui. :happy5:

100% :happy6:
Fatevi una chat. please.

M.

goyshorval
20-09-2008, 07:56
100% :happy6:
Fatevi una chat. please.

M.


non ne vale la pena, IMHO :byby:

comunque torno su Talamo con una domandina ina ina per i più esperti.
a Milano, al Blues Bikers' c'è una targhetta piccola, nera con scritta in bianco una frase di Talamo che non ricordo più. questo mi fa tornare in mente un periodo di qualche anno fa in cui sul fondo del locale faceva bella mostra una HD (non chiedetemi di ricordare quale, sarebbe troppo, ma a memoria escluderei una sportster) che si dice fosse sua: chi ne sa di più? che moto era? che fine ha fatto?

monegasque
20-09-2008, 08:38
Io ho una serie di foto con le moto di Talamo.
Se qualcuno mi aiuta a pubblicarle.......

M.

monegasque
20-09-2008, 09:22
http://www.classicdriver.com/uk/magazine/3500.asp?id=11973

http://www.classicdriver.com/uk/magazine/3500.asp?id=11977

http://www.darkforce.com/royce/racing.htm
Per segnalarvi un po' di chicche riguardanti la passione di Talamo..

M.

monegasque
20-09-2008, 10:16
Spero piacciano...

M.

whiteshark78
20-09-2008, 10:31
...........avete mai avuto tra le mani il libro di Carlo Talamo?.........è una raccolta di tutte le sue poesie, la maggiorparte delle quali adoperate come pubblicità per l'harley davidson N°1......................inutile dire che oramai è introvabile (ne ho visti un paio su ebay...............dai 70 ai 100 eurelli).....io ne possiedo una copia.....................che mi è stata pure regalata :happy7::happy7::happy7:

Stefano

wildetna
21-09-2008, 15:13
...........avete mai avuto tra le mani il libro di Carlo Talamo?.........è una raccolta di tutte le sue poesie, la maggiorparte delle quali adoperate come pubblicità per l'harley davidson N°1......................inutile dire che oramai è introvabile (ne ho visti un paio su ebay...............dai 70 ai 100 eurelli).....io ne possiedo una copia.....................che mi è stata pure regalata :happy7::happy7::happy7:

Stefano


Ma và non lo sapevo,
io c'è l'ho a casa nuovo nuovo.........se a qualcuno interessa.:happy7:

fabioRR
21-09-2008, 17:08
...bravo...indovinato!.

se continuiamo qui andiamo OT. e mi spiace sinceramente inquinare un bel post su una figura come Talamo per parlare di vacche da fiera della vacca, ergo la pianto qui. :happy5:

GABRI3RIDE
22-09-2008, 10:12
Personalmente non lo sopportavo ... avevo avuto contatti telefonici perchè volevo un HD usata e lui non mi prendeva seriamente! poi ad un raduno ad Aosta ho avuto occasione di ricredermi , io e la mia ragazza (ora moglie) eravamo ripartiti da una sosta senza i ns. caschi! :vhappy3::happy4: , ritornati al rifugio abbiamo trovato Talamo a custordirli e ad attendere il ns. ritorno !

a proposito di moto / pubblicità questa mi ha fatto sognare!

Gabriele




c'è qualcuno che mi sa raccontare un pò la storia?
in giro spesso sento giudizzi diversi...
ho cercato su net,ma ho trovato poco e niente...

dieguzzo
22-09-2008, 10:48
Qualche info in piú:
http://www.fedrotriple.it/carlotalamo.htm#le_foto

:happy5:

Dieguzzo

monegasque
22-09-2008, 16:08
Una delle moto che mi affascinarono di più era una Electra nera, monoborsa (!!!) con il parafango posteriore del Softail.... BELLISSIMA.

M.

19luca59
22-09-2008, 19:45
non so se lo avevate già postato....

http://www.moto.it/usato/usato03.asp?EID=1728407

goyshorval
22-09-2008, 21:22
non so se lo avevate già postato....

http://www.moto.it/usato/usato03.asp?EID=1728407

bella, e degno di nota anche il Le Mans sullo sfondo

monegasque
22-09-2008, 21:30
non so se lo avevate già postato....

http://www.moto.it/usato/usato03.asp?EID=1728407

Il link non funziona. Peccato.

M.

19luca59
22-09-2008, 22:11
riprova che funziona

http://www.moto.it/usato/usato03.asp?EID=1728407

Joster
19-08-2012, 19:05
Ecco, partirei da qui.
Carlo Talamo NON era milanese di nascita e del milanese ( per voi non lombardi bauscia, strafottente, bullo etc... ) non aveva proprio niente secondo me, se non la capacità di pensare al lavoro 24/7 !
Personaggio controcorrente dotato di rara fantasia, estro e certamente di intelligenza superiore, Talamo intuì che per vendere un marchio ormai morto, sotto forma di moto obsolete piene di difetti e che "costavano come un appartamento", bisognava posizionare il prodotto in maniera alternativa. Essendo all'inizio, se non erro nel 1984, Talamo agì sulla leva del prezzo e sull'esclusività, per tentare di vendere sulla piazza di Milano, le prime poche e timide HD. Conoscendo molto bene le leve del mkt e la testa degli appassionati meneghini, puntò proprio sulla rarità e sulla diversità della moto HD; non solo iniziò ( sosteneva per mancanza di mezzi economici, ma io non ci credo ) a creare le prime campagne pubblicitarie dedicate alla carta stampata, fatte anche solo di testo ( le famose poesie ), ma ebbe la fortuna di solleticare la fantasia di molti opinion leader e/o personaggi dello spettacolo che comprarono una HD diventando involontari ma entusiasti testimonial. ( vedi anche il libro Cilindri,bulloni&Facce )
La fortuna si materializzò sotto forma di un nuovo motore, l'EVO che conferì a HD una nuova vita e una dignità di mercato molto più accettabile. Un successo, la strada divenne in discesa.
Da quì l'escalation strepitosa. Concessionarie in tutta italia, l'invenzione dei raduni pallequadre con lui, certamente eccentrico-egocentrico, sempre in primo piano.
Non solo: l'avventura come importatore Rolls Royce/Bentley ( fu troppo avanti sui tempi ) e Triumph, con la quale, seppure con modalità differenti, confermò il successo precedente di HD.
La mia attenzione si rivolgeva alle special che realizzava per se stesso; moto sempre interessanti e piene di spunti intelligenti e originali.
Non dimentico ad esempio che a lui si deve la creazione del Softail Night Train. La moda del total-nero opaco anche sulle auto: ricordo una Rolls Silver Shadow almeno 15 anni fa, fece scalpore e orrore! Oggi si verniciano anche le Ferrari nuove così.
Raccontare tutta la storia qui sarebbe troppo lungo.
Io ammiravo tanto Talamo per il coraggio di essere controcorrente e bastian contrario, ma anche per la straordinaria concretezza imprenditoriale unita a una passione per auto e moto, difficilmente riscontrabile ai giorni nostri.
Riprendo dall'affermazione quotata qui sopra: "SE HAI I SOLDI TI COMPERI L'HARLEY ALTRIMENTI NO.." Affermazione allora inevitabile e a mio avviso sacrosanta. Io avrei detto la stessa cosa. Sarebbe come oggi affermare : " SE vuoi un Chrono Richard Mille, paghi! Altrimenti indossa pure uno Swatch !" All'inizio Talamo fece benissimo a posizionare HD nell'ambito dell'esclusività; il fenomeno dopo pochi anni gli esplose tra le mani e vario' di conseguenza anche la strategia commerciale, addirittura creando una seconda rete di vendita parallela chiamata "Americana" per vendere Sportster, attirando però le ire della MOCO !
Le ombre secondo me : a pelle non mi era simpatico; gli atteggiamenti da guru sfacciato e il modo di porsi eccessivamente fuori dagli schemi, me lo facevano vedere come un attore triste ma arrogante, più che un imprenditore. Sbagliavo, anche perchè non considerai che era un timido fondamentalmente. Comunque troppo lontano da me per apprezzarlo a fondo; successivamente confessai a me stesso di ammirarlo e stimarlo proprio perchè gli opposti si attraggono!
Per contro devo ammettere che nelle poche occasioni in cui ho avuto a che fare con lui, si dimostrò gentilissimo e molto disponibile.
Un genio straordinario, dotato di tutte le contraddizioni presenti nelle testa e nel modo di porsi appunto dei genii.

M.


Ahimè, solo qualche giorno fa ho avuto conferma che Carlo Talamo era TERRONE. Il cognome Talamo è molto diffuso in Campania, il ceppo precisamente è presente nel napoletano e salernitano. Che non abbia mai dichiarato la sua origine è cosa risaputa. Comunque CARLO nasce a CAVA DEI TIRRENI (SA). Spero di non aver suscitato un bel po casino.....



:happy5:

belavecio
19-08-2012, 19:07
Sti****i!

Il Barbiere di Nociglia
19-08-2012, 19:11
Ahimè, solo qualche giorno fa ho avuto conferma che Carlo Talamo era TERRONE. Il cognome Talamo è molto diffuso in Campania, il ceppo precisamente è presente nel napoletano e salernitano. Che non abbia mai dichiarato la sua origine è cosa risaputa. Comunque CARLO nasce a CAVA DEI TIRRENI (SA). Spero di non aver suscitato un bel po casino.....



:happy5:


S.C.

jack
19-08-2012, 19:13
Sti****i!

pelle d'oca...

FASTGABRY
19-08-2012, 19:14
Spero di potermi rimettere a guardare la motogp..
Che botta sapere di talamo

straccetto
19-08-2012, 19:14
Non mischiare le Harley con le Evo !

I veri baicher, per la verità, dicono che l'EVO è l'ultima Harley-Davidson.

Io non sono un baicher quindi non saprei ma leggo sempre questa cosa e forse sarà anche vera.

Il Barbiere di Nociglia
19-08-2012, 19:30
Spero di potermi rimettere a guardare la motogp..
Che botta sapere di talamo

eddai, non fate le chiaviche :happy4:
quello il presidente l'ha scritto con grande orgoglio che Talamo fusse paesano a iss

bravo presidente Jostér
però S.C. lo stesso
:talk1:

Joster
19-08-2012, 19:38
eddai, non fate le chiaviche :happy4:
quello il presidente l'ha scritto con grande orgoglio che Talamo fusse paesano a iss

bravo presidente Jostér
però S.C. lo stesso
:talk1:



:cool:

Eschi
19-08-2012, 19:44
Up

FASTGABRY
19-08-2012, 19:51
Non ho nemmeno fame e mi fa schifo averle in garage..
Notizia bomba!

belavecio
19-08-2012, 19:59
Non ho nemmeno fame e mi fa schifo averle in garage..
Notizia bomba!

Speriamo di non scoprire che era anche parente di Joster..

London dude
19-08-2012, 20:03
Up

Lock