Ronfo
16-08-2015, 18:12
Anche quest’anno, obiettivo nipotini al mare in Spagna sulla Costa Brava e qualche giorno di mare a casa di mia nuora, abbiamo, mia moglie ed io, preso il giro un po’ più largo e abbiamo sciolto la briglia a Trudy.
Il giro è stato di circa 3600 km ma ce la siamo presa comoda e con una settimana di mare prima della risalita alle montagne.
La prima sorpresa è stato il clima che ci aspettavamo torrido nel sud della Francia e nell’interno della Spagna e invece, le condizioni strane di questa estate ci hanno tenuti frescolini.
A parte una giornata da 40 gradi a Toulouse, il resto si è svolto con temperature mattino 15 gradi, pomeriggio 25 e, spesso con venticello fresco che invitava a tenere su il giubbotto.
Tornati verso il mediterraneo, le temperature sono aumentate e ci hanno consentito bagni e spiaggia ma sempre senza i calori degli anni passati.
Sul percorso verso l’Atlantico abbiamo saltato mete classiche come Carcassonne o Avignone perché le conoscevamo già e abbiamo inserito curiosità secondarie come il Seuil de Naurouze sul Canal du Midi o il museo dello Spazio a Tolosa.
La prima sosta tecnica è stata a Nimes dove ci siamo concessi la cena a fianco della grande Arena romana.
Il giorno successivo la meta è Tolosa percorrendo la bella nazionale D6113 che corre lungo il Canal du Midi.
Il canale navigabile unisce il Mediterraneo con la Garonne e l’Atlantico e, a forza di chiuse, raggiunge Naurouze che è lo spartiacque tra i due mari.
In una ambiente di boschi e campagna, una serie di opere idrauliche consente alle barche di “scollinare”.
Mi fermo a fare rifornimento e ,quando tocco la moto per ripartire, ecco che si scatena l’antifurto,.
Sicuramente pila scarica, faccio la procedura di disattivazione e riparto.
A Tolosa trovo casualmente un negozietto che ha solo telecomandi.
Il negoziante, pluritatuato, ha una Softail e mi racconta la sua vita di harleyista mentre cambia la pila.
Ci salutiamo e torniamo al garage dell’albergo.
Niente, la sirena riparte.
Sto pensando di andare al concessionario di Tolosa ma poi mi viene un dubbio.
Apro il telecomando e vedo che la pila è stata messa al contrario dallo “specialista”.
La giro e tutto funziona.
In genere le pile piatte non sono montabili al contrario ma il progettista Harley ci ha messo lo zampino e ha reso possibile la cosa.
A Tolosa ci siamo fermati due notti in modo da visitare il bel centro storico e il museo Cité de l’Espace che richiede parecchie ore.
Qui tra missili, filmati, stazioni spaziali e capsule abbiamo passato una giornata con qualche temporale.
Meno male che eravamo fermi lì.
Il trasferimento successivo prevede di raggiungere Saint Jean de Luz-Ciboure sull’Atlantico e di visitare Bayonne e Biarritz.
Il percorso autostradale è abbastanza vario anche se piuttosto lungo
Il centro storico di Bayonne è molto vivace e accogliente.
Si cominciano a trovare scritte e indicazioni in lingua basca veramente roba da marziani.
A Bayonne mi è venuto in mente 6galloni visto che lì è nata appunto la baionetta.
Le prime erano lunghe quasi un metro(!) e venivano innestate, dopo aver sparato l’unico colpo, direttamente nella canna dell’archibugio e servivano ai poveretti per arginare la cavalleria puntando il calcio del fucile nel terreno.
Sulla via di Saint Jean de Luz attraversiamo Biarritz con sosta obbligatoria al panoramico Rocher de la Vierge.
Biarritz è una vera bolgia di turismo estivo e, dopo averne ammirato il bel panorama, la lasciamo senza rimpianti.
La strada non è entusiasmante per l’affollamento e per il fatto che raramente scorre lungo il mare.
Raggiungiamo così Saint Jean de Luz dove ci fermiamo due giorni.
Un bellissimo porticciolo di pesca con grandi moli che ci ricordano che di là c’è un oceano con grandi maree che lasciano il segno del livello sui muraglioni.
Il bel golfo comunque è protetto da dighe foranee costruite a scopo militare dall’architetto Vauban nel 1600 quindi sulla grande spiaggia il moto ondoso è molto ridotto.
Saint Jean de Luz era anticamente un porto di balenieri e pirati contrabbandieri vista la vicinanza al confine spagnolo.
In basco Sain Jean de Luz si dice Donibane-Lohitzune e meno male che loro parlano il francese o lo spagnolo se no sarebbe dura comunicare.
Il nostro albergo è a Ciboure, accanto alla casa natale del compositore Ravel,in un edificio antico a colombière ed è molto carino.
L’assenza dell’ascensore e la scala in legno ci fanno subito capire perché si chiami la Caravelle.
Facciamo un giro in battello e ci portano a vedere dal mare le grandi falesie messe lì come enormi lose inclinate e i curiosi flysch, formazioni geologiche del cretaceo piuttosto rare.
Ripartiamo sulla Route de la Corniche che ci offre bellissimi panorami sull’oceano a partire da Socoa.
Raggiungiamo San Sebastian attraverso un tratto montagnoso e boscoso molto bello.
San Sebastian è una vera città e ci attrae poco quindi ci limitiamo al lungo mare dove grandi onde si infrangono sulla scogliera.
Ripartiamo dopo esserci liberati di San Sebastian e dei suoi interminabili semafori che bloccano il traffico ogni 100 metri in modo apparentemente inutile.
Facciamo i conti anche con le prime rotonde con accesso regolato da semafori e mi chiedo perché non abbiano lasciato un semplice incrocio.
Seguiamo le strade GI3391 e 3291 che alternano passaggi sulla costa con puntate all’interno tra saliscendi e magnifici boschi misti di grandi pini ed alti eucalipti.
Alcuni tratti selvaggi sulla costa ci fanno apprezzare l’oceano come ad Ondarroa, Lekeitio e Mundaka.
Ci fermiamo per la notte a Murueta, piccolo centro di campagna, in un alberghetto molto accogliente e con un bar con il gestore che tiene la TV al massimo e lui e i clienti devono urlare per capirsi ma sembrano tutti allegri.
Questo frastuono nei locali pubblici ci aveva già colpito a pranzo in un ristorante gestito da un simil Shrek e lo avremo trovato in molte occasioni future.
A Murueta, il Tom Tom mi fa un vero scherzo barbino.
Per condurmi all’albergo mi fa fare una inutile stradina di campagna per poi imbucarmi in una discesa molto ripida.
Non ho spazio per girare la moto e l’incubo peggiora perché la stradina diventa una stretta ciclabile, solo lì avevano messo il cartello, e ci passa giusta la moto.
Dopo una curvetta mi si gelano i polsi.
Un tornantino strettissimo da fare con bici a mano impedisce di pochi metri di raggiungere la strada carrozzabile.
Mi incastro di traverso nel tornantino e, nonostante gli sforzi di mia moglie per spingere e manovrare la moto mi trovo completamente immobilizzato.
Per mia fortuna dall’altra parte della strada c’è un bar e un tizio formato Rain ci vede e viene in nostro soccorso.
A piccole manovre di 10 centimetri riusciamo a sbloccare la situazione ed esco dalla trappola.
Vorrei tanto offrirgli almeno da bere ma in due salti è già di là dalla strada e ci saluta.
Ero ormai sicuro di dover ricorrere ad una gru.
In questo caso la marcia indietro sarebbe stata la soluzione…
La mattina successiva torniamo sulla bella costa verso Bermeo e poi di nuovo tra bei boschi e campagne raggiungiamo Bilbao che saltiamo per non infilarci in un traffico caotico.
Proseguiamo in direzione Santander su autovia.
Qui scopro che le autovie, autostrade a due corsie a tutti gli effetti, sono gratuite e, da questo momento, fino al Mediterraneo, non spenderemo più un centesimo di pedaggio.
Queste autovie fanno molti saliscendi e curvoni infiniti e si mimetizzano bene nella natura non impattando con antiestetici viadotti e lunghi rettilinei.
La velocità massima è di 120 km/h e questo mi basta.
Comincio a notare anche un rispetto delle regole della circolazione più che svizzero e la cosa non può che farmi piacere per le grandi distanze di sicurezza che tengono.
Altra piacevolezza è la pulizia estrema di città e paesi e, non ultimo, il prezzo della benzina 95 a 1,28 euro.
Amche gli alberghi sono relativamente a buon mercato come il bel 3 stelle di Santillana del Mar, dove stiamo arrivando, a 55 euro camera doppia con colazione a buffet e parcheggio privato.
A Santillana ci fermiamo due giorni per visitare le Grotte di Altamira con i loro famosi graffiti preistorici di animali e per posare un po’ le chiappe sulla spiaggia di Comillas.
Ripartiamo per i Monti Cantabrici e la fortuna ci assiste con una giornata limpidissima.
Seguiamo, direzione Potes, la la N621. che attraversa per chilometri un profondo e stretto canyon.
A Potes dirigiamo su Fuente De dove, dopo lunga coda turistica, riusciamo a prendere la funivia che ci porta in quota nell’anfiteatro dei Picos d’Europa.
Spettacolo magnifico, piccole dolomiti con qualche residuo di neve e lo spettacolo di qualche grosso rapace che gira in tondo sulle nostre teste.
Rientriamo a valle e ci fermiamo in un alberghetto in un paesino di nome Espinama.
Poche case, un paio di bar ristoranti e alcune Posade, alberghetti per pellegrini impegnati sul Camino di Sant Iago.
Qui, oltre ad una bella e pulita cameretta doppia con bagno, ci danno colazione a buffet e cena per due a 74 euro.
Il giorno successivo lasciamo i Picos direzione Burgos.
Il tracciato è un vero lungo tratto di montagna che culmina sul Col de Pedrasluengas.
Boschi, montagne a perdita d’occhio e nessun centro abitato e sono contento di aver l’abitudine di fare sempre il pieno la sera prima perché qui di distributori non se non vedono.
Finalmente per pranzo raggiungiamo la bellissima città di Burgos dove merita visitare la smisurata cattedrale.
Una costruzione sfarzosa con centinaia di opere d’arte rese possibili solo dall’enorme flusso di denaro portato nei secoli dai pellegrini del Camino di Sant Iago.
Ci fermiamo solo una notte e ripartiamo presto in direzione Logrogno Pamplona.
La giornata è bruttina e ventosa e cade qualche goccia di pioggia.
Facciamo lunghi rettifili con molto traffico di autocarri che creano fastidiosi spostamenti d’aria.
Dopo Logrogno la situazione migliora sia come meteo che come affollamento della strada e possiamo viaggiare più distesi.
La strada segue per lunghi tratti il sentiero del Camino e incontriamo un gran numero di pellegrini con zaini, mantelle e l’immancabile conchiglia appesa al collo.
Veramente suggestiva questa fila di persone spinte dalla fede, in mezzo alla campagna a distanze di decine di km dal primo villaggio.
Sulla via di Pamplona ci fermiamo nella cittadina medievale di Estella e al maestoso Puente della Reina fatto costruire nell’XI secolo per favorire i pellegrini che qui confluivano dalla Francia per Roncisvalle e dal sud della Spagna.
A Pamplona ci fermiamo due notti per visitare la città con il suo centro storico famoso per la corsa dei tori di San Firmino.
La giornata di Pamplona è piuttosto fredda e ogni tanto piove ma meglio oggi che in un giorno di viaggio sulla strada.
Anche per oggi la tuta da pioggia resta nel tourpack.
Ripartiamo verso Lleida passando per il Monastero di Lleire e il castello di Javier.
Costruzioni molto antiche immerse nella natura.
Costeggiamo un lungo lago artificiale su di una strada tortuosa e divertente.
La strada sale prima nella zona impervia e montagnosa di Huesca per poi digradare su di una autovia fino a Lleida.
Avevo scelto la città di Lleida solo come sosta tecnica in direzione Mediterraneo e invece ho avuto piacevoli sorprese.
Un vivace centro storico dominato da una fortificazione bellissima e gigantesca che racchiude una cattedrale e un chiostro che comunica sensazioni da film gotico-fantastico.
Ormai il giro Spagnolo volge al termine e ci rimane solo una tappa per raggiungere il mediterraneo ad Empuriabrava.
Facciamo la nazionale per Manresa e Girona, bella e piacevole tra colline e pianure e ci fermiamo a Figueres dove visitiamo il museo di Savador Dalì.
Un vero genio che sicuramente fumava cose strane ma con risultati sorprendenti.
Ci riposiamo con figlio nuora e nipotini per 8 giorni di mare e ripartiamo il 12 agosto per Foix.
Vogliamo attraversare i paesi Catari, teatro di sanguinose lotte religiose medievali.
Tra Perpignan e Foix percorriamo la panoramica D117 tra colline valli e castelli.
Saliamo al castello di Montségur e all’omonimo colle.
La vera salita al castello annidato su di un picco aereo richiede ancora un’ora di cammino e mi viene bene la scusa che con gli stivali da moto si cammina male.
In compenso mia moglie vuole visitare il grande casello di Foix, anche lui ben arroccato in salita e con torri di vari piani.
La salita è faticosa per strettissime scale a chiocciola, la giornata è calda e il sudore scorre a fiumi ma ne vale la pena.
Quello che poi mi fa andare in bestia è che appena mi infilo per salire in una scala a chiocciola stretta e contorta, ecco che interi pullman di giapponesi devono scendere proprio in quel momento in direzione opposta alla mia.
La tappa da Foix a Grenoble, ultima sosta prima di casa, la facciamo con tempo orrendo.
Pioggia e vento laterale forte a raffiche.
Mettiamo la tuta da pioggia per la prima volta.
Arriviamo disfatti dopo aver anche dovuto evitare una grossa pianta sradicata dal vento e finita sulla corsia destra dell’autostrada.
L’ultimo giorno passiamo il piccolo San Bernardo con temperature di 10 gradi e vento freddo e per finire becchiamo negli ultimi 20 km prima di Aosta un vero nubifragio che ci bagna come pulcini perché ormai siamo ad un passo da casa e non abbiamo voglia di indossare la tuta impermeabile.
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Il Seuil de Naurouze presso Tolosa, spartiacque del Canal du Midi
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Tolosa Cité de l'Espace la Stazione russa MIR
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Tolosa Cité de l'Espace il vettore Ariane
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Bayonne
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Biarritz
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Saint Jean de Luz-Socoa
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Lingua Basca
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Saint Jean de Luz
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Saint Jean de Luz
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Sain Jean de Luz i flytsch del cretaceo
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Le falesie di Saint Jean de Luz Socoa
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San Sebastian dintorni
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Costa Basca
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Costa Basca
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Costa Basca
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Grotte pristoriche di Altamira-Santillana del Mar
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Saqntillana del Mar
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Santillana del Mar in tema di Inquisizione Spagnola
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Un pezzetto di Oceano
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Autovia verso Santander
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Verso i Monti Cantabrici
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Monti Cantabrici Potes
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I Picos de Europa (Monti Cantabrici)
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I Picos de Europa
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Espinama Monti Cantabrici
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Monti Cantabrici in direzione Burgos
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Monti Cantabrici direzione Burgos
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Verso Burgos
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Burgos, la sfarzosa cattedrale
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Burgos, El Cid terrore dei Mori.In effetti di immigrati neanche l'ombra:happy4:
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Burgos, un nido di cicogne in città
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Burgos
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Tutto per il Camino di Sant Iago
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Verso Pamplona
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Estella, dintorni di Pamplona
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Puente de la Reina sec.XI dintorni di Pamplona
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Pamplona, monumento alla Festa di San Firmino
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Pamplona
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Pamplona, in Basco Iruna
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Pamplona, battacchio inquietante
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Pamplona, dintorni, Monastero di Lleire
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Pamplona, dintorni, Castello di Javier
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Pamplona, dintorni, lungo il lago artificiale
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Verso Lleida
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Lleida, complesso monumentale fortezza cattedrale
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Lleida, cattedrale chiostro
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Lleida, le gigantesche colonne della cattedrale
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Verso Girona il Montserrat all'orizzonte
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Figueres
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Figueres la casa museo di Salvador Dalì
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Un piacevole particolare spagnolo...
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Dintorni di Foix , la montagna di Montségur dove è arroccato il castello
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Montségur
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Foix il castello
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Il giro è stato di circa 3600 km ma ce la siamo presa comoda e con una settimana di mare prima della risalita alle montagne.
La prima sorpresa è stato il clima che ci aspettavamo torrido nel sud della Francia e nell’interno della Spagna e invece, le condizioni strane di questa estate ci hanno tenuti frescolini.
A parte una giornata da 40 gradi a Toulouse, il resto si è svolto con temperature mattino 15 gradi, pomeriggio 25 e, spesso con venticello fresco che invitava a tenere su il giubbotto.
Tornati verso il mediterraneo, le temperature sono aumentate e ci hanno consentito bagni e spiaggia ma sempre senza i calori degli anni passati.
Sul percorso verso l’Atlantico abbiamo saltato mete classiche come Carcassonne o Avignone perché le conoscevamo già e abbiamo inserito curiosità secondarie come il Seuil de Naurouze sul Canal du Midi o il museo dello Spazio a Tolosa.
La prima sosta tecnica è stata a Nimes dove ci siamo concessi la cena a fianco della grande Arena romana.
Il giorno successivo la meta è Tolosa percorrendo la bella nazionale D6113 che corre lungo il Canal du Midi.
Il canale navigabile unisce il Mediterraneo con la Garonne e l’Atlantico e, a forza di chiuse, raggiunge Naurouze che è lo spartiacque tra i due mari.
In una ambiente di boschi e campagna, una serie di opere idrauliche consente alle barche di “scollinare”.
Mi fermo a fare rifornimento e ,quando tocco la moto per ripartire, ecco che si scatena l’antifurto,.
Sicuramente pila scarica, faccio la procedura di disattivazione e riparto.
A Tolosa trovo casualmente un negozietto che ha solo telecomandi.
Il negoziante, pluritatuato, ha una Softail e mi racconta la sua vita di harleyista mentre cambia la pila.
Ci salutiamo e torniamo al garage dell’albergo.
Niente, la sirena riparte.
Sto pensando di andare al concessionario di Tolosa ma poi mi viene un dubbio.
Apro il telecomando e vedo che la pila è stata messa al contrario dallo “specialista”.
La giro e tutto funziona.
In genere le pile piatte non sono montabili al contrario ma il progettista Harley ci ha messo lo zampino e ha reso possibile la cosa.
A Tolosa ci siamo fermati due notti in modo da visitare il bel centro storico e il museo Cité de l’Espace che richiede parecchie ore.
Qui tra missili, filmati, stazioni spaziali e capsule abbiamo passato una giornata con qualche temporale.
Meno male che eravamo fermi lì.
Il trasferimento successivo prevede di raggiungere Saint Jean de Luz-Ciboure sull’Atlantico e di visitare Bayonne e Biarritz.
Il percorso autostradale è abbastanza vario anche se piuttosto lungo
Il centro storico di Bayonne è molto vivace e accogliente.
Si cominciano a trovare scritte e indicazioni in lingua basca veramente roba da marziani.
A Bayonne mi è venuto in mente 6galloni visto che lì è nata appunto la baionetta.
Le prime erano lunghe quasi un metro(!) e venivano innestate, dopo aver sparato l’unico colpo, direttamente nella canna dell’archibugio e servivano ai poveretti per arginare la cavalleria puntando il calcio del fucile nel terreno.
Sulla via di Saint Jean de Luz attraversiamo Biarritz con sosta obbligatoria al panoramico Rocher de la Vierge.
Biarritz è una vera bolgia di turismo estivo e, dopo averne ammirato il bel panorama, la lasciamo senza rimpianti.
La strada non è entusiasmante per l’affollamento e per il fatto che raramente scorre lungo il mare.
Raggiungiamo così Saint Jean de Luz dove ci fermiamo due giorni.
Un bellissimo porticciolo di pesca con grandi moli che ci ricordano che di là c’è un oceano con grandi maree che lasciano il segno del livello sui muraglioni.
Il bel golfo comunque è protetto da dighe foranee costruite a scopo militare dall’architetto Vauban nel 1600 quindi sulla grande spiaggia il moto ondoso è molto ridotto.
Saint Jean de Luz era anticamente un porto di balenieri e pirati contrabbandieri vista la vicinanza al confine spagnolo.
In basco Sain Jean de Luz si dice Donibane-Lohitzune e meno male che loro parlano il francese o lo spagnolo se no sarebbe dura comunicare.
Il nostro albergo è a Ciboure, accanto alla casa natale del compositore Ravel,in un edificio antico a colombière ed è molto carino.
L’assenza dell’ascensore e la scala in legno ci fanno subito capire perché si chiami la Caravelle.
Facciamo un giro in battello e ci portano a vedere dal mare le grandi falesie messe lì come enormi lose inclinate e i curiosi flysch, formazioni geologiche del cretaceo piuttosto rare.
Ripartiamo sulla Route de la Corniche che ci offre bellissimi panorami sull’oceano a partire da Socoa.
Raggiungiamo San Sebastian attraverso un tratto montagnoso e boscoso molto bello.
San Sebastian è una vera città e ci attrae poco quindi ci limitiamo al lungo mare dove grandi onde si infrangono sulla scogliera.
Ripartiamo dopo esserci liberati di San Sebastian e dei suoi interminabili semafori che bloccano il traffico ogni 100 metri in modo apparentemente inutile.
Facciamo i conti anche con le prime rotonde con accesso regolato da semafori e mi chiedo perché non abbiano lasciato un semplice incrocio.
Seguiamo le strade GI3391 e 3291 che alternano passaggi sulla costa con puntate all’interno tra saliscendi e magnifici boschi misti di grandi pini ed alti eucalipti.
Alcuni tratti selvaggi sulla costa ci fanno apprezzare l’oceano come ad Ondarroa, Lekeitio e Mundaka.
Ci fermiamo per la notte a Murueta, piccolo centro di campagna, in un alberghetto molto accogliente e con un bar con il gestore che tiene la TV al massimo e lui e i clienti devono urlare per capirsi ma sembrano tutti allegri.
Questo frastuono nei locali pubblici ci aveva già colpito a pranzo in un ristorante gestito da un simil Shrek e lo avremo trovato in molte occasioni future.
A Murueta, il Tom Tom mi fa un vero scherzo barbino.
Per condurmi all’albergo mi fa fare una inutile stradina di campagna per poi imbucarmi in una discesa molto ripida.
Non ho spazio per girare la moto e l’incubo peggiora perché la stradina diventa una stretta ciclabile, solo lì avevano messo il cartello, e ci passa giusta la moto.
Dopo una curvetta mi si gelano i polsi.
Un tornantino strettissimo da fare con bici a mano impedisce di pochi metri di raggiungere la strada carrozzabile.
Mi incastro di traverso nel tornantino e, nonostante gli sforzi di mia moglie per spingere e manovrare la moto mi trovo completamente immobilizzato.
Per mia fortuna dall’altra parte della strada c’è un bar e un tizio formato Rain ci vede e viene in nostro soccorso.
A piccole manovre di 10 centimetri riusciamo a sbloccare la situazione ed esco dalla trappola.
Vorrei tanto offrirgli almeno da bere ma in due salti è già di là dalla strada e ci saluta.
Ero ormai sicuro di dover ricorrere ad una gru.
In questo caso la marcia indietro sarebbe stata la soluzione…
La mattina successiva torniamo sulla bella costa verso Bermeo e poi di nuovo tra bei boschi e campagne raggiungiamo Bilbao che saltiamo per non infilarci in un traffico caotico.
Proseguiamo in direzione Santander su autovia.
Qui scopro che le autovie, autostrade a due corsie a tutti gli effetti, sono gratuite e, da questo momento, fino al Mediterraneo, non spenderemo più un centesimo di pedaggio.
Queste autovie fanno molti saliscendi e curvoni infiniti e si mimetizzano bene nella natura non impattando con antiestetici viadotti e lunghi rettilinei.
La velocità massima è di 120 km/h e questo mi basta.
Comincio a notare anche un rispetto delle regole della circolazione più che svizzero e la cosa non può che farmi piacere per le grandi distanze di sicurezza che tengono.
Altra piacevolezza è la pulizia estrema di città e paesi e, non ultimo, il prezzo della benzina 95 a 1,28 euro.
Amche gli alberghi sono relativamente a buon mercato come il bel 3 stelle di Santillana del Mar, dove stiamo arrivando, a 55 euro camera doppia con colazione a buffet e parcheggio privato.
A Santillana ci fermiamo due giorni per visitare le Grotte di Altamira con i loro famosi graffiti preistorici di animali e per posare un po’ le chiappe sulla spiaggia di Comillas.
Ripartiamo per i Monti Cantabrici e la fortuna ci assiste con una giornata limpidissima.
Seguiamo, direzione Potes, la la N621. che attraversa per chilometri un profondo e stretto canyon.
A Potes dirigiamo su Fuente De dove, dopo lunga coda turistica, riusciamo a prendere la funivia che ci porta in quota nell’anfiteatro dei Picos d’Europa.
Spettacolo magnifico, piccole dolomiti con qualche residuo di neve e lo spettacolo di qualche grosso rapace che gira in tondo sulle nostre teste.
Rientriamo a valle e ci fermiamo in un alberghetto in un paesino di nome Espinama.
Poche case, un paio di bar ristoranti e alcune Posade, alberghetti per pellegrini impegnati sul Camino di Sant Iago.
Qui, oltre ad una bella e pulita cameretta doppia con bagno, ci danno colazione a buffet e cena per due a 74 euro.
Il giorno successivo lasciamo i Picos direzione Burgos.
Il tracciato è un vero lungo tratto di montagna che culmina sul Col de Pedrasluengas.
Boschi, montagne a perdita d’occhio e nessun centro abitato e sono contento di aver l’abitudine di fare sempre il pieno la sera prima perché qui di distributori non se non vedono.
Finalmente per pranzo raggiungiamo la bellissima città di Burgos dove merita visitare la smisurata cattedrale.
Una costruzione sfarzosa con centinaia di opere d’arte rese possibili solo dall’enorme flusso di denaro portato nei secoli dai pellegrini del Camino di Sant Iago.
Ci fermiamo solo una notte e ripartiamo presto in direzione Logrogno Pamplona.
La giornata è bruttina e ventosa e cade qualche goccia di pioggia.
Facciamo lunghi rettifili con molto traffico di autocarri che creano fastidiosi spostamenti d’aria.
Dopo Logrogno la situazione migliora sia come meteo che come affollamento della strada e possiamo viaggiare più distesi.
La strada segue per lunghi tratti il sentiero del Camino e incontriamo un gran numero di pellegrini con zaini, mantelle e l’immancabile conchiglia appesa al collo.
Veramente suggestiva questa fila di persone spinte dalla fede, in mezzo alla campagna a distanze di decine di km dal primo villaggio.
Sulla via di Pamplona ci fermiamo nella cittadina medievale di Estella e al maestoso Puente della Reina fatto costruire nell’XI secolo per favorire i pellegrini che qui confluivano dalla Francia per Roncisvalle e dal sud della Spagna.
A Pamplona ci fermiamo due notti per visitare la città con il suo centro storico famoso per la corsa dei tori di San Firmino.
La giornata di Pamplona è piuttosto fredda e ogni tanto piove ma meglio oggi che in un giorno di viaggio sulla strada.
Anche per oggi la tuta da pioggia resta nel tourpack.
Ripartiamo verso Lleida passando per il Monastero di Lleire e il castello di Javier.
Costruzioni molto antiche immerse nella natura.
Costeggiamo un lungo lago artificiale su di una strada tortuosa e divertente.
La strada sale prima nella zona impervia e montagnosa di Huesca per poi digradare su di una autovia fino a Lleida.
Avevo scelto la città di Lleida solo come sosta tecnica in direzione Mediterraneo e invece ho avuto piacevoli sorprese.
Un vivace centro storico dominato da una fortificazione bellissima e gigantesca che racchiude una cattedrale e un chiostro che comunica sensazioni da film gotico-fantastico.
Ormai il giro Spagnolo volge al termine e ci rimane solo una tappa per raggiungere il mediterraneo ad Empuriabrava.
Facciamo la nazionale per Manresa e Girona, bella e piacevole tra colline e pianure e ci fermiamo a Figueres dove visitiamo il museo di Savador Dalì.
Un vero genio che sicuramente fumava cose strane ma con risultati sorprendenti.
Ci riposiamo con figlio nuora e nipotini per 8 giorni di mare e ripartiamo il 12 agosto per Foix.
Vogliamo attraversare i paesi Catari, teatro di sanguinose lotte religiose medievali.
Tra Perpignan e Foix percorriamo la panoramica D117 tra colline valli e castelli.
Saliamo al castello di Montségur e all’omonimo colle.
La vera salita al castello annidato su di un picco aereo richiede ancora un’ora di cammino e mi viene bene la scusa che con gli stivali da moto si cammina male.
In compenso mia moglie vuole visitare il grande casello di Foix, anche lui ben arroccato in salita e con torri di vari piani.
La salita è faticosa per strettissime scale a chiocciola, la giornata è calda e il sudore scorre a fiumi ma ne vale la pena.
Quello che poi mi fa andare in bestia è che appena mi infilo per salire in una scala a chiocciola stretta e contorta, ecco che interi pullman di giapponesi devono scendere proprio in quel momento in direzione opposta alla mia.
La tappa da Foix a Grenoble, ultima sosta prima di casa, la facciamo con tempo orrendo.
Pioggia e vento laterale forte a raffiche.
Mettiamo la tuta da pioggia per la prima volta.
Arriviamo disfatti dopo aver anche dovuto evitare una grossa pianta sradicata dal vento e finita sulla corsia destra dell’autostrada.
L’ultimo giorno passiamo il piccolo San Bernardo con temperature di 10 gradi e vento freddo e per finire becchiamo negli ultimi 20 km prima di Aosta un vero nubifragio che ci bagna come pulcini perché ormai siamo ad un passo da casa e non abbiamo voglia di indossare la tuta impermeabile.
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Il Seuil de Naurouze presso Tolosa, spartiacque del Canal du Midi
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Tolosa Cité de l'Espace la Stazione russa MIR
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Tolosa Cité de l'Espace il vettore Ariane
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Bayonne
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Biarritz
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Saint Jean de Luz-Socoa
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Lingua Basca
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Saint Jean de Luz
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Saint Jean de Luz
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Sain Jean de Luz i flytsch del cretaceo
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Le falesie di Saint Jean de Luz Socoa
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San Sebastian dintorni
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Costa Basca
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Costa Basca
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Costa Basca
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Grotte pristoriche di Altamira-Santillana del Mar
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Saqntillana del Mar
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Santillana del Mar in tema di Inquisizione Spagnola
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Un pezzetto di Oceano
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Autovia verso Santander
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Verso i Monti Cantabrici
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Monti Cantabrici Potes
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I Picos de Europa (Monti Cantabrici)
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I Picos de Europa
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Espinama Monti Cantabrici
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Monti Cantabrici in direzione Burgos
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Monti Cantabrici direzione Burgos
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Verso Burgos
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Burgos, la sfarzosa cattedrale
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Burgos, El Cid terrore dei Mori.In effetti di immigrati neanche l'ombra:happy4:
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Burgos, un nido di cicogne in città
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Burgos
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Tutto per il Camino di Sant Iago
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Verso Pamplona
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Estella, dintorni di Pamplona
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Puente de la Reina sec.XI dintorni di Pamplona
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Pamplona, monumento alla Festa di San Firmino
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Pamplona
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Pamplona, in Basco Iruna
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Pamplona, battacchio inquietante
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Pamplona, dintorni, Monastero di Lleire
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Pamplona, dintorni, Castello di Javier
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Pamplona, dintorni, lungo il lago artificiale
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Verso Lleida
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Lleida, complesso monumentale fortezza cattedrale
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Lleida, cattedrale chiostro
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Lleida, le gigantesche colonne della cattedrale
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Verso Girona il Montserrat all'orizzonte
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Figueres
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Figueres la casa museo di Salvador Dalì
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Un piacevole particolare spagnolo...
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Dintorni di Foix , la montagna di Montségur dove è arroccato il castello
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Montségur
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Foix il castello
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